Giuseppe Marrone

Assunta Cassa, rapimento e dinamismo estetico di una ricerca 


Sensualità, movimento, esecuzione che nell’atto, nella forma e nella materia profuma, emana l’emozione sensuale del ballo, lo impone visivamente, lo chiama e fa appello allo spettatore, il fruitore dell’opera che, stordito, emozione più forte del rapito coinvolgimento, sente il proprio interno sconvolto da esplosioni virtuose di colori e materia. Il soggetto, il ballo, il movimento, la danza che smuove l’esistere continuo in un’accensione di un attimo fissata per sempre sulla tela.

Dinamico erotismo, crescente eppure fermo, immobile, ma veloce, irrefrenabile cerebralmente e emotivamente, in grado di scatenarsi e di scatenare in un lampo l’emozione più violenta, la vertigine più alta del senso percettivo più intenso. Guardare un’opera di Assunta Cassa è come tornare al peccato originale, emotivamente parlando, un’esperienza di forte coinvolgimento dei sensi nel vortice dei colori e nella dinamica dei movimenti delle figure come dello spazio che partecipa, colmando, le zone di confine di questa intensissima e appagante ricerca del bello. Il bello viene vissuto nella sua purezza di emozioni, ma anche, proprio per la sua scioltezza del viverlo, quasi in modo irruento, come un gesto sulla pelle dolce e sensuale. Dolcezza di sentimento e proprietà erotica giocano insieme e parlano la stessa lingua espressiva, si rincorrono, si fondono, si aggrediscono riuscendo a parlare attraverso un mondo emotivo che spunta fuori quando non l’aspetti arrivando in testa e tracciando geometrie percettive che, forse, nessuno sperava di poter provare. L’arte di Assunta Cassa è qualcosa di primigenio per il fattore emotivo, un’esperienza da fare è vivere le sue opere dal vivo e lasciare che parte di quella passione entri nella propria testa prima e poi in profondità nelle sfere percettive. Sensualità e amore, dolcezza e passione, si muovono con e nelle figure che danzano, che sorprendono per la naturale ricerca di un piacere del gesto, per la bellezza di comporre un movimento umano e, sempre con enorme naturalezza, cercare un raffinato senso estetico nell’erotismo del ballo, un piacere non scritto, impossibile da non esprimere, cercato, volutamente impresso con i colori in modo che il fruitore dell’opera possa partecipare di questo senso del bello che scorre sulla pelle di chi ha saputo imporre all’erotismo della danza la normalità di una donna che vive le emozioni secondo un senso che ha a che fare col gusto impossibile da tacere per la bellezza della vita. 

Il bello del vivere, la gioia di vivere, però, non sempre vince, la melanconia, a volte, ha uno spunto tangibile in alcune opere, ma sempre con naturalezza. Tutte le fasi della vita vanno vissute, la pittrice, Assunta Cassa, ha una profondità e contezza che ogni momento può essere affrontato e vissuto con una prospettiva emotiva unica, legata a quell’atto imprescindibile che è il fatto pittorico. Ecco che diventa impossibile fare a meno di apprezzare anche l’opera in cui il soggetto non è il ballo e il dinamismo più felice, ma anche la ricerca costante di senso che accompagna e deve accompagnare ogni ora del dato esistenziale, più o meno gioioso, purché sempre vissuto, dannatamente autentico. 

Cassa è una pittrice completa e prima ancora una donna che ha un senso progredito della propria ricerca di vita oltre che pittorica.

Apprezzare le sfumature che le emozioni pulsanti attraversano con forza le sue opere è come provare un brivido che dalla schiena volge alla testa, che dagli occhi, strumento percettivo, nutre tutto il corpo con una sensualità forte e discreta.

Tecnicamente tutto si rivolge a questa ricerca, dall’uso della materia che appare e poi rarifica se stessa con voluta o inconscia volontà, all’uso dei colori, una gamma cromatica decisa, cercata con la soave energia di trasmettere qualcosa che arriva puntualmente e che sortisce un rapimento. Questo è un fatto estetico di grande spessore. Nessuna ricerca dovrebbe prescindere dalla propria autoconsapevolezza di essere un medium che agisce attraverso la propria arte. Quando scompone il soggetto in punti precisi lo fa per un senso di ricerca e c’è la forza di imprimere un significato che va cercato nel tentativo, geometrico, di razionalizzare questo tutto scorre interiore che approda all’esito inesausto della partenza dove un treno è l’immagine esistentiva dell’opportunità. Non è possibile sapere cosa Assunta Cassa provi con esatta scienza quando dipinge un treno, ma forse, potrebbe richiamare e cristallizzare un’occasione, un’opportunità, una ricerca ancora aperta, esistentiva prima, cioè quotidiana, ed esistenziale poi, cioè del senso complessivo del vivere. 

Quando scompone, quando impone un ritmo percettivo, quando dispone un ordine cromatico, se dovesse accelerare il dinamismo, nulla sarebbe fatto in modo retorico, ma spontaneo, naturale. 

Potrebbe sembrare ovvio, a questo punto, ma parlare di emozioni, di passioni e di vita non è ovvio e non esiste il metodo per farlo. Assunta Cassa ha il suo metodo incredibilmente riuscito di farci percepire questo, indipendentemente dall’emozione o dall’esperienza che si può aver vissuto o meno, ma è un viaggio che convince attraverso zone di confine tra corpo e mente, percezioni e emozioni, cerebrale e passionale, una fusione e una ricerca di questo gioco costante come due ballerini che si guardano nel gesto della danza.