A. Moravia, L'Espresso, 1989

Si torna così a una misura che è conquistata nella genesi storica dell’opera del giovane artista romano Gian Carlo Riccardi nel recupero pittorico e gestuale per i materiali poveri che caratterizzano l’opera, nei momenti simbolici ed originali del lavoro umano, nella citazione di elementi primordiali generatori di vita e di morte, nella raffigurazione di archetipi che costituiscono il tessuto simbolico dell’uomo, radice stessa della sua storia: una misura che è quindi tramata di passioni, dissidi, reperti, ma che sa ritrovare il “mito”, l’originario simbolico, attraverso l’azione, il gesto dell’artista nella sorgiva forza del desiderio.