Silenzio Criminale, Basta Mafia omaggio a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino

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Descrizione

Esercito Italiano

https://www.facebook.com/EsercitoItaliano


 Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene.


Paolo Borsellino 


[Citato in Lavinia Farnese, Borsellino, eroe borghese in prima linea contro la mafia, la Repubblica, 17 luglio 2006, p. 53]


https://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=6a8c#google_vignette



Paolo Borsellino: L'intervista nascosta (completo)


Guarda il video

 

https://youtube.com/watch?v=-BF-Lb4nlSc&feature=shared



Descrizione


Archivio Antimafia


14 Ottobre 2011


http://www.archivioantimafia.org/

Il 21 maggio 1992 Paolo Borsellino rilasciò un'intervista ai giornalisti di Canal Plus Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi.

L'intervista fu mandata in onda da Rai News 24 per la prima volta nel 2000 ma si trattava solo di una parte di 30 minuti, quella originale è invece di cinquantacinque minuti.

In questa sua ultima intervista Paolo Borsellino parla anche dei legami tra la mafia e l'ambiente industriale milanese e del Nord Italia in generale, facendo riferimento, tra le altre cose, a indagini in corso sui rapporti tra Vittorio Mangano e Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi.

Nel numero de L'Espresso dell'8 aprile 1994 fu pubblicata la trascrizione di una versione più estesa dell'intervista.

L'intervista integrale è stata poi pubblicata da Il Fatto Quotidiano in un DVD.


SCARICA IL FILE DA:

http://www.archivioantimafia.org/




Noi ci dobbiamo ribellare. 

Prima che sia troppo tardi!

Prima di abituarci alle 

loro facce!

Prima di non 

accorgerci 

più di niente!


PEPPINO IMPASTATO 


Fonte:

https://masferrario.blogspot.com/2019/07/cit-noi-ci-dobbiamo-ribellare-peppino.html?m=1


*


Peppino Impastato , 1948-1978

giornalista e attivista, assassinato dalla mafia


Fonte 

https://it.wikipedia.org/wiki/Peppino_Impastato




Luigi Impastato

Mafioso Italiano 


Luigi Impastato (Cinisi, 12 ottobre 1904 – Cinisi, 19 settembre 1977) è stato un mafioso italiano, legato a Cosa nostra, noto per essere stato il padre dell'attivista antimafia Peppino Impastato e amico e complice del boss Gaetano Badalamenti.


Fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Impastato




Lucky Luciano

mafioso italo-statunitense (1897-1962)


Lucky Luciano, all'anagrafe statunitense Charlie Luciano, nato Salvatore Lucania (Lercara Friddi, 24 novembre 1897 – Napoli, 26 gennaio 1962), è stato un mafioso italiano naturalizzato statunitense, legato alla cosiddetta "Cosa nostra statunitense".


Nel 1942 gli ufficiali del servizio informazioni della Marina degli Stati Uniti contattarono Luciano in carcere, su raccomandazione di Joseph "Socks" Lanza, il boss dei sindacati del porto di Manhattan[4]. Luciano offrì il suo aiuto per indagare sul sabotaggio di diverse navi nel porto di Manhattan, tra cui il Normandie, un transatlantico francese che prese fuoco e affondò nelle acque dello Hudson, di cui furono sospettate alcune spie naziste infiltrate tra i portuali; in cambio della sua collaborazione, Luciano venne trasferito nel carcere di Sing Sing, dove venne interrogato dagli agenti del servizio informazioni della Marina e mise a disposizione i suoi uomini, dando il via all'operazione denominata in codice "Underworld" (lett. "mondo sotterraneo", ossia la malavita)[4][6].


Prese piede l'ipotesi suggestiva (ripresa poi dalla pubblicistica) che Luciano si fosse anche adoperato per facilitare lo sbarco alleato in Sicilia (luglio 1943) tramite i suoi contatti con i mafiosi siciliani e che avrebbe consegnato ai servizi segreti americani una lista di nomi da contattare in Sicilia[26]: secondo alcune testimonianze riportate dallo studioso Michele Pantaleone, Luciano stesso sarebbe stato al seguito delle truppe statunitensi in Sicilia per pianificare l'invasione insieme a Calogero Vizzini, capomafia di Villalba ritenuto il boss supremo dell'intera organizzazione siciliana[27].


