Piazza del Duomo, 9 Firenze, Toscana - Italia
Dal 24 febbraio al 1° agosto 2022 le tre Pietà di Michelangelo Buonarroti saranno esposte per la prima volta al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Le tre sculture sono state ricongiunte e disposte una accanto all’altra nella sala della Tribuna di Michelangelo del Museo e ciò darà modo di vedere da vicino e nei dettagli l’evoluzione artistica di uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento Italiano.
L'evoluzione artistica di Michelangelo
Michelangelo, uno degli artisti più rappresentativi del Rinascimento Italiano, si dedicò alla realizzazione delle tre Pietà in periodi diversi nel tempo.
La Pietà Vaticana
La Prima Pietà (Vaticana) fu commissionata al giovane Michelangelo in occasione del Giubileo del 1500 e fu collocata per la prima volta nella cappella di Santa Petronilla per poi essere spostata a San Pietro dove ancora oggi la si può ammirare.
Si tratta di uno dei più grandi capolavori dell'artista, una scultura che colpisce per via dell'aspetto levigato e intatto del corpo di Gesù tra le braccia della Vergine Maria, un'immagine che è simbolo e anticipazione della resurrezione di Cristo dopo la morte.
La Pietà Bandini
La Seconda Pietà (Bandini) fu realizzata molti anni dopo, intorno al 1547. In quel periodo l’artista era ormai anziano e in preda a alla depressione causata dal timore della morte e del giudizio divino.
Michelangelo non concluse la realizzazione dell’opera ed anzi, negli anni l’artista decise di martellare la statua rompendola in diversi punti: sono ancora evidenti i segni di rottura sulla spalla, sul petto, sul gomito di Gesù e sulla mano di Maria. Nonostante ciò, la Pietà fu acquistata nel 1561 da Francesco Bandini.
Dal 1981 è possibile ammirarla al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze.
Pietà Rondanini
Michelangelo iniziò a lavorare alla Terza Pietà (Rondanini) tra il 1552 e il 1553. L’opera fu ritrovata nello studio dell’artista dopo la sua morte e fu acquistata nel 1744 dai marchesi Rondanini. La Terza Pietà rappresenta la conclusione del percorso artistico e religioso compiuto dal Buonarroti nel corso della sua vita.
In particolare, l’opera sembra dimostrare la capacità dell’artista di guardare oltre le apparenze e, al tempo stesso, di non riuscire a ricreare ciò che è riuscito a contemplare attraverso la sua fede.
Dal 1952 la Pietà Rondanini è esposta al Castello Sforzesco di Milano.
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