Biografia

Nato il 19 luglio del 1943 al Pallonetto, uno dei caratteristici quartieri della Napoli povera, il maestro Alfonso Palma è il primogenito di 7 figli. Da ragazzo intraprende studi di elettrotecnica che porta a buon termine nonostante la prematura morte del padre. L’evento lo costringe, seppure ancora adolescente, ad un’ulteriore carico di responsabilità condizionando le sue giornate nelle quali alterna allo studio il lavoro, accompagnando talora il nonno elettricista, tal’altra impegnandosi in quel poco che la realtà locale può offrire ad un ragazzo giovane ed inesperto. Matura in tal modo una serie di esperienze che lo avvicinano ulteriormente agli aspetti più vivi e reali dell’esistenza, sviluppando in lui quella sensibilità e quella semplicità che tuttora lo contraddistinguono. Intanto inizia a maturare le prime esperienze lavorative in varie aziende della città come progettista di impiantistica elettrica e, dopo un triennio trascorso alla guida dei convogli ferroviari, gli si aprono le porte degli stabilimenti Alfa Romeo di Pomigliano D’Arco. In realtà i ritmi della vita di stabilimento nonché quelli della vita familiare – nel 71 si è sposato ed avrà 3 figli – rallentano ma non sopiscono quella che è la sua vera passione: la pittura. E finalmente ha modo di conoscere quello che sarà il suo grande maestro, il prof. Roberto Carbone. Da medico di famiglia, accortosi della buona disposizione al disegno di Alfonso, Carbone diviene il suo spirito guida che lo sorregge e lo accompagna nel mondo sconfinato della pittura ad olio. Autore di La composizione in pittura (Miller 1984), Roberto Carbone saprà affascinare e poi condurre Alfonso verso la pittura en plein aire dove l’artista, armato di spatola, si confronta con un mondo di stimoli infiniti da ridurre nelle anguste misure di una tela, dove nulla è dato al caso e dove masse e colori ridistribuiscono ordine nel caos degli eventi. La domenica e qualsiasi giorno festivo da poter rubare ai ritmi della fabbrica, divengono una più che buona occasione per caricare cassetta e cavalletto e, raggiunto l’amico, vagare per strade e parchi di una Napoli sonnolenta alla ricerca di quell’attimo di rapimento dinanzi ad una macchia di colore, ad una radice sporgente, ad un casolare abbandonato. Da questo sodalizio maturano un centinaio di lavori che rappresentano ad oggi un particolare periodo dell’artista Alfonso Palma nel quale egli è stato in grado di raggiungere livelli di produzione mai toccati in precedenza e che si pone come massima espressione della sua pittura en plein aire. I toni della produzione pittorica del ventennio che va dagli anni 70 agli anni 90, pur non essendo mai gli stessi – ma aprendosi ad una varietà la cui ricchezza rifugge ogni catalogazione – esprimono la libertà creativa acquisita e l’energia vitale smisurata che prevaricano le ristrettezze economiche conducendo l’artista a tradurre le sue emozioni in immagini e colori, in sentimenti e sensazioni. Le sue opere non nascondono emozioni forti e talora distruttive ma lasciano a chi osserva una speranza, una luce, quella che conduce oltre la solitudine sfumando ruoli e convenzioni sociali. La morte prematura del maestro ed ormai amico Roberto lascerà riaffiorare lo sconforto e quel senso di paradosso che sovverte l’ordine costituito e lascia spazio al caos come all’indifferenza. La produzione pittorica degli anni Novanta risente di questa nuova grave perdita. Siamo in un universo pittorico espressivo decisamente diverso dal precedente dove la comunicazione si fa più ermetica e metafisica e dove l’artista sembra fuggire il dialogo alzando barricate fatte di tocchi di pennello sovrapposti. Alla macchie ed a i colpi di spatola dettati dall’istinto e dall’impeto dell’emozione vanno sostituendosi lente e più mature riflessioni al cavalletto che dalla strada rientra gradualmente nello studio a dare spazio a fantasmi mai sopiti. L’esigenza di manifestare questi sentimenti forti di rabbia e dolore e tuttavia l’incapacità di stabilire un dialogo con chi lo circonda – forse per il desiderio di non turbare i suoi cari – si manifesta anche in diversi scritti poetici. Attualmente il maestro Alfonso Palma continua a dipingere molto attivamente producendo numerose opere di indiscusso valore che testimoniano l’ormai elevato livello di maturità artistica raggiunto. La sua pittura appare adesso anche più serena e distesa che nel decennio precedente, pur continuando a trasmettere una profonda sensazione di riflessione e giudizio che il pittore lascia perennemente aperti su se stesso prima ancora che sul mondo.