Giuseppe Romano

Domenico Levato è un sognatore?realista: riesce a trasformare le idee in opere d?arte senza grandi conflitti. Possiede un?immaginazione che adopera con razionalità istintiva, in momenti di gioia e di fantasia. Tutto è sorretto da una solida base tecnica: ha studiato scenografia a Roma, ma restano validi gli strumenti acquisiti al liceo artistico di Catanzaro, dove ha potuto verificare le proprie convinzioni, attraverso le esperienze, il confronto e la sperimentazione con i suoi professori, che ricorda con entusiasmo. Utilizza i suoi ?studi? a valorizzare i volumi e lo spazio con uno spiccato senso d?ordine sia nella composizione come nelle tonalità dei colori, raggiungendo accordi cromatici sicuri e pieni. La capacità di cogliere le sensazioni, maturata dentro di sé con l?esperienza, la conoscenza e la sensibilità, gli permette di intervenire con azioni di modificazioni logaritmiche. Il contatto con l?ambiente lo esalta: osserva la realtà, ne percepisce le caratteristiche e interviene con azioni di modificazione attraverso linee d?ispirazione senza limiti. Lo conferma con le ?spirali?: una forma aperta che richiama l?infinito dove lui si proietta. Trae il movimento dal mare e dal vento che lo increspa. Ne sente la brezza sulla pelle, ne respira i profumi, ascolta i richiami? Ecco l?ondeggiare delle vele al vento di Levato! Immagini graffiate da segni istintivi, linee colorate?tracce che riportano alle fecondi esperienze artistiche di Ernst Paul Klee e al dripping di Jakson Pollock, anche se i suoi preferiti restano: Rotella in versione operativa, Schifano per il gesto casuale ed i contrasti di colore, e Picasso per la genialità. Levato-artista non perde la simmetria delle cose, nemmeno quando la sua fantasia si sfrena, influenzata dal decollage di Mimmo Rotella, fatto di aggressioni devastanti che lasciano ferite profonde. Rotella strappa, sconvolge il soggetto. Levato cambia il sistema, ricostruisce l?immagine attraverso la tecnica del collage, gioca con la materia, alla ricerca delle sfumature. L?artista si mette in gioco fisicamente più che con la mente. Non è grande la tela, è grande la creatività. La materia diventa espressione, soggetto, colore: un fatto vitale nelle opere di Levato che insiste nel linguaggio con tutte le possibilità tonali e armoniche. Per lui, ?La pittura, come la musica, deve dare un profondo godimento, deve essere una gioia? Giuseppe Romano GIORNALISTA
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