Descrizione

Premessa scientifica per comprendere il dipinto:

Ogni evento od osservatore fisico è costretto entro il suo "cono spazio-temporale" (immaginiamo due coni classici euclidei, uno in piedi sulla base e l'altro capovolto posto perpendicolarmente sul vertice del primo). L'evento osservatore "attuale" è il punto di vertice comune dei due coni euclidei, sotto vi è il cono del passato, e sopra (il cono capovolto) il futuro. La base del cono del passato rappresenta tutte le possibili eventualità (dal punto di vista dello spazio-tempo) della nascita dell'evento, mentre la base del cono del futuro (quella superiore) rappresenta tutte le possibilità del termine o morte dell'evento. La generatrice del cono spazio-temporale, ovviamente, è la velocità della luce.

Ma ora viene il bello: lo spazio infinito intorno al cono è PRESENTE INDETERMINATO. 

Volgarmente significa che non esiste per l'evento osservatore: non vi e' possibilità di causa-effetto, di interazione alcuna. L'unico modo interattivo NON è mai nel presente, ma solo nel passato o nel futuro, od in entrambi. Occorre che il cono di un altro evento intersechi il nostro. Se questo non succede, bene, l'altro evento non esiste e non è mai esistito, almeno per l'evento osservatore vertice del cono

Il soggetto del racconto pittorico, Mosè, è rappresentato entro il suo cono spazio temporale, ove l'anima, attraversata la nube del mistero, emigra verso Dio (definito con due rette che in fisica logica si congiungono all'infinito se si proiettano tutti i punti su un cerchio).

Mosè protrae la mano verso la fiamma mistica che dal nulla oscuro, entro il quale si muovono gli universi, emana luce a simboleggiare che la luce è oscillazione del nulla e la materia, essendo luce condensata, è di conseguenza prodotto di una illusione.