Giuseppe Bacci

Per amore dei sogni:

Paradigma del pixel nell’arte di Assunta Cassa

La ricerca artistica fin qui compiuta da Assunta Cassa è un carosello di opere e di idee talmente ricco di colori e di toni da far pensare che l’artista abbia voluto dar fondo al suo mondo dell’immaginario e dell’intelletto. Lentamente, ma con precisione, volti e idee sgusciano dai chiaroscuri e si stagliano e si affermano con prepotenza di tratti e di voci. I volti “pixati” sono in funzione delle idee, idee personificate e appassionate: tanta è l’intensità con cui vivono la loro storia interiore. I “suoi pixel”, riferimento imprescindibile nella sua ricerca pittorica, per poterli contemplare non bisogna avvicinarsi troppo fisicamente, altrimenti le immagini che compongono si allontaneranno da noi dissolvendosi, per divenire solo colore e svanire completamente.

I pixel indicano gli innumerevoli punti che compongono la visualizzazione di una immagine digitalizzata su un monitor di un computer quindi, anche per l’artista, ripercorrendo il percorso inverso, l’unione di tutti questi piccolissimi puntini dà origine al frame e l’unione di tutti i frame riconsegna l’immagine in movimento. 

Movimento dei soggetti rappresentati e staticità dei pixel: sono queste le antinomie del campionario utilizzate nell’interpretare la cifra stilistica di Assunta Cassa, rappresentando proprio un ossimoro in ordine alle vicende della sua ricerca artistica. 

Assunta Cassa si è applicata agli studi sui pixel per tirarne fuori il lato dogmatico e creativo e in questa chiave ha successivamente approfondito gli studi e dipinto personaggi a lei più familiari. I suoi ritratti evocano una sensazione generale, anche se non definita, di una lontana eco rinascimentale. 

Da qui in avanti la sua produzione artistica si è andata via via ampliando nell’esplorazione di nuovi terreni, complice anche la presenza di alcune contrarietà con la quale convive con caparbietà e determinazione, ma che la spingono a dare il massimo per liberare tutte le sue energie. 

La fruizione delle opere raccolte nella sezione Libertà, di color indaco, si raggiunge in una lettura contestuale dei testi pittorici, dove si leggono il peso dei nostri limiti, gli errori, le emarginazioni, le malattie, gli imprevisti di ogni genere che sono sintomo di regressione e di decadenza. 

Queste opere permettono di cogliere il fil-rouge nell’arte di Assunta Cassa che crea figure del contemporaneo, in un insieme assortito e organico in cui scoprire motivi e ragioni dell’arte in prospettiva “soprannaturale”, dove la libertà è simboleggiata dal color indaco che l’artista ha individuato, forse, in virtù del film Il colore viola del 1985 diretto da Steven Spielberg liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Alice Walker pubblicato nel 1982. Ma perché Alice Walker, famosa scrittrice statunitense, intitola il romanzo Il colore viola? Il viola è il colore del campo di fiori dove la storia principia e dove la stessa si conclude, sintetizzata nella frase: “Io credo che Dio si incazza se tu, di fronte al colore viola di un campo di fiori, neanche te ne accorgi”, ma analogamente è anche il colore che allude alla libertà tanto agognata dalle donne protagoniste del film. 

Se chiedessero ad ognuno di noi che colore attribuiremmo alla libertà sicuramente le risposte sarebbero tante e diverse quante le nostre teste e altrettante come le sfumature dei colori esistenti… 

Nelle opere di Assunta Cassa l’ammanierato spazio dagli scuri cromatismi e dalle rigorose composizioni delle ferree sbarre si espande nei volti solari in cui campeggia la luce degli occhi, che è il luogo del corpo in cui si riflette l’anima; occhi che si contrappongono alla privazione di libertà con un sovrappiù di luce. 

L’opera Why, 2016, induce alla percezione della lontananza, della solitudine, della fragilità, poiché la scena su cui si svolge il vissuto quotidiano è intrisa di sofferenza e fragilità. 

Methafors, 2017, è il ritratto dedicato ad Alphonso Johnson, celebre bassista statunitense riconosciuto come miglior stickista jazz-fusion degli anni Settanta, per la copertina del suo nuovo disco. Egli, nella sua carriera, ha suonato con artisti di calibro internazionale come i Weather Report, Carlos Santana, Billy Cobham, Wayne Shorter, Crusaders, Stanley Clarke, Quincy Jones, Sarah Vaughan, Phil Collins, Airto Moreira e Pino Daniele… Il suo volto, nel ritratto citato, dai lineamenti fortemente virili, dà nel contempo l’impressione di estraniarsi e di essere del tutto immune dalla contaminazione del luogo in cui si trova. Condizione, questa, ravvisabile, spesso, solo tra i “veri uomini” che con dignità e fierezza fanno percepire nell’aria un positivo vento di consapevolezza e responsabilità, bramoso di un futuro diverso e migliore. 

