Due Paia di Scarpe (Omaggio a Vincent Van Gogh)

di Luca Federici

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Descrizione

Avevo quasi un anno d’età quando il 30 ottobre 1961, per ragioni politiche e propagandistiche, fu fatta esplodere la più potente bomba atomica sulla terra, si trattava della bomba Zar, che originariamente avrebbe dovuto avere un’energia calcolata in 100 Megatoni, poi il fisico Andrej Sacharov, che dirigeva il team di scienziati, preoccupato per il fallout radioattivo, convinse l’ideatore del test ovvero il premier sovietico Nikita Khruščёv a ridurla a 50 Mt. L’ordigno anche se depotenziato aveva un’energia 3125 più grande di quella di Hiroshima (16 Kt) e ovviamente gli effetti furono devastanti, basti pensare che l’onda d’urto generata dell’esplosione ruppe i vetri delle case a 700-900 km dall’epicentro e l'onda sismica originata fu percepita in tutto il mondo.
Da allora sono passati ben 55 anni e come si può immaginare la tecnologia militare nucleare si è sempre più sviluppata, la “vecchia” bomba Zar pesava 27 tonnellate, aveva un diametro di 2,1 metri e in lunghezza misurava 8 metri, pertanto per il trasporto richiedeva un velivolo predisposto ad hoc. Oggi le bombe termonucleari sono molto più piccole, leggere e versatili, per esempio la statunitense B61-12, dislocata anche in Italia nelle basi NATO, ha un peso di 315-325 kg, è lunga 3,58 m, con un diametro di 33 cm, quindi per il trasporto può contare su numerosi tipi di bombardieri e cacciabombardieri. Ha destato sorpresa e allarme l’annuncio della Corea del Nord (maggio 2015), che ha dichiarato di aver miniaturizzato le testate nucleari al fine di installarle su missili balistici a lungo raggio, ma è accertato che almeno dal 1990 diversi Stati, come USA, Russia e Israele, sono in possesso di mini armi nucleari portatili; basta guardare su Wikipedia “backpack nuke” o “mini nuke”.
Si stima che in questo momento le testate nucleari a disposizione delle varie potenze e superpotenze (USA, Russia, Francia, Regno Unito, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord), ammontino a circa 15.500 di cui quasi 4.000 pronte al lancio. Nel gennaio 2015, vista la corsa all’ammodernamento delle armi nucleari da parte di diversi Stati, gli scienziati del “Bulletin of the Atomic Scientists”, che gestiscono il Doomsday Clock ovvero l’orologio dell’apocalisse, hanno spostato la lancetta a tre minuti dalla mezzanotte (mezzanotte = fine del mondo), esattamente come nel 1984 quando un conflitto nucleare tra USA e URSS sembrava imminente. Oggi il rischio di un conflitto nucleare è senz’altro alto, infatti come già rilevato, USA e Russia, nonostante i trattati di disarmo in corso, hanno aumentato i fondi per l’ammodernamento degli arsenali nucleari, inoltre la Corea del Nord minaccia sistematicamente di guerra Stati uniti e Corea del Sud, ma preoccupa pure l’annuncio dell’ISIS di volersi dotare di armi nucleari per attentati in paesi occidentali. 
L’esperienza della vita dell’uomo sulla terra, così com’è stata per migliaia di anni, da un momento all’altro potrebbe cambiare drasticamente anche solo considerando, nella migliore delle ipotesi, un conflitto nucleare limitato. Tutti ci auguriamo che queste armi di distruzione di massa pronte a colpire servano solo da deterrente, vista la concreta possibilità di autodistruzione dell’umanità, così com’è stato dalla fine della seconda guerra mondiale fino ad oggi, ma sto cominciando ad angosciarmi, quindi sento il bisogno di fare qualcosa per esorcizzare la paura per la costante minaccia degli ordigni nucleari.
Uno degli effetti della bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki che più mi ha impressionato è quello delle ombre stampate sulle pareti dal flash dell’esplosione: nel momento della scissione dell’atomo di uranio (o plutonio) si libera una grande quantità di energia, che genera una specie sole-palla di fuoco, le cui radiazioni termiche, si parla di centinaia di migliaia di gradi, vaporizzano e/o carbonizzano tutto quello che si trova nelle immediate vicinanze. Per tutta una serie di fenomeni chimico-fisici i corpi e gli oggetti, interposti alla propagazione delle radiazioni termiche, assorbendo parte del calore lasciano impressa sulle superfici retrostanti la propria ombra. Quello che fa più rabbrividire è che le ombre fissate sui muri, sulle gradinate, sui pavimenti non sono solo di oggetti, ma anche di corpi umani che al momento dell’esplosione sono stati istantaneamente inceneriti dall’immane calore.
Poiché le ombre incise dall’atomica presentano una similitudine con quelle realizzate con la tecnica fotografica ho pensato di usare quest’ultima per stampare ombre come se fossero realizzate con un’esplosione nucleare; in altre parole è come se usassi la bomba atomica per creare stampe artistiche.
La tecnica più congeniale per creare questo tipo di stampe è senz’altro quella del “gommolio” (gumoil), il processo di stampa ideato da Karl Koenig nel 1990, si tratta di una variante del procedimento di stampa a contatto della gomma bicromata, in particolare anziché utilizzare un negativo si usa un positivo, che deve avere la stessa dimensione dell’immagine finale, inoltre le stampe hanno la caratteristica di essere ad alto contrasto ovvero senza grigi intermedi e, altro aspetto molto interessante, come tintura si utilizzano i tradizionali colori a olio, proprio quelli che la maggior parte dei pittori usano da secoli.
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