"Donna con gallo" è un quadro singolare: in nessuna parte del mondo è usuale vedere una donna con un gallo sulla testa, eppure... la scena ci appare plausibile. Familiare, persino.
Lo sguardo furbo della ragazza rimanda ad una complicità, ad un'intesa col volatile che sembra fatta di segreti episodi vissuti... "insieme" (!). Un curioso sodalizio uomo-animale che suggerisce un parallelo con il rapporto (simil-psicotico, invero!) esistente tra un antico professore di diritto e la sua cagnetta nella novella pirandelliana "La carriola". Quale, in quel caso, l'nconfessabile segreto? L'austero notabile, nel chiuso del suo studio, gioca con il povero animale alla "carriola" (gli mantiene, cioè, sospese le zampe posteriori e l'obbliga a una strampalata camminata su quelle anteriori), dando così libero sfogo, ogni volta che gli è possibile, al lato folle e impresentabile che vive in lui...
All'osservatore che sposti l'attenzione dall'alto verso il basso, "Donna con gallo" rivelerà una diversità di "definizione": la minuziosa descrizione del piumaggio del volatile si coniuga con lo stile morbido del viso di lei, dove i confini si fanno più sfumati e, infine, con una camicetta dai tratti ancora più semplificati, quasi naïf.

Questo quadro mi mette allegria. Magnifico!