claudio strinati


E' una autentica consacrazione quella che vede Gianni Testa annoverato tra i pochi artisti viventi degni di menzione e lode come illustratori di Dante Alighieri. Ma qui il termine "illustratore" va colto in un significato ben più alto rispetto a come potrebbe essere normalmente percepito. Tutti i grandi artisti che nel corso dei secoli hanno illustrato Dante , non lo hanno illustrato bensì rivissuto secondo il proprio linguaggio riscrivendo in termini figurativi la Commedia reinterpretandone 10 eloquio, l'immaginazione, l'eletta ispirazione, in termini omogenei ma non meramente speculari. E questo accadde a un Botticelli nel Quattrocento, a un Federico Zuccari nel Cinquecento, a un Dorè nell'Ottocento. Oggi l'abissale distanza che ci separa da Dante rende ancor più ardua questa impresa e Testa l' ha realizzata. Il suo Dante infatti è un personaggio magmatico e incandescente che sembra , sulle tele del maestro, essere costituito della stessa materia con cui il pittore costruisce i diversi luoghi e le diverse situazioni del Poema. E' fatto, il dante di Testa, della stessa sostanza. Anzi nell'immaginazione del pittore un'unica sostanza presiede a tutte le rappresentazioni e qui scatta la grandezza veramente dantesca del maestro. Testa ha colto una indicazione sostanziale di Dante, che circola in tutto il Poema. E questa indicazione è appunto la ricerca e il disvelamento della quintessenza . Dante vede un mondo che è nel contempo fisico e metafisico, lo descrive minuziosamente e ne indica al lettore una struttura profonda che non può essere descritta fino in fondo perchè tale struttura è il divino stesso. Testa ha fatto implicitamente tesoro di questa indicazione suprema e la materia pittorica che egli elabora è una evidente metafora, appunto, del divino, dell'assoluto. Dante viaggia nei regni dell'oltretomba e ci si mostra, nei quadri di Testa, come un prodigioso evocatore di visioni impossibili che l' occhio umano può appena percepire eppure quelle visioni si fissano nella nostra memoria in modo netto e indelebile.

Netto e indelebile è il Dante pensato da Testa e la sua pittura entra a pieno titolo nella nobile storia del rapporto tra arte figurativa e poesia dantesca.