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Lucky_Luciano




Gaetano Badalamenti

mafioso italiano (1923-2004)


Gaetano Badalamenti, soprannominato Zu Tano[1] (Cinisi, 14 settembre 1923 – Ayer, 29 aprile 2004), è stato un mafioso italiano, legato a Cosa nostra.


Fu il capo della cosca mafiosa di Cinisi in provincia di Palermo e ha diretto la "Commissione" dal 1974 al 1978. Nel 1987 fu condannato negli Stati Uniti a 45 anni di reclusione in una prigione federale per essere stato uno dei leader della cosiddetta "Pizza connection", un traffico di droga del valore di 1,65 miliardi di dollari che, dal 1975 al 1984, aveva utilizzato pizzerie come punto di distribuzione[2][3]. Badalamenti è stato inoltre condannato all'ergastolo per aver ordinato l'omicidio di Peppino Impastato, attivista di Democrazia Proletaria che attraverso il suo programma radiofonico, Radio Aut, aveva denunciato le attività illecite del boss[4].


ufficiale; verrà scagionato per insufficienza di prove, in ordine alla resistenza a pubblico ufficiale, tre mesi dopo dal giudice istruttore del tribunale di Palermo.


Fu in questo periodo che Badalamenti si legò ai boss Angelo La Barbera, Rosario Mancino e Salvatore "Cicchiteddu" Greco, insieme a Tommaso Buscetta, Antonino Sorci e Pietro Davì, con cui si occupò del contrabbando di sigarette e stupefacenti, venendo coinvolto contemporaneamente in numerosi furti di bestiame nella zona di Cinisi.[7] Nel gennaio del 1955 la squadra mobile di Palermo lo fermò e lo rispedì a Cinisi con foglio di via obbligatorio perché diffidato.


Nel marzo del 1957 arrivò una nuova denuncia in stato di arresto da parte della Guardia di Finanza di Catania per contrabbando pluriaggravato di 2959 kg di tabacchi ed evasione all'imposta generale sull'entrata. Nello stesso periodo Badalamenti divenne compare di Luciano Liggio facendogli battezzare suo figlio, ed insieme a lui creò un servizio di autotrasporti per la costruzione dell'Aeroporto di Punta Raisi di Palermo, caduto nella sfera di influenza della cosca di Cinisi.[7][8][9] Che stesse acquistando enorme potere lo dimostrò la partecipazione a un summit il 12 ottobre all'Hotel delle Palme di Palermo tra esponenti di primo piano della mafia siciliana e alcuni big di quella americana come Lucky Luciano e Giuseppe Bonanno.[10]


Fonte

https://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Badalamenti




23 Ottobre 2018


MATTARELLA, INTOCCABILI SICILIANI DA PALERMO A ROMA


Fabio Giuseppe Carlo Carisio


Fonte:

https://www.gospanews.net/2018/10/23/gli-intoccabili-siciliani/



Vincenzo Rimi

mafioso italiano (1902-1975)


Vincenzo Rimi (Alcamo, 6 maggio 1902 – Alcamo, 28 marzo 1975) è stato un mafioso italiano, legato a Cosa Nostra.


Biografia 


Figlio di un ricco proprietario terriero della seconda metà dell’ottocento, negli anni quaranta divenne il capo della cosca mafiosa del mandamento di Alcamo. 

Il sociologo Pino Arlacchi scrive che Vincenzo Rimi era "considerato come il leader morale di tutta Cosa Nostra siciliana degli anni Cinquanta e Sessanta".


Il figlio Filippo Rimi (1923) divenne cognato di Gaetano Badalamenti, avendo sposato la sorella della moglie. La figlia Antonina sposò il castellammarese Antonino Buccellato, esponente mafioso ucciso nel 1981. Fu sempre vicino ad ambienti politici della Democrazia Cristiana, in particolare al castellammarese Bernardo Mattarella. 

Il 16 settembre 1957 prese parte all'incontro all'Hotel delle Palme di Palermo, tra i boss della mafia americana e quella siciliana.


Fu condannato in primo grado e in appello all'ergastolo per l'assassinio, 

il 30 gennaio 1962, di Salvatore Lupo Leale, figlio di Serafina Battaglia. 

Il giovane era stato ucciso perché aveva progettato di vendicarsi dei Rimi, che riteneva colpevoli dell'omicidio del padre, espulso da Cosa Nostra. La Battaglia fu la prima donna che testimoniò contro un boss mafioso. Però nel 1971, in Cassazione la condanna fu annullata. 

