Oxana e Marco - Soli insieme
Descrizione
Oxana e Marco - Soli insieme
Oxana e Marco erano nati nello stesso giorno, in città lontane migliaia di chilometri però. Cresciuti in cortili molto distanti, dove si parlavano lingue diverse, ma in fondo molto simili tra loro, stesso fango e stessa maledetta povertà.
A 16 anni Oxana, pur di fuggire da quel fango, era scappata da sola. Aveva inseguito la promessa di un lavoro in Italia e si era ritrovata a Milano. A Milano, chiusa per giorni in un appartamento, con altre 6 ragazze tristi e spaventate come lei.
E poi il lavoro era arrivato...con quei vestiti che non la coprivano nemmeno quando faceva tanto freddo, stivali in pelle nera che le arrivavano a metà coscia e tacchi troppo alti per lei che era abituata a correre nel fango.
Era con quei vestiti che aveva imparato la lingua di Marco. Quelli erano i vestiti che indossava quando la portavano in quelle feste, dove era sola tra decine di persone e poi sola in un letto dove quei vestiti era costretta a toglierseli...
Marco era cresciuto in fretta, perché in casa c’era soprattutto bisogno di due braccia che lavorassero. Cresciuto presto e sposato altrettanto presto, forse più per scappare da quella casa e dai suoi genitori che per amore. Il mutuo, l’appartamento, l’arrivo di un figlio, tutto come da copione.
Tutto normale fin quando, pochi giorni prima di Natale gli avevano comunicato che l’azienda per cui lavorava era costretta a fare dei tagli e, zac! senza tirar troppo per le lunghe, l’avevano messo fuori dalla porta chiedendogli di non tornare. Per il mancato preavviso avrebbe avuto un giusto indennizzo...
Da quel momento i pezzi della sua vita avevano iniziato a crollare ad uno ad uno. Sua moglie aveva un buon lavoro, che le permetteva di pagarsi il mutuo e le altre spese e lui si era progressivamente trasformato in un fantasma. Un fantasma in casa, dove sia su moglie che il bambino pareva che nemmeno lo vedessero; un fantasma per strada, dove la gente gli passava accanto senza accorgersi di lui. Girava a vuoto per la città senza nemmeno sapere cosa andava cercando.
Due solitudini diverse, lontane come i cortili dove erano nate, destinate a trovarsi e ad attrarsi. Passandosi accanto i loro corpi si erano come riconosciuti e le loro solitudini unite.
Non avevano una soluzione ai loro dolori, ma ad essere soli insieme, fa tutto un po’ meno paura.
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