Post-Nuke
Descrizione
Sono passati più di 30 anni dal disastro di Chernobyl, da allora il magma radioattivo che si generò in seguito all’esplosione del quarto reattore fu sepolto sotto una volta di acciaio e cemento. Nel corso degli anni le varie e sistematiche ispezioni del sarcofago hanno rilevato una muffa nera ricca di melanina che, malgrado un ambiente assai inospitale e proibitivo, cresceva sempre più rigogliosa sulle parenti della struttura protettiva. Un team di ricercatori dell' Albert Einstein College of Medicine di New York ha studiato il fenomeno e ha scoperto che le forti radiazioni ionizzanti, più o meno letali per la maggior parte degli esseri viventi, per i funghi rappresentano un’importante risorsa vitale ed energetica, infatti i ricercatori hanno dimostrato che i miceti, grazie ad un meccanismo simile a quello della fotosintesi clorofilliana, riescono a nutrirsi delle radiazioni per svilupparsi e prosperare.
Credo che in un qualsiasi scenario post-nucleare non possono mancare i funghi che, così come hanno colonizzato le pareti del sarcofago del reattore di Chernobyl, sono destinati senz’altro a colonizzare il mondo. Sembra incredibile che questo semplice organismo spugnoso e senza cervello, in caso di catastrofe nucleare, è certo che sopravvivrà alla specie umana.
Il boletus edulis detto anche porcino è, almeno in Italia, uno dei funghi spontanei più amati e ricercati ed è considerato il Re dei funghi e del bosco, peccato che sia ghiotto di radiazioni ionizzanti, in particolare di cesio 137.
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