Biografia
Un percorso di vita con l'arte al mio fianco già dai 9 anni
Nel 2001 attiva con altri amici l'associazione "La Bottega degli Artisti", un gruppo di volontari per l'arte che si ritrovano a dipingere insieme in spazi messi a disposizione dal Comune di Ravarino al fine dello sviluppo delle attività creative poi tali opere vengono esposte presso Enti Pubblici in occasione di Manifestazioni locali.
Nel 2014 l'esperienza acquisita sia come artista che come promotore dell'arte, lo induce a dar vita con alcuni amici artisti all'Associazione Culturale "Artisti di Bottega", precisamente il 19 Febbraio 2014, con deposito dell'atto costitutivo il 20/02 stesso anno. Nasce pertanto l'associazione culturale "Artisti di Bottega" (www.artistidibottega.it). Primo evento di rilevo realizzato "UN MUNICIPIO D'ARTE - ESPRESSIONI ", presso Teatro e Municipio del Comune di Ravarino (Giugno 2014), con patrocinio Regione Emilia Romagna. La sede viene messa a disposizione dal Comune di Ravarino in Via San Rocco 11. Bulfarini viene nominato Presidente dal Consiglio Direttivo.
Bulfarini è autodidatta, di cultura universitaria, laureato in giurisprudenza. Già da ragazzo dimostra le sue attitudini di creativo ed anche di socializzatore, oltre ad un profondo interesse per l'arte, proponendosi all'attenzione ben presto come pittore, per poi nel corso degli anni e di un lungo approfondito studio, rivolgere lo sguardo anche alla critica ed all'organizzazione di iniziative artistiche ed eventi. Ha partecipato e partecipa su invito a programmi televisivi in reti locali. Nel Maggio 2014 è stato intervistato per la sua arte innovativa nella trasmissione molto seguita in Regione Emilia Romagna del conduttore Giornalista Andrea Barbi in Tele Radio Città (TRC), interviste anche su TeleQui e Tele Studio Modena. Saltuariamente scrive commenti critici su autori di livello nazionale in riviste d'arte, ed introduce alla lettura critica degli eventi cui partecipa o delle iniziative alle quali è invitato, stante la sua approfondita conoscenza settoriale. Come artista si è cimentato saltuariamente in opere scultoree, anche se principalmente il suo percorso è di pittore. Dopo le primissime opere figurative degli inizi ed un periodo legato al surrealismo, ha fatto seguire la serie sull'Egitto e le c.d. opere o "TRAME NEURONALI", dettanti il senso di un'intelligenza fisica e razionale che sorretta da leganti chimici, "sinapsi", fa emergere, immagini, rivelazioni di un mondo altro, dal quale poter attingere idee, pensieri, sensazioni. In queste opere spesso inseriva volti femminili che fatti oggetto di metamorfosi, fornivano espressione di emergenze proprie del sub conscio, collegabili a stati d'animo propri di un mondo ludico, interiore ed irrazionale, che si illumina di ispirazioni, dedotte dai piani superiori della coscienza. Dal 2009 l'Artista è impegnato in un confronto a distanza con l'amico artista Marino Lecchi con cui stante le profonde affinità di pensiero ha condiviso la fondazione del movimento "INDETERMINISMO ESTETICO", che basa su uno specifico manifesto letto nella sua sintesi in una trasmissione dell'Aprile 2010 su Tele Studio Modena.
