Aldo Nodari
Interessato al paesaggio polesano ormai da più di quattro decenni, questo pittore si è mostrato valido interprete di quei luoghi; li ha trasposti nei suoi quadri trasfigurandoli attraverso mezzi coloristici e formali di coinvolgente effetto e straordinaria suggestione.
Ciò che propone Ruzzon con le sue opere, è un’elevazione a potenza dell’immagine, e questa forza è generata dalla luce-colore che sembra sprigionarsi dall’immagine stessa.
Un sapiente gioco di luminescenze e di irraggiamento che trasforma le cose dipinte in pietre preziose, colte nella loro nudità di incantevole splendore.
Opere che esigono da colui che le osserva un atto di immersione, un tuffo dentro la loro aura; sono dipinti che insegnano non solo a guardare un mondo quasi dimenticato, ma soprattutto ad esprimerlo come lo propone G. Ruzzon attraverso un balenante gioco di colori accesi e contrastanti la cui gamma si attesta sui rossi, sui gialli, sui verdi, sui viola, sugli arancio, tutti campiti entro forme mimetiche riconoscibili o in stesure limitate da orditure orizzontali e verticali che hanno la funzione di collegare il soggetto allo sfondo.
Ed è la luce che in tutto questo contrappunto di forme e di colori si fa pura geometria per forzare la stessa realtà fenomenica trasformandola in apparenza, in sogno, in vago ricordo.
Ma è anche luce che come una pioggia d’oro cade in determinati luoghi e lì si accende, mentre in altri si spegne, come fosse un’emittente interiore delle cose stesse, nata per esaltare con lo scarto massimo tra luminosità e oscurità tutte le qualità implicite del soggetto.
Un genere di pittura che si può definire alchemica, una sorta di trasmutazione della materia, di decantazione e purificazione del paesaggio, o alle volte, della figura umana, è presente in particolare quella femminile, che per l’antica tradizione esoterica si collega all’elemento terra, dunque, una segreta, nascosta, intima analogia fra i soggetti ricorrenti nelle opere di Ruzzon: la terra polesana e l’elemento femminile.
Prof. Aldo Nodari