Fabio Cacioni - pittore contemporaneo
E’ nato a Tivoli (Rm) il 26 luglio 1977 ed è laureato in Economia. Completamente autodidatta, comincia a dipingere nel 2006, sopperendo alla mancanza di insegnamento attraverso una spiccata capacità di assorbimento di ogni forma d’arte visiva e non, che gli garantisce fin da subito tutto un’insieme di idee, spunti e sperimentazioni per un’opera dalla grande originalità e potenza cromatica e tematica. Gli esordi sono inevitabilmente segnati da una forte impronta naif, dove una naturale predisposizione per l’uso di colori caldi e tropicali si accompagna alla raffigurazione prevalente di scene di vita di etnie “terzomondiste”, africane e latinoamericane, che lo segnalano come artista del viaggio e dell’evasione; viaggi plausibili e realistici nella puntualità dei dettagli, ma “salgariani” vista la completa immobilità dalla sua casa, e comunque efficaci nell’esprimere la delusione per l’appartenenza ad un mondo moderno solo in superficie ma decadente nella sostanza. Più di recente, il tema del viaggio è andato progressivamente sfumando, mentre i cromatismi e la matericità del colore steso sulla superficie si sono accentuati, deviando il tema portante dell’opera dell’artista verso un esistenzialismo dalle tinte psichedeliche e dalle forme deformate da eruzioni di colore, che diventano il magma individuale e collettivo di quella parte della società contemporanea che non accetta la deriva morale, e chiede, tanto per cominciare, di afferrare il suo mezzo espressivo più congeniale. Fabio Cacioni ha cominciato ad esporre solo dal 2010, e le sopracitate originalità e potenza cromatica e tematica hanno raccolto soprattutto consenso presso il pubblico giovane. E’ grazie al suo andare spesso sopra le righe, munito a dovere di soluzioni di tenore “pulp”, che le sue opere esprimono con efficacia quella precarietà e voglia latente di ribellione che sono gli azionisti di riferimento di una intera generazione.
Pittore, è nato a Tivoli (Rm) il 26 luglio 1977 ed è laureato in Economia. Completamente autodidatta, comincia a dipingere nel 2006, sopperendo alla mancanza di insegnamento attraverso una spiccata capacità di assorbimento di qualsiasi forma d’arte: pittorica, letteraria, cinematografica, e andando a segnalarsi fin dalle prime esposizioni per l’originalità e il coraggio delle scelte artistiche adottate. RECENSIONE CRITICA Fabio Cacioni scopre tardi la pittura. Ma in pochi anni brucia le tappe e, con umile senso del lavoro e capacità di sognare ad occhi aperti, s’impossessa di quei mezzi manuali, stilistici e intellettuali che conferiscono alla sua arte quella “riconoscibilità” senza la quale un artista non potrebbe dirsi tale. Tuttavia, negli esordi si ravvisa senza dubbio una vena di realismo naif alla Rousseau, resa attraverso una sincera avversione per ogni forma di accademismo, e generatrice ben presto di lavori che, per forme, cromatismi e purezza del colore, si rifanno apertamente alla corrente Espressionista di inizio novecento, dove la natura è vigorosa e severa maestra, la quale però va decisamente disubbidita in favore del creativo sentito come un atto di ribellione verso Dio. Ecco allora che ragione estetica diventa ragione esistenziale, e l’artista e l’uomo contemporaneo esprimono all’unisono la loro sul rapporto tra arte e società, dove la prima diventa nella testa l’unico grimaldello possibile per lo scardinamento della seconda. Vanno in questo senso lavori dell’artista impastati di gialli e rossi cadmi, di verde smeraldo e terra di Siena bruciata, coronati da un tagliente contorno nero, dove le etnie africane e latinoamericane illustrate - soggiogate in un mondo loro, ora verista ora metafisico - altro non sono che uno dei possibili grimaldelli per una critica in senso ambientalista e antiglobale. Negli ultimi due anni, pur nel solco espressionista, l’artista ha sia rafforzato la sua attenzione verso tematiche di denuncia sociale, che affermato una visione “ludica con l’anima” dell’arte e della vita, nutrita di quel citazionismo tanto in voga nelle arti contemporanee, di pop art o meglio di una “pulp art” intesa come miscuglio-intruglio di vari generi, ma mirante all’ottenimento di un succo che sia rigorosamente di un solo colore e di una sola densità. Tutto ciò avvalora la ricerca di un “senso del mito” che da sempre accompagna l’opera dell’artista, miti pagani e pietosi, perennemente sospesi tra una tensione che può durare in eterno come sciogliersi improvvisamente. Le cromie sempre più ricercate, le campiture germogliate in vasti campi di pointillisme, la scoperta degli acrilici, ora gocciolanti in copiosi pianti di colore, ora materici, duri, tridimensionali, come ad affermare l’irrinunciabilità dell’arte e del suo sogno nel quotidiano, sono il suo giusto pegno a questa “Arte Moderna e Contemporanea”.
• Personale di pittura, Tivoli, Sala Ettore Roesler Franz 16-23 maggio 2010;
• Finalista “Premio Roma 2010”, sezione Pittura;
• Pubblicazione catalogo L’Elite new 2011, Annuario d’arte moderna e contemporanea;
• Finalista premio internazionale di pittura e grafica “Natale di Roma 2011”, sezione Pittura Figurativa;
• Personale di pittura, Tivoli, Scuderie Estensi 3-10 giugno 2011;
• Finalista premio internazionale di pittura e grafica “Natale di Roma 2012”, sezione Pittura Figurativa;
• Finalista premio internazionale di pittura e grafica “Natale di Roma 2013”, sezione Pittura Figurativa, Vincitore Premio Speciale “La Nuova Voce”.
• Mostra “Perle del Mediterraneo”, Roma Luglio 2014;
• Mostra “Porto Franco”, Palermo Luglio 2014;
• Mostra d’arte internazionale di selezione Biennale di Roma, Tivoli 1 – 8 Ottobre 2016;
• Arte Firenze 2016, Firenze 18 – 20 Novembre 2016.