Maria Cristina Maritati
Il materismo di Giorgio De Cesario
De Cesario coglie il mondo alla sprovvista, usa il frammento per scardinare una realtà ancora più vera di quella che appare nel quotidiano. Così continuamente si ricrea la funzione metaforica del linguaggio, figure di uomini vuoti, impagliati che hanno commesso l’errore di credere che il progresso proceda in linea retta. Ma hanno preteso troppo, hanno voluto mordere un boccone troppo grande per le loro bocche. Così, da un’esistenza in technicolor, dalla conoscenza attraverso gli eccessi, dalla libertà radicale, sono passati di colpo alla sconfitta. E’ una sconfitta che l’artista racconta con impeto ed energia, ma anche con una meravigliosa serenità, quasi infantile, e una profonda sensibilità psicologica, concretizzando l’impressionante capacità di restituire il clima della nostra epoca e i sussulti del cuore di personaggi ricchi di sfumature, di slanci, di cammini intrapresi e mai interrotti.