Auschwitz- rosso vita
Descrizione
Estratto dal diario del colonnello Mervin Willett Gonin, tra i primi soldati britannici che entrarono nel campo di concentramento di auschwitz
"...poco dopo l’’arrivo della Croce Rossa britannica, malgrado non necessariamente vi sia un legame tra i due eventi, che fu consegnata una quantità molto ingente di rossetto. Non era proprio quello che noi uomini avremmo voluto, noi invocavamo a gran voce centinaia e migliaia di altre cose e non so proprio chi fosse stato a chiedere il rossetto. Vorrei tanto poter scoprire chi era: fu l’’operato di un genio, un gesto di pura, incontaminata intelligenza. Credo che niente abbia aiutato quegli internati più del rossetto. Le donne giacevano nelle cuccette prive di lenzuola e senza una camicia da notte, ma con labbra rosso scarlatto; le vedevi vagare qua e là con solo una coperta gettata sulle spalle, ma con labbra rosso scarlatto. Vidi una donna morta sul tavolo autoptico e nella mano serrava un pezzo di rossetto. Finalmente qualcuno si era adoperato per far sì che tornassero a essere degli individui, erano qualcuno, non più solo il numero che avevano tatuato sul braccio. Finalmente potevano interessarsi del loro aspetto. Fu quel rossetto a restituire loro i primi brandelli di umanità.
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