Bulfarini di fondo è un ricercatore ed ogni quadro è innovativo ed unico pur nel percorso "Indeterminista estetico" di cui è cofondatore e promotore. Un percorso che guarda al futuro dell'arte, tralasciando la mera inventiva per proclamare le ragioni della pittura ma con una nuova futuribile idealità. Bulfarini parte dall'analisi dello stato dell'arte e propone il futuribile avendo presente una visione che si accosta in termini speculativi ai progressi della nuova scienza che ebbe natali nello sviluppo della meccanica quantistica e che prefigura scenari cosmici stupefacenti. Egli ritiene che l'uomo sia all'inizio di un percorso che filosoficamente, ma non solo, lo condurrà in dimensioni cosmiche oggi ancora non testabili ma ben speculabili, sia a livello di micro che di macro cosmo. Le sue opere riflettono questa speculazione. Franco si avvale di tecniche composite originali e non convenzionali, tuttavia non rinnega la pittura ad olio su tela, che lega a modalità innovative coniugando l'antico modo di procedere delle botteghe d'arte rinascimentali coi nuovi materiali anche cromatici di cui sfrutta le immense potenzialità espressive. Il suo è un continuo processo di costruzione, ma anche frammentazione alchemica della materia cromatica. In ambito figurativo innovativo e per certi versi verista prospettico, di quel mondo indefinibile ricercato in angoli profondi della mente in cunicoli oscuri su cui fare luce per far apparire nuove appaganti visioni. Ogni tanto si produce in ritratti che considera esercizi utili per fare altro. Le sue opere "indeterministe" si connotano per la complessità misterica che producono e per l'utilizzo di una ricercata gamma cromatica, ma non mancano simbolismi introdotti spesso per legare il tutto ad una riflessione sul nostro tempo presente pur nell'immagine indeterminista proiettata alla speculazione cosmica di cui si è detto. Di tanto in tanto ama anche prodigarsi in opere di contenuto sociale o sociologico, ove riflettere e far riflettere filosoficamente sulle principali problematiche che affliggono l'umanità nel contemporaneo riflettendo al contempo sul senso dell'esistere. Recentemente ha modificato lo stile definendo opere di nuova intensità formale. La nuova serie di opere sono definite "Figurazione Avveniristica", sono opere molto complessi che percorrono tematiche filosofiche e morali o speculative di altre dimensione lette sul di un piano non tanto scientifico ma emozionale ed umanistico al contempo. Nascono diverse opere che trovano lusinghieri consensi da parte della critica prevalente e diversi sono i premi ed obiettivi raggiunti. Dal 2020 intende elaborare nuovi progetti che terrà custoditi per un po di tempo in attesa di raggiungere un numero adeguato di opere. Questo progetto di realizzazione del nuovissimo stile troverà la luce in una personale itinerante per diverse città che si terrà dal 2024, Covid19 permettendo. Bulfarini ritiene che "Agli artisti è lecito sognare perché è questo il bello dell'arte, ed un progetto è un mezzo sogno realizzato nella mente, una creatura da cullare fino alla nascita".
Testi critici che illustrano il percorso artistico/concettuale del maestro
Franco Bulfarini, di Ravarino Modena
Avvicinarmi a Franco, soprattutto quando la prossemica è di tipo critico, ha la doppia connotazione della facilità personale - dovuta alla sua naturale attenzione all'altro e, per converso, la sosta obbligatoria ed assoluta che un'indagine artistica, naturalmente, impone. Non che vi siano aspetti di concettualità esagerata, anche se, volendo (ma in modo distorto) si potrebbero identificare dei percorsi iniziatici oggi troppo di moda. Franco non ci pone di fronte a delle iniziazioni esoteriche, o a delle analisi che ineriscono più la terapia che non l'espressività; nella sua opera complessiva il segno dell'evoluzione stilistica ed ideologica è molto evidente. È, insomma, percorso nel vero senso del termine, con i suoi milieu e le sue svolte ma, costantemente, con la sua presenza personale sempre manifesta. Franco si "firma" quasi costantemente nell'ombra o nei riflessi delle proprie opere (non li voglio chiamare "quadri" perché Bulfarini impiega una vera forma di contrappunto artistico che si avvicina parecchio a quello musicale, e polifonico, per di più), vuole assumersi direttamente la responsabilità di quanto espone. Ed ecco, innanzitutto, la presenza costante della donna, presa essenzialmente nella sua parte più diretta - il volto - giocata con un imprinting ritrattistico che, però, non la congela. Dalle sue prime espressioni in cui il volto femminile ha la classicità dei preraffaelliti o degli iperrealisti (non sono così distanti, poi), si arriva alla donna-simbolo (Nefertiti, Cleopatra sicuramente ma anche Lucrezia, Madame de Recamier...) mai svisata, ma integrata; la donna resta donna, centrale e primo mobile. La scelta che, tuttavia, sta sempre più dimostrandosi evolutiva, di riprendere essenzialmente lo spazio egiziano antico anche secondo i canoni della grande scenografia alla E del tardo '800, porta alla necessaria riappropriazione del segno, che è geroglifico (ma non di maniera, vista la sua evidente storicità) o meramente grafico in una sintesi enorme che riporta tanto alla monade di Leibniz quanto alla cosmologia di Kandinsky, o meglio, alle utopie filosofiche che partono dal Medioevo ed arrivano all'Enciclopedia. Operazione colta, dunque? Sì, ma anche autentico gusto per l'analisi, il confronto e la gioia della luce eterna, che non deve essere confusa con l'illuminazione esoterica ma con il piacere dell'espressione. Franco gioca con moduli sempre più variegati, eppure resta fedele a se stesso, alla sua interazione, che non teme di mostrarci regolarmente. Totalità, sempre ed io presente...poi, il resto è poesia.
