Mario Meozzi

 “Le capacita creative ed espressive di un’ artista sono illimitate, sia nel tempo che nello spazio progettuale e seducono ogni campo del visibile, dando libero sfogo all’artista nell’estrinsecare emozioni, passioni ed emotività. E in tale coinvolgente situazione è calato e vive l’universo artistico di Elisabetta Russo, la quale, in anni di ricerca e di sperimentazione, è pervenuta ad acquisire una sua fisionomia operativa personale nell’uso di vari elementi tanto pittorici quanto plastici. All’atto visivo il suo lavoro è da inserirsi nelle linee dell’astrattismo, evidenziato nell’opera “Icone”, e nell’elaborazione compositiva, propostaci dalla composizione “Nero-arancio”. In tale ambito Elisabetta Russo si muove abilmente e seriamente con rigore strutturale e progettuale, dialogando con le sue forme plastiche variamente segnate e caricate da una prevalenza di pigmenti arancio e nero. Forme statiche e dinamiche scandite dal colore, per lo più risolte in ordinate armonizzazioni come emergenze in rilievo, che si compendiano in emanazioni plastiche. E la tecnica mista, accortamente usata, permette di avverare questa visione, con una intonazione materica, meditata quel tanto che serve a dare corpo alla luce e all’ombra. Tutto è senso, senso della luce e del suo opposto. Non c’è accento simbolico, elucubrazione formale. C’è l’istinto, il sentimento, ciò che “detta dentro” e che l’artista va esprimendo. Dopo tanto sperimentare tra concetto puro e materia, la realtà pittorica di Elisabetta Russo torna a dipanarsi in plausibile concretezza di concezione. Operazione artistica più programmata di quanto non appaia: assai mediata rispetto allo stimolo iniziale, volta a ridare valore contemporaneo alla pittura”.