Regressione metamorfica, novembre 1999.

di Alessandro Carnier

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Descrizione

GLI UOMINI PESCE


Presentazione alla mostra "Singoli percorsi d'arte"

a Villa Forniz a Porcia, ottobre 2001

Nella presente vernice il Carnier espone delle opere dovute a una nuova ispirazione, motivata da riflessioni e maturata attraverso una sua frequente esplorazione lungo le coste dell'Alto Adriatico, laddove la natura appare ibrida, selvaggia e soprattutto lontana dalla contaminazione edilizia e banalizzante dell'uomo. Frequenti sono le sue presenze nell'area vastissima e solitaria della "Brussa", sempre sul lato destro dell'Alto Adriatico, dove fra macchie di "sterpi" e "pinacee" si dilatano ampie zone di "licheni multicolori".

Luogo arroventato dal solleone e dalle tonalità crepuscolari con le avvisaglie dell'autunno che poi ingrigiscono, e dove calano in sosta grandi stormi di "anatre selvatiche" e "marzorini" in migrazione. Luogo dove lo sciabordio del mare diffonde suoni musicali e la sua linea azzurra si fa luccicante sotto il sole e "blu-genziana" patinato all'imbrunire. E fu su queste propaggini, com'è noto storicamente, che sciamarono a suo tempo, puntando verso sud, le orde degli "Unni" con sfrenata ferocia, violente: esseri dalle pupille infossate, giudicati barbari, dagli stessi popoli barbari, usciti dalle paludi dell'Asia.

Ed è qui, dove i silenzi e ogni fruscio, suggeriscono pensieri stimolanti e creativi che il Carnier ha colto significati nuovi, motivati da una necessità di imposizione sulle soluzioni già superate. Qui il mondo è fermo da millenni ed i pensieri che insorgono sono vergini. Ed è in questo ambiente che il Carnier ha ideato l'inserimento in paesaggi e zone lagunari di un essere umano diverso, battezzato "uomo/pesce", forte nel fisico e capace di amare, uccidere, procreare e lottare. Un uomo che appare e scompare in mezzo agli esseri attuali e suscita contemplazione. Vive questo tipo di uomo, che ovviamente considera insignificanti le più ambite conquiste della tecnica, della scienza, e delle comunicazioni terrestri, in un suo mondo ideale, sulla cui scoperta il Carnier si propone approfondimenti.

Appare evidente che, in queste opere, vi sono aspetti di simbolismo finalizzati ad assumere un linguaggio narrativo. L'opera, così concepita, non offre più, quindi, aspetti costruttivi e di godimento cromatico solamente ma assieme a questi intesse significati e l'inserimento dell'uomo, dotato di particolarità fisiche animali per l'esistenza nel tipo di mondo idealizzato, colto in atteggiamenti piuttosto di immobilismo estetico più che di movimento, esprime significati dominanti per cui l'assieme dell'opera entra nel campo metafisico.


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