Critico Mario Bizzoccoli (Carpi 2007)
Esprimere con parole le chiavi di lettura dell’arte di Franco Bulfarini non è semplice. Non basta “leggere” i linguaggi visuali che egli utilizza: le linee, i ritmi, i volumi, gli spazi, i colori; occorre conoscere anche la storia di questo “operatore dell’arte e per l’arte” perché la sua formazione artistica presentita fin dall’infanzia, dopo le plurime esperienze adolescenziali si è sviluppata nutrita da studi culturali alti e da una capacità di indagare la storia dei popoli per meglio conoscere l’umanità. Promotore e animatore dal 2001 della “Bottega degli artisti” con sede a Ravarino di Modena per l’innato bisogno di comunicare, egli è anche un affermato e ricercato critico d’arte. Occorre guardare le sue opere utilizzando due registri: quello emotivo e quello razionale. Se il primo ci avvince per la ricca cromia, per le complesse composizioni ove il dato figurativo si stempera sempre più efficacemente, come è per le più recenti opere, in una trama astratta, il secondo registro, quello della razionalità, ci permette di cogliere i significati simbolici sulle problematiche sociali del nostro tempo, dall’inquinamento del territorio alla violenza, alla condizione femminile, al razzismo, per dirne di alcune. Occorre pur dire che talvolta la componente razionale predomina sul risultato estetico per quel suo bisogno di comunicare già evidenziato. Questo rigore culturale conferisce alle sue opere una pulizia formale ed una ricchezza di soluzioni estetiche originali grazie a tecniche miste che rendono e renderanno sempre più riconoscibile e personale il suo stile. Ne sono testimonianza le opere della serie Metamorfosi ove la trama compositiva ispirandosi ad elementi della natura, a screpolature di minerali o di vegetali, accoglie e dilata brani di profili o di corpi umani accomunandoli ad un identico destino e coinvolgendo in questi messaggi l’osservatore più attento e sensibile.
Critico Prof. Romano Pelloni (Carpi 2007)
Franco Bulfarini, artista modenese, approda alla pittura informale dopo una intensa e proficua fase di sperimentazione figurativa che gli ha permesso, in seguito, di sviluppare una particolare forma di originalità creativa. Attraverso le sue opere è possibile intravedere impressioni della quotidianità, con una analisi attenta e dettagliata, di quelle che sono le questioni più urgenti ed attuali. Più recentemente ha elaborato immagini di qualità cromatiche che alludono ad esposizioni di personaggi e situazioni apparentemente surreali che interagiscono continuamente con il passato come recupero dei valori universali dell’umanità. E’ una commistione di valori e significati in continuo conflitto tra loro, con oggetti e figure che si compongono come rappresentazioni astratte dove la spontaneità dell’insieme pittorico è apparentemente inadeguata alla complessità psicologica. Proprio per questo Bulfarini, esprime anche nella assoluta inosservanza delle regole pittoriche, con ausilio di virtuosismo tecnico e capacità di sintesi quali ulteriori momenti indicativi della sua evoluzione poetica.
Critico Antonio Castellana (Mirandola 2008)
Espressione artistica ricca di sviluppi narrativi da cui emerge la valenza
del messaggio e la volontà comunicativa di grande impatto visivo.
Critica Prof. Anna Francesca Biondolillo (2010)
Di seguito la sintesi scritta nel 2011, del manifesto redatto nel 2010, fondante il Movimento artistico “Indeterminismo Estetico”. La prima mostra dei fondatori Franco Bulfarini e Marino Lecchi è fu realizzata, presso la libreria Papavero Giallo di Cavezzo MO di Antonella Iaschi, nel 2011. Lo stesso anno il manifesto venne proclamato presso la televisione modenese Tele Studio Modena durante la trasmissione Observer condotta dal giornalista Tito Taddei.
Il Manifesto dell’indeterminismo Estetico (sintesi)
Noi “Indeterministi estetici” da attenti ricercatori poniamo a fondamento della nostra arte lo sviluppo del pensiero. La nostra indagine si palesa come momento meditativo in senso trascendente ed evolutivo dell’universo se non di un possibile multiverso, per coglierne le molteplici e infinite architetture singole e d’insieme. Una tale indagine non può prescindere sul piano creativo e artistico dalla meticolosa analisi della materia, intesa come colore e forma. E’ attraverso questo “modus operandi” in apparenza tradizionale che rendiamo visibili e palpabili dati immateriali e trascendenti. Le immagini che ne emergono appaiono quindi sorprendenti e innovative. Indagare il cosmo a livello di percezione estetica significa attivare un percorso di crescita personale rivolto all’infinito, sorretto da tappe necessariamente evolutive. Concettualmente ricerchiamo dati estetici traghettati da mondi altri che quindi non ci appartengono, ma che ci attraggono giacché suscettibili di speculazione tanto fisica quanto psichica. L’artista può essere un coraggioso precursore solamente ponendosi di fronte al dipinto con lo stesso spirito libero di un’astronauta, che con il suo vascello spaziale naviga audace, ben oltre le colonne d’Ercole, o la nebulosa di Orione al fine di esplorare, attraverso l’illusione della pittura, i mondi eterei propri della mente.
