URPHANOMEN ORANGE

di Mina Cappussi

quadri in vendita online - URPHANOMEN ORANGE

Descrizione

Esposto a

- Bologna - EXPO BOLOGNA 2015 DAL 23 GENNAIO AL 19 FEBBRAIO 2015 - Presentazione a cura prof. Philippe Daverio - dr- Giorgio Grasso.

- Scuderie del Quirinale – Complesso Monumentale di Sant’Andrea Mostra Good Vibration con Mogol dal 14 al 30 settembre 2015 - Catalogo Franco Maria Ricci

- 2015 ROMA – Sale del Bramante Chiesa di Santa Maria del Popolo – piazza del Popolo – Mostra con gli Artisti di Roma dal titolo “Bramante” dal 29 ottobre al 3 novembre 2015;

Gli Urphanomen, descritti da Friedrich Schelling come fenomeni primordiali, soggetti a continue metamorfosi, rappresentano un po’ il legame fra l’uomo, la natura, l’universo. L'Urphanomen è, secondo Henry Corbin, l'apparenza di un'immagine che ha la qualità di un simbolo. Per Eidegger l' Urphanomen è ciò che è originario, che non può essere ricondotto ad altro o, come dice Goethe, l' Urphanomen: "ideale, in quanto ultimo conoscibile, reale, in quanto conosciuto, simbolico, perché racchiude tutti i casi.

Gli alberi della serie “Urphanomen” sono abitati dagli spiriti della natura nel divenire fenomenico ch mostra volti, sagome, urla, profili, oltre il tempo e lo spazio. I mostri che ci portiamo dentro sono memorie generazionali, i sé che portiamo inconsapevolmente con noi. Gli spiriti della natura si mostrano nel tempo della caduta dei veli. E’ nell’intervallo relativamente breve di apertura nel continuum spazio temporale che la coscienza affiora. E’ questo il momento della danza sacra che le piante, la terra, gli spiriti dell’aria salmodiano al Sole, dispensatore di Luce.

In “Metamorfosi delle piante” 1790, Goethe vede nella natura un continuo produrre forme per poi disfarle, teatro di un costante divenire, nel gioco infinito della natura, che pur rinnovandosi conserva la sua unità, così come la pianta semplicemente dormiva nel seme; un modello iniziale, in sé rinchiuso, che giaceva ripiegato nella scorza. Una visione filosofica, quella di Goethe, di derivazione mistica e alchemica, che si serve del pensiero di Spinoza, di Leibniz e di Kant. L’Urphanomen, d’altronde, si può considerare un’estensione della dottrina platonica delle idee interpretata però in senso dinamico.

Dobbiamo sondare le profondità abissali che il pensiero tedesco ha racchiuso nel prefisso -ur per scoprire in Ur-phanomen, il fenomeno originario di Goethe, quel filo invisibile che passa attraverso le dottrine del simbolo elaborate da George Klages, per annodarsi all'etnologia e alla storia delle religioni. Insomma si apre un varco in quella barriera che Kant aveva eretto fra mondo e conoscenza attraverso l'inconoscibilità del noumeno. Goethe sostiene la perfetta esperienza della realtà noumenica mediante l’osservazione del mondo in fieri, in divenire. La forma per Goethe è una realtà fluida sul piano fisico, eppur costante sul piano ideale: è l’Urphànomen, fenomeno primordiale, un quid ideale, afferrabile solamente nella speculazione dell’intelletto.

Prenditi cura di un albero: proteggilo, sorreggilo, amalo. “La pianta - viene spiegato nell’iniziazione sciamanica amazzonica tra le popolazioni Shuar, Achuar e Shipibo-Conibo - appare abitata da un flusso di Spiriti, numerosi esseri immateriali diversi, i jonibo. La sacralità degli alberi e della natura intera impone una presa di coscienza dell’umanità e di rispetto di ogni forma di vita.

URPHANOMEN Orange

(English version)

Acrylic on canvas (70 x 100 x 2)

Exposed in Bologna - EXPO BOLOGNA 2015 from Jenuary 23 to february 19, 2015 - Presentation by prof. Philippe Daverio - dr- Giorgio Grasso.

URPHANOMEN Ceruleo Acrylic on canvas (70 x 100 x 2) The Urphanomen, described by Friedrich Schelling as primordial phenomena, subject to constant metamorphosis, representing the link between man, nature and the universe. The Urphanomen is, according to Henry Corbin, the appearance of an image that has the quality of a symbol. For Eidegger l 'Urphanomen is what is original, that can not be traced back to another or, as Goethe says, the' Urphanomen "ideal, as last knowable, real, as known, symbolic, because it contains all the cases. The trees of "Urphanomen" series are inhabited by the spirits of nature in becoming phenomenal that shows faces, shapes, screams, profiles, beyond time and space. Monsters that we carry inside are generational memories, the selves that we carry with us unknowingly. The spirits of nature will show in the time of the fall of the veils. It is in the relatively short range of opening in the space-time continuum that consciousness emerges. This is the time of sacred dance that plants, the earth, the spirits of the air chanting to the Sun, the giver of light. In "Metamorphosis of Plants" in 1790, Goethe sees nature producing a continuous forms before their summer break, the scene of a constant becoming, in the endless game of nature, which, while renewing preserves its unity, as well as the plant simply slept in the seed; an initial model, itself locked up, lying folded in the bark. A philosophical view, that of Goethe, derived mystical and alchemical, which uses the thought of Spinoza, Leibniz and Kant. The Urphanomen, moreover, can be considered an extension of Platonic doctrine of ideas, however, interpreted in a dynamic sense. We must probe the abyssal depths that the German thought he enclosed in ur code to discover in Ur-Phanomen, the original phenomenon of Goethe, the invisible thread that passes through the doctrines of the symbol developed by George Klages, for knotting and ethnology history of religions. So found an opening in the barrier that Kant had erected between world and knowledge through the unknowable noumenon. Goethe supports the perfect experience of noumenal reality by observing the world in the making, in the making. The form for Goethe is a fluid reality on the physical plane, yet constantly on the ideal plan: is the Urphànomen, primordial phenomenon, a quid ideal, graspable only in speculation of the intellect. Take care of a tree: protect, sorreggilo, love him. "The plant - is explained in the initiation Amazonian shamanic between populations Shuar, Achuar and Shipibo-Conibo - is inhabited by a flow of spirits, many different immaterial beings, the jonibo. The sacredness of the trees and the whole of nature requires an awareness of humanity and respect for all life.

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