La madonna della pandemia

di Giosuè Fernando Cino

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Descrizione

XL° PALIO DELLE CONTRADE

“CITTÀ DI FUCECCHIO”

2021

Il Cencio

Il quarantesimo Palio delle Contrade “Città di Fucecchio”, presenta delle peculiarità sicuramente rilevanti: primo perché si corre dopo un anno di assenza del Palio e secondo perché è il primo Palio che si corre in era Covid, con tutti gli accorgimenti e le precauzioni che la pandemia richiede.

E’ dunque uno spartiacque.

Sarebbe stato molto bello poter dire: 40° Palio in era post-Covid, ma questa dicitura è ancora prematura e mal si adatta agli eventi che stiamo vivendo. Al massimo potrebbe assumere il significato di “speranza”, di desiderio che tutto ritorni quanto prima alla normalità per farci sorprendere da tutto quello che di straordinario c’è nella normalità.

Riscoprire che il vivere quotidiano non è vita piatta e monotona. Pian piano ci siamo innamorati di ciò che davamo per scontato, abbiamo dato valore al sorriso, abbiamo capito il calore di una stretta di mano, quanto manchi un abbraccio, dell’importanza dello stare insieme.

Il Cencio che ho dipinto vuole essere proprio d’augurio per un ritorno alla “straordinaria normalità”, una normalità tanto disprezzata in era pre-Covid quanto ricercata in questo periodo difficile.

E quando abbiamo bisogno di essere ascoltati, aiutati, confortati (come dei bambini che hanno paura dell’uomo nero) a chi ci rivolgiamo se non alla mamma.

La figura di Maria madre è la parte focale del cencio.

Maria è l’icona della Madre per eccellenza, sia dal punto di vista religioso che laico, è portatrice di vita e di speranza.

E’ una Madonna di piazza, è una Madonna di tutti che secondo la tradizione, durante la peste del 1630 tenne lontano l’epidemia ricevendone una macchia sul volto. Ora la invochiamo perché ci consoli e ponga fine all’ attuale pandemia.

Sulla destra della Vergine è stato posto un Ulivo simbolo universale di Pace, è un olivo secolare ma non maestoso perché nel corso degli anni ha subito le ingiurie del tempo e dell’uomo, ma è sempre riuscito con la forza che gli è propria a germogliare e a dare frutti.

E’ l’immagine rappresentativa della resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità, coltivando le risorse che si trovano dentro di noi.

E’ l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri.

Simbolicamente ho voluto che le radici traessero linfa dalla Vergine Maria

La scalinata della Torre di Mezzo incastonata tra lecci e piante sempreverdi viene qui utilizzata come simbolo di Fucecchio, ed è intesa come metafora del nostro cammino di vita, rappresenta la via che ognuno di noi percorre durante la propria esistenza.

La Vergine Maria schiaccia col piede il serpente, da sempre simbolo della tentazione umana che tiene in bocca in questo 2021 il “Virus Covid”, il moderno frutto proibito che tanto dolore e morte ha portato nel mondo qui rappresentate dai teschi sulla destra.

In basso sulla destra di chi guarda troviamo i libri, simbolo del sapere e della scienza, ed un passo che Dante Alighieri, (di cui ricorre quest’anno il 700° anno della sua morte), ha scritto nel V° Canto del Paradiso 41-43 della Divina Commedia che assume valore di monito e si dimostra di una attualità incredibile:

Apri la mente a quel ch’io ti paleso, e fermalvi entro;

ché non fa scienza, sanza lo ritenere, aver inteso.

Apri la mente a quello che ti spiego e fissalo nella memoria; infatti l'aver ascoltato non produce conoscenza, se non si rammenta.

Forse l’uomo e l’umanità hanno dimostrato una mente spesso labile?! Di tutto il brutto che è successo da che esiste l’uomo, non abbiamo fissato quasi niente nella nostra mente?!

“Historia magistra vitae” dicevano i latini, ma la storia con noi ha perso, non facendone “Conoscenza” ricadendo sempre nelle stesse tentazioni ed errori?!

Questo Cencio è dedicato a San Candido Martire, patrono di Fucecchio, di cui ricorre il 350° anniversario dell'arrivo delle reliquie del santo.

E’ dedicato anche a tutti i Contradaioli che come tutti gli anni con passione e dedizione mettono il loro cuore e le loro competenze per la riuscita ottimale della manifestazione, e a tutti i Fucecchiesi che in questo periodo difficile hanno saputo rispondere da par loro alle limitazioni che la pandemia ci ha imposto.

Alle istituzioni attente ai bisogni della nostra città.

  A tutti gli operatori sanitari: medici, infermieri, volontari, associazioni, ecc... che con il loro impegno al servizio di tutti hanno contribuito a rendere la conoscenza scienza.

                                                               Giosuè Cino


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