Franco Bulfarini – Marino Lecchi (Cavezzo 2011)
Attraverso l’operato artistico di Franco Bulfarini, viene ridefinito il concetto di spazio. Non più una realtà legata ad accademismo geometrico di architetture prestabilite. Non più bilanciamenti ottici ed equilibri segnici. Bulfarini sdogana così la geometria visiva conosciuta finora. Decisamente interessante il lavoro che il Maestro fa attraverso il suo Indeterminismo Estetico. Viene ridefinito il concetto di puramente bello. La forma assume una propria linguistica. La cromia ha una sua precisa calligrafia. La linea viene lasciata libera di vagare lungo i labirinti del non noto. Vengono abbandonate le classiche strutture segniche. Ormai imprigionate nei tableaux contemporanei, per indagare un segno che rifiuta il suo essere razionale. La geniale follia del gesto, da ordine alle cose. Si viene così a creare un nuovo universo in cui a prevalere sono linee fuori asse e bilanciamenti che risiedono nei così detti “ non luoghi “ della psiche.
Critico Prof. Salvatore Russo (Roma 2011).
Incanta Franco Bulfarini, perché davanti ad una sua opera l’osservatore sente sempre più le linee, i contorni, le forme, le prospettive diventano come luoghi metafisici dai risvolti inquietanti e misteriosi. I titoli stessi che di primo acchito dovrebbero aiutarci a comprendere, a disvelare il significato di un’opera, infine ne aumentano il senso del mistero attraverso giochi di parole raffinati. Le sue opere stuzzicano l'immaginario collettivo attraverso continui rimandi all’essenza ontologica dell’arte, che diviene paradigma della vita stessa. L’armonia finale è piena e la fantasia acquista vera profondità: il mono-cromatismo si spalanca di fronte ai sogni, cosicché il sogno fugge dall’immagine bidimensionale per divenire metafora di un aldilà puro ed ideale. Franco Bulfarini è artista d’avanguardia, pieno di estro creativo e di “invenzioni” artistiche originali: lo spettatore deve necessariamente soffermarsi davanti ad una sua opera, che non può lasciare indifferenti.
Critico d’Arte Dr. Nadine Giove (Brindisi 2012)
Franco Bulfarini o il mistero della totalità
Avvicinarmi a Franco, soprattutto quando la prossemica è di tipo critico, ha la doppia connotazione della facilità personale - dovuta alla sua naturale attenzione all'altro - e, per converso, la sosta obbligatoria ed assoluta che un’indagine artistica, naturalmente, impone. Non che vi siano aspetti di concettualità esagerata, anche se, volendo (ma in modo distorto) si potrebbero identificare dei percorsi iniziatici oggi troppo di moda. Franco non ci pone di fronte a delle iniziazioni esoteriche, o a delle analisi che ineriscono più la terapia che non l'espressività; nella sua opera complessiva il segno dell'evoluzione stilistica ed ideologica è molto evidente. È, insomma, percorso nel vero senso del termine, con i suoi milieu e le sue svolte ma, costantemente, con la sua presenza personale sempre manifesta. Franco si "firma" quasi costantemente nell'ombra o nei riflessi delle proprie opere (non li voglio chiamare "quadri" perché Bulfarini impiega una vera forma di contrappunto artistico che si avvicina parecchio a quello musicale, e polifonico, per di più), vuole assumersi direttamente la responsabilità di quanto espone. Ed ecco, innanzitutto, la presenza costante della donna, presa essenzialmente nella sua parte più diretta - il volto - giocata con un imprinting ritrattistico che, però, non la congela. Dalle sue prime espressioni in cui il volto femminile ha la classicità dei preraffaelliti o degli iperrealisti (non sono così distanti, poi), si arriva alla donna-simbolo (Nefertiti, Cleopatra sicuramente ma anche Lucrezia, Madame de Recamier...) mai svisata, ma integrata; la donna resta donna, centrale e primo mobile. La scelta che, tuttavia, sta sempre più dimostrandosi evolutiva, di riprendere essenzialmente lo spazio egiziano antico anche secondo i canoni della grande scenografia alla E del tardo '800, porta alla necessaria riappropriazione del segno, che è geroglifico (ma non di maniera, vista la sua evidente storicità) o meramente grafico in una sintesi enorme che riporta tanto alla monade di Leibniz quanto alla cosmologia di Kandinsky, o meglio, alle utopie filosofiche che partono dal Medioevo ed arrivano all'Enciclopedia. Operazione colta, dunque? Sì, ma anche autentico gusto per l'analisi, il confronto e la gioia della luce eterna, che non deve essere confusa con l'illuminazione esoterica ma con il piacere dell'espressione. Franco gioca con moduli sempre più variegati, eppure resta fedele a se stesso, alla sua interazione, che non teme di mostrarci regolarmente. Totalità, sempre ed io presente...poi, il resto è poesia.