Si passa così dalla libertà impressa negli occhi, con lo stile dei grandi e dei puri, alla libertà del viaggio, passando dalla libertà dell’autodeterminazione… Nelle opere della sezione Libertà si riflette il romitaggio dell’anima nel suo dirigersi verso quella autodeterminazione. Nel percorso iconografico di Assunta Cassa l’identificazione dei personaggi non è ancora del tutto distinta in quanto l’individuo solo verso l’approdo è alla ricerca dell’incondizionata libertà e identità, paradigmi universali dell’umano riscatto accompagnati da intime suggestioni stimolanti affrancamento, manifestazioni della fatica nella ferialità, riflessioni sul rincorrersi dei lavori e dei giorni. Il tutto si sviluppa in un iter che, dall’universale all’individuale, dalla razionalità al sentimento, dal contingente all’immateriale, provoca la presa di coscienza intellettuale totale e incondizionata, accendendo il desiderio del cuore, fino ad arrivare ad un atto di amore con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le forze; ne è un esempio I ragazzi che si amano, 2013. È indubbio che Assunta Cassa abbia liberato la sua acuta e creativa arte per poter parlare dicendo amore, laddove diventa sinonimo di bellezza misteriosa ed elusiva la donna Con passo leggero, 2015, nel momento in cui il movimento e la luce scaturiscono dal treno in Joie de vivre, 2016, e la felicità insorge similmente a questo suo andare incontro alla vita, dove gioia e letizia della bambina appaiono in uno squarcio pittorico di luce che lascia pregustare la beatitudine del viaggio quale sinonimo di libertà ma anche di fuga, di conciliazione, di pace: niente è più bello del momento che precede il viaggio. Partire per l’artista è una gesto ardito e affascinante, che genera nell’animo una gioia per colui che sa dare valore alla libertà. La sua pittura è piena di fantasticherie interiori, fulminee ed emozionanti come in Fuga, 2014, dove la protagonista della tela, decisa e irremovibile non lo era mai stata, ma nella consapevolezza dell’atto dà segno di diventarlo. 

Inconsapevolmente in Restare, 2017, l’artista ci vuole rendere partecipi di una scelta difficile e spinosa. Forse quella fatta con cuore sofferto conoscendo, nel completo paradosso, con esattezza quello da cui si fugge, ma non quello che si cerca restando. E i desideri in questo caso hanno le forme del treno. Viaggiare è come sognare… 

La Valigia, 2014, contribuisce a rafforzare la riflessione di come la vita prosegua il suo corso misterioso e predeterminato. La ragazza non la si vuole immaginare con il cruccio dell’inquietudine del domani, ma i desideri sono ormai suoi compagni affezionati. Il futuro lo vede ogni giorno guardando fuori della “finestra” della propria anima, nel tentativo di far nascere quella “libertà per divenire donna”. Il luogo più bello è il proprio cuore. 

Ma il vero viaggio inizia nella mente e nell’avere nuovi occhi, così ben esplicitati nella sezione arancione Io ti vedo, i cui dipinti sono emblematiche metafore. Gli occhi della mente e del cuore devono armonizzarsi per esclamare commossi alla magnificenza del Creato. Però a volte i nostri occhi sono ciechi oppure, spesso, quello che ci appare vive di una luce inaccessibile. È per questo che ai nostri occhi sofferenti lo splendore di ciò che ci circonda è da ricercare, poiché l’uomo contemporaneo dagli occhi terreni, nella vita di tutti i giorni, scorge, prima di ogni altra cosa, il senso dell’inumana tragedia e scopre così, poco a poco, spalancando gli occhi della mente e del cuore, degli aspetti nuovi della propria esistenza, in un ginepraio di contraddizioni, circostanze felici o avverse, gioie o dolori. 

