Urphanomen Domina
Descrizione
Serie Urphanomen, per e-MOVO Mirr or Art. Gli Urphanomen, descritti da Friedrich Schelling come fenomeni primordiali, soggetti a continue metamorfosi, rappresentano un po’ il legame fra l’uomo, la natura, l’universo. L'Urphanomen è, secondo Henry Corbin, l'apparenza di un'immagine che ha la qualità di un simbolo. Per Eidegger l' Urphanomen è ciò che è originario, che non può essere ricondotto ad altro o, come dice Goethe, l' Urphanomen: "ideale, in quanto ultimo conoscibile, reale, in quanto conosciuto, simbolico, perché racchiude tutti i casi.Gli alberi della serie “Urphanomen” sono abitati dagli spiriti della natura nel divenire fenomenico ch mostra volti, sagome, urla, profili, oltre il tempo e lo spazio. I mostri che ci portiamo dentro sono memorie generazionali, i sé che portiamo inconsapevolmente con noi. Gli spiriti della natura si mostrano nel tempo della caduta dei veli. E’ nell’intervallo relativamente breve di apertura nel continuum spazio temporale che la coscienza affiora. E’ questo il momento della danza sacra che le piante, la terra, gli spiriti dell’aria salmodiano al Sole, dispensatore di Luce.
Dobbiamo sondare le profondità abissali che il pensiero tedesco ha racchiuso nel prefisso -ur per scoprire in Ur-phanomen, il fenomeno originario di Goethe, quel filo invisibile che passa attraverso le dottrine del simbolo elaborate da George Klages, per annodarsi all'etnologia e alla storia delle religioni. Insomma si apre un varco in quella barriera che Kant aveva eretto fra mondo e conoscenza attraverso l'inconoscibilità del noumeno. Goethe sostiene la perfetta esperienza della realtà noumenica mediante l’osservazione del mondo in fieri, in divenire. La forma per Goethe è una realtà fluida sul piano fisico, eppur costante sul piano ideale: è l’Urphànomen, fenomeno primordiale, un quid ideale, afferrabile solamente nella speculazione dell’intelletto.
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