Critico Dr. Mario Bizzoccoli (Carpi 2013)
… L’uomo è un essere spirituale, che compie il suo cammino sulla Terra, risvegliando la propria coscienza morale nel contatto con i suoi simili, ognuno di noi trova il suo Sé Superiore nell’incontro, soprattutto spirituale con altri, che per un’artista sono i fruitori. L’opera di Bulfarini ed il suo microcosmo estetico da terapia artistica che si rivolge alle forze della libera espressione cognitiva. Le forme della mente, come inafferrabili contenitori alchemici si stanziano sulla tela dai colori vividi, creando un processo di “Indeterminismo Estetico”, movimento artistico di cui Bulfarini è fondatore e promotore. Non è pertanto possibile afferrare i processi bio-fisici della mente, li si può in parte cogliere attraverso un’immagine indeterminata, un vero e proprio processo di frammentazione alchemica della materia compositiva e cromatica. L’artista si avvale di tecniche composite originali e non convenzionali, non rinnega la pittura ad olio. Il suo è un continuo processo di crescita interiore, il suo fare nello studio delle possibilità artistiche della mente umana, ricorda gli studi di Piet Mondrian nella sua opera “Evoluzione”. In ambito figurativo è sicuramente un pittore innovativo e per certi versi realista , sempre alla ricerca di quel mondo indefinibile che va indagato in angoli profondi della mente, in cunicoli oscuri su cui fare luce, per far apparire nuove appaganti visioni.
Critico d’arte Dr. Giorgio Grasso - da catalogo “Arte a Palazzo”, Bologna 2014, Galleria Farini Concept .
Bulfarini è semplicemente fantastico, la sua pittura astratta e visionaria è in breve approdata ad un “indeterminismo estetico” che ha l’ambizione di un movimento, respiro e presupposti di un’Avanguardia. Le sue opere – sempre tecniche miste su tela – sono talmente mosse e articolate, ameboidi e geometrizzanti al contempo, da non lasciar respiro. Sono concentrati di energia visiva e psicologica, esplorazioni di altre configurazioni, riscoperte di dimensioni nascoste del nostro ambiente ma anche del nostro "Io" dove l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande collimano.
Critico e giornalista Fabio Bianchi (Piacenza 2014)
La poliedricità di Bulfarini risiede nei diversi ruoli che lo vedono protagonista nel panorama artistico, egli è pittore, teorico e critico. La passione per l’arte lo ha portato a tanto, percorrendo la strada dell’autodidatta.
La sua pittura è figlia di una corrente da lui stesso teorizzata, l’indeterminismo Estetico, “una speculazione formale ed iconografica del tutto innovativa atta a rendere il nuovo percorso dell’immagine dall’Uomo all’infinito”, da come si legge nel Manifesto 2010. Parte della ricerca portata avanti da lui e dal collega Marino Lecchi, si concretizza nella volontà di superare quell’impasse in cui attualmente si trova l’estetica contemporanea. La nuova estetica avvalorata dall’Indeterminismo di Bulfarini cerca di aggirare e risolvere il corto circuito dell’arte odierna, in cui lo sperimentalismo imperante ha distolto gli artisti, paradossalmente, da un nuovo ambito di ricerca, fissandosi su un già noto, nella stagnante riproposizione di formalismi avanguardistici. Le opere di Franco Bulfarini riportano sulla tela forme astratte e figurative, rese con una variegata gamma cromatica, ricca di forza che tende verso nuovi orizzonti. In esse si ritrova un mondo altro, definito “neuronale”, di diretta derivazione metafisica, intriso di simbologie inconsce, ludiche e ispirate. Il mondo altro verso cui ci si deve spingere è il nuovo che deve avanzare, non si può restare immobili, e tale movimento è portato nei dipinti, creati su tele quadrate, forma geometrica definita perfetta dall’Indeterminismo Estetico. Il movimento di Bulfarini e Lecchi si chiede, inoltre, dove sia finito lo spirito innovatore che è sempre stato il quid dell’artista, consapevole, ex ante, della propria capacità e del proprio ruolo di audace esploratore. Il “multiverso” che si estrapola da una delle opere in catalogo, realizza questa visione plurima e poliedrica che non può prescindere dalla ricerca estetica contemporanea, che deve virare verso un continuo evolversi. La visione di Bulfarini, che a tratti ricorda visioni di estetica futurista, si riappropria del medium pittorico tradizionale, avvallandone il contributo concettuale e non avvicinandosi ai nuovi media. La strada della “Maniera Nuova”, come lui e il suo compagno d’arte Lecchi, la chiamano, appare tracciata, al fruitore è riservato il posto d’onore per accedere all’analisi della materia, per giungere ad evolutivi modelli di nuova conoscenza.