Quel mondo, che Assunta Cassa grida con colori forti e composizioni vibranti nella coinvolgente sezione pittorica Non solo tango, color rosso, dichiara l’urgenza del recupero di identità, la grandezza delle cose semplici, la sublimità della natura, l’aspirazione dei desideri. Le eccitate stesure cromatiche esaltano passioni e pulsioni che si assolutizzano in una atmosfera rarefatta, già annunciata nelle prime composizioni pittoriche. Assunta Cassa si cimenta spesso con il tema del ballo in un turbinio di sentimenti contrastanti, visioni romanticamente crepuscolari, richiami primordiali, con protagonisti dagli sguardi pieni di inquietanti interrogativi, di sguardi compassionevoli, di eloquenti silenzi, di angosciata solitudine, di universale riscatto. La bellezza dei corpi, esaltati nel plastico splendore del gesto e delle forme del ballo, si oppone, attraverso la metafora, alla vita grama e grigia condotta dagli stessi. In queste opere si coniugano bellezza e passione e il movimento consueto del tango connaturalmente si espande e intellettualizza il moto fisico dei ballerini, simulando l’agitarsi del panneggio in una rievocazione tradizionale. Si tratta, in entrambi i casi, di bellezza antica e nuova, pacatamente suggestiva perché capace di accendere il desiderio del nuovo attraverso l’esasperazione del pixel e dell’indefinito, spronando la fantasia a disegnare incantevoli luoghi. Nelle danze dipinte da Assunta Cassa, a catturare la sua attenzione sono situazioni in cui i suoi occhi si posano sulla coppia e sui loro turbamenti emotivi. Nel segmento Non solo tango si percepisce subito la forte impressione che questi soggetti devono aver suscitato nel suo sentire nel momento stesso in cui gli si sono rivelati, cosicché il suo stile pittorico parlava in modo incerto, come se le mancasse la forza di introdurre argomenti che aveva in animo, di avviarli e sviscerarli a sufficienza come invece ha fatto successivamente, con la sua innata riservatezza, in una atmosfera fatta di tranquillo, duro e serio lavoro, di ripetuti bozzetti, sempre pronta ad imbarcarsi in una concisa disamina. E la sua capacità di intuizione si manifesta nell’acuità della forza dei soggetti trattati con la stessa partecipazione con la quale tratta concetti di vita e morte, di tenebre e luce, di fine e principio, componendo un perfetto equilibrio che si traduce nel suo atto d’amore verso il ballo. Il tema della passione, della sensualità non poteva sfuggire alle intenzioni pittoriche dell’artista. Si avvicendano così, negli anni, opere come Tango metropolitano, 2012, Tango on the street, 2013, Travolgente pizzica, 2013, Tango del cuore, 2014, A tempo di tango, 2014, Molo sud, 2014, Iloveyou, 2015, dove Assunta Cassa disegna il suo amore verso il ballo conducendo emotivamente il fruitore attraverso un magico sortilegio di forme e colori. Ripropone quel magico sortilegio di forme e colori anche in piccole opere racchiuse nella sezione color blu, Le cassette. Opere prêt-à-porter, in cui l’artista, ironizzando sul suo nome di famiglia con accenti onomatopeici, crea piccole tele racchiuse in teche artigianali di diversi colori. Da qui il nomignolo (Le cassette) e il cimelio che esse racchiudono diventano arte simbolica: le immagini sono luminose e archetipe metafore universali fatte pittura, diventando così elementi assoluti che segnano il corso della sua ricerca artistica. 

Dalle pagine di questo volume, emerge come la storia della ricerca artistica di Assunta Cassa sia avvolta di ordinaria virtù e aperta a sempre nuovi approdi, nella consapevolezza che – partendo dall’assunto che ogni teoria, anche la più elaborata, può rivelarsi utile in alcune occasioni, ma altre volte mostra propri limiti perché la natura umana è di origine complessa ed è soggetta a continui cambiamenti – ogni teoria mantiene sempre il valore di ipotesi e non dobbiamo confonderla con la verità. 

Mente e corpo sono un’unità inscindibile: ogni nostro gesto o espressione, compresi l’immobilità o il silenzio, assumono un loro significato. Attraverso il linguaggio non verbale possiamo esprimere emozioni e sentimenti; ne consegue che è impossibile non comunicare. Il mondo interiore di Assunta Cassa si esprime attraverso la mediazione del corpo, esteriorizzandosi nel gesto pittorico che diventa così il mezzo attraverso cui si rendono visibili quelle manifestazioni psicologiche più complesse, che implicano cioè una elaborazione cognitiva e un vissuto soggettivo e che chiamiamo sentimenti o affetti. Le emozioni sono alla base degli affetti e ci rendiamo conto di esse sul piano psicologico solo attraverso un processo di elaborazione simbolica e mentale, processo che anticipa ciò che l’artista realizzerà poi. 

L’impegno profuso ha qualificato la sua ricerca artistica: lo sforzo è riuscito perché, analizzando il suo percorso artistico, si può confermare che abbia raggiunto l’obiettivo: da appassionata della pittura è diventata pittrice, impegnata in una prolifera attività espositiva accompagnata da recenti riflessioni sull’arte e sulla cultura tout court. 

In dialogo con i tempi della contemporaneità porta ad essere esperti delle cose straordinarie dell’arte, esigendo il continuo superamento dell’orizzonte umano – da qui il titolo della mostra Oltre l’orizzonte – per spaziare verso la creazione artistica. 

Tale ricerca di Assunta Cassa, tuttora in fieri, non può non aprirsi ad ulteriori sviluppi nella logica di una “nuova stagione culturale” per una sua crescita artistica. Si tratta di guardare al futuro intuendo i segni dei tempi per promuovere nuove produzioni artistiche.