Rosa di Jericho

Descrizione

L' installazione è realizzata con dischi in PVC ed è dominata al centro dal busto di una donna che si mimetizza omogeneamente con tutto il complesso.

L'artista vuole rappresentare metaforicamente, come suggerisce il titolo, uno tipo floreale specifico. Il fiore (o rosa) di Jericho.

La rosa di Gerico, originaria dei deserti del Medio Oriente, a causa della siccità di queste terre, si presenta con un bulbo secco e i ramoscelli accartociati, vanno a formare una sorta di globulo di colore marrore.

In questo modo i semi sono protetti e non si disperdono nei lunghi viaggi che la pianta compie trasportata dal vento, che con la sua forza la estirpa dal terreno.

La vera particolarità che caratterizza questa pianta è che, in caso di pioggia improvvisa, anche a distanza di molti anni i ramoscelli e i picoli fiori bianchi al suo interno si aprono e tornano a fiorire rigogliosi.

Perfino il colore passa dai toni del marrone a quelli del verde intenso, che poi è il suo colore originario.

Quando si asciuga si ripiega di nuovo su se stessa per non disperdere l'acqua assorbita.

E' in questo senso che si può parlare di resurrezione della pianta infatti viene chiamata anche "pianta della resurrezione”.

Tutto questo è oggetto di meditazione da parte dell'artista che rappresenta nell'opera un grande rosone (la rosa di Jericho) con al centro una maestosa figura femminile che sintetizza la rinascita avvenuta dopo il lungo letargo della pianta.

Si è soliti, nei momenti di difficoltà, ad adottare un atteggiamento di autodifesa, ovvero, come fa la Rosa di Jericho, di chiudersi in se stessi per non soffrire e non dispendere esteriore energia preziosa.

Tuttavia, oltre a questo meccanismo istintivo, ognuno di noi è dotato anche della capacità innata di affrontare le avversità e quindi di superarle, così come di adattarsi alle nuove situazioni che si vengono a creare.

Ed è così che, come fa la Rosa di Jericho, tutti noi siamo in grado di lasciarci le tragedie alle spalle, imparando dal passato ed uscirne più forti di prima così da poter rifiorire nuovamente più radiosi.

Federico Benendo