Dr.ssa Azzurra Immediato (Bologna 2014) - Dal Catalogo realizzato in occasione dell’evento artistico “Arte a Palazzo” presso Galleria Farini Concept Bologna.
Franco Bulfarini, fa della pittura il suo mezzo d’espressione privilegiato. Nasce nella provincia di Modena e si laurea in giurisprudenza. Fonda insieme ad altri artisti l’associazione “Artisti di Bottega” il cui nome ci riporta indietro nel tempo, al mondo degli artisti-artigiani, prima che le accademie imponessero un’immagine di arte come attività dell’intelletto oltre che di mano. La qualità tattile delle opere di Bulfarini rimanda a questa dimensione di un’arte che si plasma dalla materia e attraverso la materia, dà vita alle forme; sembra di poter visualizzare l’idea che della pittura aveva Michelangelo, come arte per via di porre. Il quadro con cui Franco Bulfarini si presenta a questa Triennale è un’opera della serie Indeterminismo estetico e dal titolo “Percezione da un mondo altro”. E’ il viaggio nel cosmo, in quella dimensione eterea fatta di pianeti fluttuanti, un viaggio infinito, come infinita è la ricerca dell’artista di scoprire le ragioni di esistenza dell’uomo. Anche se l’essere umano non è qui fisicamente presente lui è il protagonista delle riflessioni che si celano dietro queste simbologie cosmiche, energiche e piene di vita, dai colori vivi e densi, un insieme di forme e colori addensanti in una sorta di horror vacui. Bulfarini non rappresenta la terra così come essa è, ma come essa viene pensata, attraverso ripartizioni geometriche di elissi, rette, rombi, che rendono l’immagine assolutamente astratta e priva di riferimenti concreti. E’ il mondo altro a cui attingono le aspirazioni e l’immaginazione del pittore; è la forma perfetta del cerchio che racchiude i nostri pensieri frammentati nell’indeterminatezza che essi assumono quando si uniscono a quelli degli altri. E’ un’indagine interiore, emotiva, quasi una missione, quella che sente Bulfarini mentre indaga l’universo dell’animo umano, cercando di convertire al suo credo anche il fruitore del quadro, instaurando con lui un dialogo serrato fatto di simboli. Queste opere vengono realizzate con l’attenzione di un alchimista che cerca di trasmutare la materia nelle sue tre fasi, di cui questa in esame rappresenta senz’altro l’albedo. Bulfarini non perde tempo a rimpiangere il passato, proiettato come è verso un futuro quasi fantascientifico, mostrandosi ai nostri occhi un po’ mago un po’ indovino.
Critica Dr.ssa Federica Peligra (“Gli artisti del nostro tempo” 2015, in occasione Triennale di Roma ).
Franco Bulfarini considera l’uomo all’inizio di un percorso che filosoficamente, ma non solo, lo condurrà in dimensioni cosmiche oggi ancora non testabili ma ben speculabili, sia a livello di micro che di macrocosmo. Le sue opere attuali, concepite in un contesto univoco di forme e di cromatismi, riflettono questa speculazione.
Critica Dr.ssa Silvia Arfelli (Forlì 2016)
Libertà dell’atto creativo
Franco Bulfarini è una spiccata personalità del mondo artistico e culturale, pittore, critico d’arte, organizzatore di mostre, presidente di associazioni artistiche, iniziatore di movimenti artistici innovatori. L’arte di Franco Bulfarini ha il dono dell’universalità. Libero dai limiti di obiettivi determinati, mai succube di un’immediata e limitata deduzione, lascia sempre intravvedere il lato fondamentale del soggetto, che si presta a multiple interpretazioni e prospettive infinite. All’inizio, attratto dal mondo dei misteri egizi, le sue ricerche erano indirizzate verso un’esplorazione dell’arte figurativa e surrealista. I ritratti, frontali, avevano atteggiamenti e costumi specifici dell’epoca, ma nei tratti fisiognomici aleggiava un’espressione generica: così ne “Il Faraone nero”, aureolato da copricapo e ornamenti dorati, con il volto di un qualsiasi giovane guerriero; così in una Nefertiti, presa di profilo, in atteggiamento regale, il viso contornato di luce, ma con la vivacità e il calore della donna contemporanea; e ancora in Metamorfosi in cui nell’accostamento tra donne e leonessa si allude alla “discendenza psicologica” della donna-felino. Nelle pieghe del tempo e dello spazio, sotto la “sorveglianza” dell’occhio supervisore, che diventerà un segno caratterizzante delle sue opere e il simbolo