PLACATE LE ONDE
Descrizione
L'opera riporta questa poesia:
UNA SOLA PELLE
La pelle invia muti richiami,
un brivido corre lungo la schiena,
una febbre sale e inebria la mente.
Allungo le mani, sfioro il velluto,
le braccia si tendono a cercare la stretta
per avvolgere in spire sempre più forti.
Inizia il cammino dentro di te.
Mi abbandono alle acque calde e salate,
umori e sapori di maree
come danze muovono in lenta dolcezza,
per scuotere poi con ondate di rabbia sferzante.
Continua il viaggio nella meta raggiunta,
respiro il tuo corpo, vorrei sentirti più piano,
ma è la tempesta che detta i suoi tempi.
Cerco invano il naufragio per sbattere
e morire contro le rose dei tuoi scogli.
Non è più concesso, la mia pelle è la tua,
dentro te trovo me stesso,
dentro me carezzo la tua anima.
Placate le onde, posato su sabbie roventi,
non apro il respiro per potermi rialzare,
non muto la pelle per trovare, di nuovo, il mio corpo,
voglio restare in te, ancora e ancora.
Allontano l’illusione che esplode in un attimo
e sembra offrire solo un fugace abbraccio
di milioni di gocce,
mi annullo appagato dalla dimensione
che fonde le carni in una sola marea.
Quando avvertirai quel senso di vuoto,
non pensare alla legge crudele che separa le membra, dimentica l’idioma di quei muti richiami di acque salate, riponi nei sogni l’idea di quell’unico involucro,
dischiuso e perduto,
non pensare..
D.Z.
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