Il nuovo processo portò il 13 febbraio 1979 all'assoluzione dei Rimi per insufficienza di prove. Il vecchio Rimi morì, nel suo letto, prima di quest'ultima sentenza. Secondo la testimonianza di Tommaso Buscetta, l'assoluzione dei Rimi fu possibile grazie a Gaetano Badalamenti, il quale richiese addirittura l'intervento dell'onorevole Giulio Andreotti recandosi personalmente presso il suo studio romano: i giudici del processo Andreotti ritennero riscontrata la circostanza dell'incontro tra Badalamenti e lo statista democristiano ma esclusero l’intervento manipolatorio di Andreotti


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Rimi




Pino Arlacchi

sociologo e politico italiano


Pino Arlacchi, all'anagrafe Giuseppe Arlacchi (Gioia Tauro, 21 febbraio 1951), è un sociologo, politico e funzionario italiano.


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Pino_Arlacchi




Bernardo Mattarella

politico italiano (1905-1971)


Bernardo Mattarella (Castellammare del Golfo, 15 settembre 1905 – Roma, 1º marzo 1971) è stato un politico italiano, più volte ministro della Repubblica Italiana.


L'atteggiamento nei confronti della Mafia


Nella fase iniziale del secondo dopoguerra era stato sospettato di essere «...tra i referenti nel rapporto tra la DC e la mafia». Di questo nel 1992 venne accusato anche dall'ex ministro Claudio Martelli: "Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la DC".


Secondo lo storico Giuseppe Casarrubea Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo Vincenzo Rimi, considerato in quegli anni al vertice di Cosa nostra.


Fonte:  

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Bernardo_Mattarella




Giuseppe Casarrubea (Partinico, 4 marzo 1946 – Partinico, 7 giugno 2015) è stato uno storico e saggista italiano.


Biografia


Figlio del falegname Giuseppe Casarrubea, militante del P.C.I. e della CGIL ucciso a Partinico il 22 Giugno 1947 dalla banda di Salvatore Giuliano nell'ambito di un attacco armato alla locale Camera del Lavoro, lasciandolo orfano ad appena un anno di vita[1]. Giovanissimo si lega all'attivista e sociologo Danilo Dolci e poi si dedica all'insegnamento. È stato dirigente scolastico della scuola media G.B. Grassi Privitera di Partinico. Si è poi dedicato alla ricerca storica dal 1978, anno della pubblicazione di due volumi sulle origini del movimento contadino nella provincia di Palermo per la casa editrice di Salvatore Fausto Flaccovio.[1]

Si è occupato di storia contemporanea siciliana e, particolarmente, dell'intreccio mafia-fascismo-Servizi segreti e ha collaborato con lo storico Nicola Tranfaglia. Ha anche fondato un archivio intitolato alla memoria di suo padre, ucciso nel 1947 dalla banda Giuliano.[1] L'archivio è costituito da carte desecretate provenienti dal Nara di College Park, dagli Archivi britannici di Kew Gardens e dal SIS italiano. Tra i faldoni dell'Archivio si trovano anche notevoli materiali del Sis (Servizio Informazioni e Sicurezza), del periodo della dominazione italiana della Jugoslavia (Archivio sloveno di Lubiana) e dei Servizi per la Sicurezza dello Stato di Budapest.

Importanti le carte dell'X2, il controspionaggio diretto in Italia da James Jesus Angleton (1945-47). A questo antenato della CIA si deve, secondo Casarrubea, l'utilizzazione del neofascismo in funzione anticomunista. Circostanza, questa, che si riscontra anche negli anni successivi al 1947, fino alla nascita di Gladio.

I lavori di Casarrubea, come quelli di Nicola Tranfaglia, si avvalgono spesso di documenti desecretati, provenienti dall'Intelligence di vari Paesi, ma anche dalle cancellerie di alcuni tribunali, come quelli del processo di Viterbo e dell'Appello di Roma riguardanti la strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947) e gli assalti alle Camere del Lavoro della provincia di Palermo (22-23 giugno 1947). Gli attacchi si svolsero sotto la copertura della banda di Salvatore Giuliano, ma con il consenso e con l'appoggio diretto di elementi dello Stato italiano e dello stesso governo di Truman.

È morto il 7 giugno 2015 dopo una lunga malattia[2].


