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Nelle opere di Gianfranco Ruzzon emerge un forte impatto emozionale.

I suoi lavori si contraddistinguono per una tecnica classica figurativa perfettamente rappresentata, in chiave moderna, che si muove in direzione di una ricerca personale.

Le atmosfere sono soffuse, sfumate, quasi una foschia avvolge l’intera composizione. L’equilibrio dell’insieme suggerisce l’idea di una poesia intimistica.

Le sue figure, così come le composizioni più articolate e complesse, presentano uno stile pittorico degno dei grandi pittori del passato, uno stile che esalta ogni colore attraverso intense sfumature.

Paolo Levi

Interessato al paesaggio polesano ormai da più di quattro decenni, questo pittore si è mostrato valido interprete di quei luoghi; li ha trasposti nei suoi quadri trasfigurandoli attraverso mezzi coloristici e formali di coinvolgente effetto e straordinaria suggestione.

Ciò che propone Ruzzon con le sue opere, è un’elevazione a potenza dell’immagine, e questa forza è generata dalla luce-colore che sembra sprigionarsi dall’immagine stessa.

Un sapiente gioco di luminescenze e di irraggiamento che trasforma le cose dipinte in pietre preziose, colte nella loro nudità di incantevole splendore.

Opere che esigono da colui che le osserva un atto di immersione, un tuffo dentro la loro aura; sono dipinti che insegnano non solo a guardare un mondo quasi dimenticato, ma soprattutto ad esprimerlo come lo propone G. Ruzzon attraverso un balenante gioco di colori accesi e contrastanti la cui gamma si attesta sui rossi, sui gialli, sui verdi, sui viola, sugli arancio, tutti campiti entro forme mimetiche riconoscibili o in stesure limitate da orditure orizzontali e verticali che hanno la funzione di collegare il soggetto allo sfondo.

Ed è la luce che in tutto questo contrappunto di forme e di colori si fa pura geometria per forzare la stessa realtà fenomenica trasformandola in apparenza, in sogno, in vago ricordo.

Ma è anche luce che come una pioggia d’oro cade in determinati luoghi e lì si accende, mentre in altri si spegne, come fosse un’emittente interiore delle cose stesse, nata per esaltare con lo scarto massimo tra luminosità e oscurità tutte le qualità implicite del soggetto.

Un genere di pittura che si può definire alchemica, una sorta di trasmutazione della materia, di decantazione e purificazione del paesaggio, o alle volte, della figura umana, è presente in particolare quella femminile, che per l’antica tradizione esoterica si collega all’elemento terra, dunque, una segreta, nascosta, intima analogia fra i soggetti ricorrenti nelle opere di Ruzzon: la terra polesana e l’elemento femminile.

Prof. Aldo Nodari


Protagonista inequivocabile di ogni tela di Gianfranco Ruzzon è la luce: una luce che scandaglia gli oggetti, li esalta, li fa riemergere dalla memoria nella vivezza della loro prima impressione.

I colori possiedono una forza inconsueta e sempre i rossi, i gialli, gli arancioni si contrappongono ai blu, ai verdi in un equilibrio che crea armonia.

I paesaggi del suo mondo, la pianura padana, sono evocati con pennellate pulite, nitide, preziose che possiedono una purezza cristallina.

Si avverte nei suoi lavori la continua tensione a una sintesi tra elemento cromatico e plastico: ogni tela è costruita basandosi su delle linee di forza che in definitiva determinano l’unità spaziale tra oggetto ed ambiente.

L’artista appare costantemente attento a cogliere la vita nella sua insospettata quantità di rifrazioni e riflessi luminosi: ne deriva una visione gioiosa e lirica in cui traspare tutta l’emozione dell’uomo di fronte alla bellezza e alle meraviglie della natura.

L. Garbin


Dal 2000 ad oggi, oltre alla sua passione per la pittura, svolge, attraverso una propria ditta, attività di recupero di beni storici vincolati, ha contribuito al restauro di molte chiese e non solo, soprattutto in Trentino, Lombardia, Veneto e Toscana.

www.rvr-restauri.it