Orgasmo + Hara-kiri
Descrizione
L’arte giapponese da sempre affascina per la semplicità delle sue rappresentazioni e per un senso di tragicità che traspira anche nelle sue scene apparentemente più pacifiche. Mi sono avvalso di questo scenario nipponico, e di questa semplicità e tragicità che vi ho sempre colto, per rappresentare la complessità (e spesso la tragicità) che accompagna il rapporto uomo/donna ai giorni d’oggi. L’amore che molto spesso sfocia rapidamente nell’odio attraverso fiumi di incomprensioni, per l’essere presi troppo da se stessi e poco disposti alla condivisione o alla rinuncia. Ho immaginato in un ambiente spartano una fusione di corpi che riempie quasi totalmente la scena: da qui, l’orgasmo per il raggiungimento di una vetta d’amore altissima, forse irreale, ma poi anche l’harakiri, la fine di tutto, improvvisa e senza appello, attraverso una katana che oltrepassa questi corpi ancora avvinghiati. Ho immaginato la scena in bianco e nero per conferire maggiore rigore alla tragicità presente (direi anche un omaggio al cinema di Kurosawa), con l’eccezione di lacrime rosso-sangue sgorganti dalla figura femminile presente nei due corpi quasi fusi. Direi un omaggio alla più spiccata sensibilità femminile, spesso portatrice delle maggiori conseguenze a seguito della fine di un rapporto.
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