grafico della sua ricerca artistica, sono inseriti momenti storici dell’umanità in continua evoluzione. Nel suo Omaggio alla femminilità è rappresentato in una sola immagine il prototipo delle donne di varie culture di diversi paesi del mondo. La ricerca artistica di Bulfarini non è quella di un esteta che specula sulla sovrastruttura del fenomeno artistico per proporre certe idee o suggerire certe soluzioni, ma uno stato d’animo vitale, un modo profondo e viscerale di evadere, di rompere con la convenzionalità, di distaccarsi definitivamente da vecchie collocazioni unanimemente accettate, per partire, anche da solo, alla conquista di un mondo sconosciuto, indefinito, ma assoluto, di integrazione cosmica. La sua presa di posizione, istintiva e nello stesso tempo razionale, impegna la sua partecipazione estetica, ma anche etica, nella poetica del colore e della prospettiva e lo conduce alla Percezione da un mondo altro. Espressioni grafiche complesse servono all’artista a mostrare trasformazioni, sviscerare, frantumare, analizzare e collegare in rischiose collisioni di mondi, Rotta di collisione. L’occhio diventa cellula che accumula gli elementi di un’esistenza tellurica, modificati, spostati, deformati dai movimenti spaziali, Cellula del microcosmo in viaggio nel macrocosmo. Bulfarini, nel suo virtuale e onirico distacco dal terrestre, vuole raggiungere mentalmente la percezione di complessi flussi di energie quantistiche, pur rimanendo con lo sguardo legato ai significati dell’uovo-genesi. Nel centro della vita, vincolato da un’infinità di legami, intrecci, radici indistruttibili, misteriose e impenetrabili, c’è il ventre materno generatore di perpetua esistenza che, in mezzo a creature sconosciute, aliene, vincerà il minaccioso spettro della morte, Morte e vita oltre l’universo percettibile. Nella sua visione, la forma del globo oculare diventa palcoscenico di un’infinità di esseri del microcosmo che percorrono galassie, strane concrezioni figurative in incessante movimento cosmico, Portatori di vita. L’artista osserva come Nel microcosmo vigila la coscienza simboleggiata da un cranio trasparente zeppo di circuiti segnati in rosso; sono le responsabilità e gli impegni ossessivi che portano l’uomo alla necessità di evadere, di vagare in cerca di spazi sconfinati, di affermare una nuova libertà di conoscere e integrarsi nel movimento universale. L’artista vede la mappa cosmica come una nebulosa rossastra sulla quale un cerchio carico di informazioni gira secondo precise regole, Moto perpetuo o il filo di Arianna. E non sfugge al suo occhio osservatore l’esistenza di Geometrie dall’universo tensioni della materia, forme rigide, triangolari, scheggiate come cristalli sfaccettati, in cui ogni parte cerca la sua luce in uno spazio libero dinamico e vivacemente cromatico. Ancora più complessa Forma in Divenire, insieme di strutture, ammassate in una gabbia di sfrangiati enigmi. Nella ricerca di ordine e di armonia l’artista costruisce Ingranaggi cosmici e riunisce elementi disparati, gli dà la forma della perfezione rotonda, globulare, aggiunge gocce di colore rasserenante, crea una musica in cui ciascuno ha la sua voce. In Tracce dell’infinito, un’immensa orchestra è pronta ad “attaccare” la sinfonia in blu, dominano movimenti morbidi, di cupolette azzurre in libera caduta, o spinte da fasce zampillanti in armoniose ma irrequiete composizioni. Franco Bulfarini è animato dalla speranza e dalla volontà di trovare un Universo in progresso: l’occhio ha immagazzinato nella sua pupilla tutte le sfumature della vita, è avvolto e percorso da un filo rosso segno – conduttore verso l’unità, l’ordine, e l’equilibrio. Il bagliore guida e invade strutture piramidali, deserti roventi, tracce sulla sabbia cocente, palazzi illuminati, finestre da dove penetra l’alba o il tramonto, e il giallo e l’arancione si insediano nell’anima con forza in quelli che Ricercano la luce. L’arte di Bulfarini è una pagina aperta, coinvolge il fruitore, gli dà l’opportunità di essere partecipe dell’atto creativo, la possibilità di continuare il discorso iniziato dall’artista, di cercare insieme all’artista le possibili vie verso l’orizzonte infinito, di uscire da un ristretto soggettivismo in favore dell’affermazione di antropocentrismo universale.
