Biografia

Gian Pietro Ceoldo nasce a Vigonza, paese alla periferia di Padova, il 21 gennaio del 1941. Nonostante il difficile periodo storico segnato dalla guerra che, anche in Italia, aveva creato un clima di incertezza e le umili origini della famiglia, Ceoldo riesce a frequentare le scuole elementari e superiori. Si diploma con successo in intaglio del legno all’istituto “P. Selvatico” di Padova nel 1957. Inizia ad approcciarsi al mondo del lavoro e nel 1959 si iscrive all’Accademia della Belle Arti di Venezia. Conciliare lavoro e studio non è semplice e implica diversi sacrifici che Ceoldo è disposto ad affrontare pur di coronare il suo sogno. Tuttavia, nel 1961, il servizio di leva lo porta lontano e questo significa dover, suo malgrado, abbandonare l’Accademia. Tornato dalla leva si immerge nuovamente nel mondo del lavoro trovando un posto presso uno studio tecnico dove rimarrà fino al 1969. È poi la volta di un impiego presso una ditta produttrice di polistirolo, dove si occupa di rappresentanza per soli sei mesi. Decise di aprire uno studio tutto suo dedicandosi alla progettazione di case. L’amore per il disegno e la scultura non lo abbandona mai nel corso di questi anni e Ceoldo vi si dedica nei ritagli di tempo. Espone i suoi lavori nelle feste paesane riscuotendo un discreto successo di pubblico. Nel 1966 arriva la prima vera e propria mostra personale a Padova che gli consente di vendere tutte le sue sculture portandolo, per quindici lunghi anni, a non eseguirne più. La sua testa resta un vulcano di idee e la sua agenda personale è testimone di schizzi, bozzetti e spunti per opere sempre nuove. Tra il 1981 e il 1983 espone nelle collettive di Rimini (Salone del Meeting), Colleferro (Premio Regione Lazio), Manciano (Premio Regione Toscana) e presso numerose rassegne artistiche nelle suggestive ville antiche della riviera del Brenta. Nel 1996 le sue opere arrivano fino a Monaco di Baviera, mentre in Italia partecipa ad uno scambio interculturale Italia - Giappone suscitando la curiosità del mercato asiatico. Il 1999 è per lui l’anno della svolta: scolpisce la sua “Crocifissione” lignea, esposta a San Vidal (VE). La scultura ha suscitato unanime ammirazione, tanto che il cardinale Marco Cè, posizionandola davanti ad una tela del Carpaccio, augura a Ceoldo lo stesso successo riscosso dal grande artista veneziano. Il critico Paolo Rizzi si espresse positivamente nei confronti dell’imponente “Crocifissione”. La scultura, eseguita in legno di magnolia, misura 2,13 metri di altezza, 55 cm di larghezza con una profondità di 28 cm.. Appare evidente la grande lezione di essenzialità che l’artista ha assimilato da maestri della scultura italiana come Alberto Viani e Arturo Martini. Al grande successo di pubblico del 1999, segue, nel 2001, la prima personale organizzata nel suo paese natale che lo conferma un artista a tutto tondo in grado di esprimere sia con il disegno che con la scultura la sua idea di arte. “L’arte è coraggio di esprimere un’idea e farla propria”, così ama definirla Ceoldo. Mosso dalla convinzione che l’arte sia il frutto di una costante ricerca nel campo delle idee e di una sfida continua con la materia, Ceoldo imprime alle sue opere il movimento con l’intento di rappresentare le metamorfosi ed il dinamismo delle forme, attraverso la scelta della figura umana. L’immaginazione dell’artista lo porta a rappresentare personaggi di volta in volta differenti, isolati o in coppia, legati da rapporti amichevoli, familiari, oppure isolati nella loro condizione. La sua attività artistica, dal 2000 ad oggi, risulta incessante con uno svariato numero di bozzetti, dipinti e sculture che prendono forma e vita nel suo laboratorio. La “crocifissione” sembra essere solo l’inizio di un percorso minuzioso di ricerca. Ne sono testimoni le sculture “Potere”, “Politica”, “Danzatori”, “Acrobati”, “Giocolieri”, “Amore”, che gli consentono di plasmare il legno in maniera plastica, e i dipinti “Tackle”, “Lestofanti”, “Poveri”, “Infoibati ( Sofferenza)”, in cui i personaggi sembrano quasi voler uscire dalla carta per comunicare a chi li osserva il proprio stato d’animo. Ceoldo ama definirsi un “bretone”, un cavallo francese che matura tardi e tardi riesce ad esprimere la sua vera vocazione. Un artista che assapora e sperimenta sempre nuove emozioni che modella con lo scalpello e il pennello dando un’anima alle sue opere.