Maxs Felinfer

Per quale motivo ho scelto le opere di Assunta Cassa per questa mostra nel Centro Pacetti? Perché si sviluppa intorno al Tango, a me tanto caro? Perché parlano di un ambiente e di un’atmosfera a me familiari? Perché sono delle opere con un trattamento materico molto ricco e un uso spregiudicato del colore? Probabilmente tutto ciò può avere influenzato a mia scelta, ma in realtà io so che la sua opera supera di gran lunga le mie valutazioni e penso, perché non dirlo, anche quelle che Lei stessa le attribuisce. Si tratta di un opera viva, piena di sfaccettature che la fanno viaggiare dai sobborghi di Buenos Aires o di Parigi alla visione di un’umanità digitale che tenta di ricomporsi nei fugaci contatti di un bacio o in una danza coinvolgente. Tutto appare come in un teatro claunesco che si avvolge da ambienti suggestivi, a volte aperti ed altre volte in ombre piene di personaggi intrappolati, che fanno da coro ai vividi arlecchini danzanti. Tutto ciò accade, come è logico che sia nei tempi della comunicazione virtuale, in un grande schermo, dove i pixel che formano l’immagine, vengono esaltati per creare questa dicotomia fra due viaggi, uno nel romanticismo del ricordo e un altro verso questa esaltata modernità in cui tutti siamo immersi. Infine, deduco che avere l’opportunità di dialogare con l’opera di Assunta è senza dubbio importante poiché ci metterà di fronte a stadi del nostro mondo interiore che vale la pena rivisitare attraverso le sue opere.