Critica d’arte e poetessa Victoria Dragone – 2017
Artista modenese, Franco Bulfarini è laureato in discipline giuridiche ma ha sempre mostrato interesse per l'arte; vi si avvicina da autodidatta, sperimentando tecniche e materiali, approfondendo lo studio delle diverse espressioni artistiche contemporanee fino a giungere ad uno stile proprio, l'indeterminismo estetico. Attraverso immagini in divenire l'artista descrive una realtà futuribile, scenari cosmici capaci di comunicare idee e pensieri trasportando con sé sensazioni ed emozioni. Razionalità e istinto si fondono nelle opere di Franco Bulfarini. Il colore esalta la bellezza intellettuale di tale dualismo, lasciando sempre spazio all'immaginazione. Ancora di più in questo caso, poiché la forma del quadro appositamente realizzato per The Floating Ceiling, circolare, deve adattarsi ad un preciso spazio, deve interagire con l'ambiente in cui l'opera viene collocata. Questo Fiore Cosmico al centro di un vortice di onde sonore, segnate simbolicamente dall'artista in una sequenza numerica che ne indica la frequenza, contrasta nella sua definizione cromatica con lo sfondo che nelle sue sfumature e nella sinuosità della pennellata che segue l'andamento circolare della forma su cui l'immagine è dipinta determina il ritmo dello sguardo di chi osserva generando una visione ultraterrena del mondo in cui viviamo, nel quale tutto è indeterminato.
Critica a cura di Roberta Filippi.
Nell’arte di Bulfarini, si evince la volontà di abbattere gli schemi, di superare le frontiere del sentire comune, per smontare il presente e rimodellarlo in maniera differente. Le geometrie dell’artista sono affusolate, tondeggianti, e fluttuano in un plasma cosmico che ricorda il sangue, come diversi frammenti di un tutto più grande, capace di contenere l’uomo, la natura, i pianeti, le costellazioni e lo stesso infinito, in cui il rosso diviene tessuto connettivo, che lega ciascun elemento, muovendo in una rinnovata armonia, in un diverso universo. In Bulfarini, la realtà si sgretola, manifestando tutta la fragilità del nostro tempo, ma si rimescola nei flussi cromatici con i quali l’artista ridetermina il presente, trasportandoci in altri mondi, in cui dimensionalità e spiritualità s’uniscono, trasformano ciò che è indeterminato nel nostro mondo, in una nuova realtà, una nuova dimensione. Franco Bulfarini, offre una visione nuova ed innovativa, tanto originale quanto affascinante, del cammino da intraprendere, in cui egli sostiene la stasi determinata dall’assuefazione alle mode e dagli stereotipi attuali della società contemporanea con una visione suggestiva di cambiamento, in cui la stessa realtà offerta dal senso della vista ne esce sgretolata. In fondo ma l’artista ci invita a non avere paura, a ragionare fuori dal coro, a ipotizzare soluzioni totalmente diverse da quanto proposto dalla logica imperante, perché, come egli afferma sulla tela, altri mondi, altre dimensioni e perfino altri universi sono possibili. Franco Bulfarini, prima che eccellente pittore, si afferma come filosofo del tempo in cui vive, e i suoi effetti cromatici, i suoi scenari in cui il cosmo ci offre nuove possibilità, non sono altro che il risultato della tribolazione suscitata dal vivere, dall’elaborazione che solo l’anima di chi ha una grande sensibilità umana può produrre. In particolare con l’opera GENESI MISTERIOSA, l’artista manifesta la visione di una dimensione diversa, attraverso la quale auspicare la rinascita dell’uomo, declinato in una forma meno aggressiva e individualista e più armonizzato al tutto. Magari, in un'altra dimensione, in un altro tempo, in un altro universo”.
Critico Pasquale Di Matteo - 1 Settembre 2019
Nella struttura pittorica di Bulfarini Franco prende corpo, spaziando oltre la volumetrica realtà spazialista, una svolta, la definirei un’ampiezza costituente il valore espressivo e quello creativo del maestro. Mediante la stessa evoluzione simmetrica con la quale egli comunica la visione di nuovi mondi, cromaticamente definiti con linee e contorni marcati. Tale svolta eccentricamente progressista nella frammentazione della linea e nella ricomposizione della forma è presente con totanti evoluzioni oggettive, come a voler predisporre un riassetto formalmente creativo del progresso di sintesi ma conservativo del genere. Questo al fine di rielaborare l’attuale complessa risposta concreta, e far esplodere il coesistente apparato iconografico dal quale catturare una forma lineare, semplice e riassuntiva nel concetto universale con cui la stessa struttura geometrica si rispecchia, nel turbinio visionario di un mondo diametralmente opposto al nostro.
Cav. della repubblica e Critico d’Arte, Dott. Flavio De Gregorio
N.B.: La vendita di tutte le opere del maestro Franco Bulfarini, in arte "bulfarte", è sospesa dall'Aprile 2020 a tutto il 2024, riprenderà nel 2025. Per maggiori informazioni contatta l'artista al seguente indirizzo mail: [email protected]