Biografia

La mia opera è un viaggio, non tanto da un luogo ad un altro, ma un viaggio sensoriale, prospettico. Inizialmente la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad una stampa, una fotografia, forse un fumetto. Avvicinandosi al quadro però il comfort scompare, lasciando spazio al disorientamento, alla perdizione, al limite dell’ipnotico.

Le opere accompagnano in questo cammino surreale e rappresentano spesso figure ed immagini conosciute: volti di donne, sguardi taglienti, silhouette minimal, fino ad arrivare a rappresentazioni dal sapore pop. Questo non impedisce affatto la piacevole caduta nello smarrimento.

Un piccolo passo a destra del quadro può cambiare l’intera esperienza visiva, ed un passo in avanti porta quasi alla perdita di ogni forma riconoscibile nel reale.

L’enigma costante è intriso di eleganza, classe e seppur risulti altamente innovativo, è affascinante come la novità trovi le sue origini da una tradizione lontana: l’incisione.

Ciò che sembra non è mai ciò che realmente è: si tratta di legno inciso, scagliato, riempito, lavorato, insomma riportato in vita.

La chiave che permette questo gioco paradossale? La semplicità.

Linee, su linee, in forte contrasto tra loro grazie all’utilizzo di pesanti e sature vernici creano una tavola dalla quale è impossibile distogliere lo sguardo. Non sono però solo i quadri ad essere così puri e lineari, è la personalità dell’artista stesso ad emergere con morbida prepotenza.

Da anni tocco con mano la materia prima e viva da cui nascono i miei quadri: il legno. Da qualche anno ho deciso di portare fuori dalle mura del mio laboratorio la mia essenza, e mi racconto attraverso profonde e fuorvianti prospettive.

Davanti a tutto questo il tempo si ferma e l’unica scelta possibile rimane l’abbandono all’esperienza dei miei scuri e taglienti graffi su legno.