Andrea Domenico Taricco

L’universo pittorico dell’artista campano Franco Catapane è costellato da una miriade di costrutti archetipici atti a sintetizzare la propria visionaria concezione del mondo. Un mondo profondo, a volte cavernoso in cui la relazione tra i dati superficiali dell’Ego entrano in contrasto con il sotterraneo retroterra rappresentato dal Super– Io. Proprio in questo luogo – non luogo tra la sfera conscia ed inconscia, i principi essenziali dell’esistenza dettati dall’educazione genitoriale prendono il sopravvento sino a generare processi artistici involontari. Da questo contrasto prendono forma le immagini arcaizzanti di Catapane che ingloba elementi tratti dalla realtà sino a possibili mutazioni costruttive ereditate dall’esperienza post-cubista ed intrisa di quelle modalità tipiche del retroterra surreale riletto in chiave metafisica. Allora si intrecciano sogni ricorrenti alle fantasmagoriche rappresentazioni di un mondo al rovescio dove gli archetipi basati sulle coppie portanti come bene/Male, Giusto/Sbagliato, Piacere/Dispiacere si intersecano in un divenire promiscuo, ambiguo, altalenante. Queste direttive genereranno atti di rimozione costantemente messi sotto controllo dall’inconscio di cui il Super-Io ne è il depositario sostanziale. Qualunque atto, gesto od ipotesi di coerenza logica alla realtà dipendono da una profonda conseguenza di adattamento a quelle norme istaurate nella psiche del soggetto sin dai primi anni di esistenza. Ora una modalità prende il sopravvento sull’altra, poi viceversa sino a conflagrare in formulazioni cristallizzate che sostituiscono la realtà di riferimento. Premesse che ci consentono di leggere opere come Sibilla ad esempio, in cui il volto in primissimo piano della figura celeste viene risucchiato dalla potenza vitrea dello sguardo ultraterreno rinviando nello spettatore uno stato di inquietudine. Giochi Proibiti, in cui la forma prende il sopravvento sui pensieri riconoscibili e geometrizza ulteriormente le proprie modalità sino a defluire in nuove visualità. Perché di nuove visualità si tratta. Simbiosi ne rappresenta il gradino superiore. Elementi tratti dal mondo circostante vengono intrecciati tra loro in un’ibridazione robotizzata originando una spiritualità avveniristica in cui l’Ego non trova direttive razionali.