Il libro su Portella della Ginestra


Uno dei suoi libri più importanti, "Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato" fu oggetto di un processo, intentato all'autore dal generale dei Carabinieri Roberto Giallombardo. Nella sentenza del processo Giallombardo-Casarrubea viene dichiarata la validità della sua ricerca storiografica. Scrive il giudice:[3] «Ed invero, nel libro di Giuseppe Casarrubea “Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato” sono sicuramente ravvisabili il metodo scientifico di indagine, la esaustiva raccolta del materiale utilizzabile, l'autorevolezza delle fonti, diverse ed esattamente individuate, nonché la correttezza di linguaggio e l'assenza di attacchi personali e polemici. Dalla lettura del libro si evince agevolmente inoltre che oggetto di studio è un evento passato, esaminato nella sua ampiezza e sotto varie sfaccettature.[...].DICHIARA Non doversi procedere nei confronti di CASARRUBEA GIUSEPPE in ordine al reato di cui al capo A), essendo lo stesso estinto per sopravvenuta prescrizione; ASSOLVE :Casarrubea Giuseppe dal reato ascrittogli al capo b) perché il fatto non costituisce reato, in quanto commesso nell'esercizio del diritto di critica storica».


https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Casarrubea




Pio La Torre

politico e sindacalista italiano (1927-1982)


Pio La Torre (Palermo, 24 dicembre 1927 – Palermo, 30 aprile 1982) è stato un politico e sindacalista italiano; ricordato per il suo impegno contro Cosa nostra, a seguito del quale venne assassinato per ordine di alcuni capi dell'organizzazione criminale tra cui Salvatore Riina e Bernardo Provenzano[1].


Era segretario regionale del Partito Comunista Italiano. Sulla base di una proposta di legge da lui presentata, venne promulgata la legge 13 settembre 1982, n. 646 (detta "Rognoni-La Torre"), che introdusse nel codice penale l'art. 416-bis, il quale prevedeva per la prima volta nell'ordinamento italiano il reato di "associazione di tipo mafioso" e la confisca dei patrimoni di provenienza illecita[2].


Origini e formazione


Nacque a Baida, un'antica frazione di Palermo, da padre palermitano e da madre originaria di Muro Lucano (in provincia di Potenza)[3], ambedue contadini molto poveri.[4] Sin da giovane si impegnò, finendo anche in carcere per il suo spendersi a favore dei diritti dei braccianti, prima nella Federterra, poi nella Cgil (dal 1952 come segretario provinciale di Palermo) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano. Lì, nel 1949, conobbe Giuseppina Zacco, dopo un anno la sposò e, da questa unione, nacquero due figli: Filippo e Franco.


Si laureò in Scienze politiche all'Università degli Studi di Palermo nel 1961.


Fonte: 

https://it.wikipedia.org/wiki/Pio_La_Torre




Maria Buccellato | Albero genealogico


Fonte

https://www.geni.com/people/Maria-Buccellato/6000000016745138734




Franca Marino Buccellato 


Franca Marino Buccellato (Marsala, 12 maggio 1931 – Marsala, 20 giugno 2019) è stata una politica e insegnante italiana.


Biografia 

Il padre, Angelo Marino, fu l'ultimo segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Marsala.


Fu dirigente del Movimento Sociale Italiano, Consigliere comunale di Marsala e poi consigliere provinciale di Trapani per il MSI, componente della direzione nazionale del suo partito e vice coordinatrice nazionale femminile. Nel 1979 si candidò al Senato per il MSI ma non venne eletta. Entrò invece alla Camera in occasione delle elezioni politiche del 1994 nel proporzionale per Alleanza Nazionale, dove fu segretario della Commissione parlamentare sulla destinazione dei fondi per la ricostruzione del Belice. Non è ricandidata nel 1996.


Nel marzo 2008 lasciò AN e nel 2009 aderì al Popolo della Libertà da cui si dimise nel marzo 2012. Nel 2015 fondò il movimento civico "Progettiamo Marsala" che nel 2017 si avvicinò a Diventerà Bellissima.


È morta nella sua città il 20 giugno 2019.


Fonte

https://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Marino_Buccellato




Accasfilm 


CONOSCERE IL PASSATO PER

COMPRENDERE IL FUTURO


Pagina Facebook


di Enzo Biagi 


https://www.facebook.com/AccasFilm




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