Max Hamlet Sauvage
LE ENIGMATICHE TRASFORMAZIONI FIGURALI DI GIORGIO DE CESARIO
Il nodo pittorico che si svela nei dipinti-sculture di Giorgio De Cesario verte con evidenza percetti-va
e realizzativa nella conquista della plasticità. Le sue figure, nello studio dell’anatomia del corpo umano,
acquistano una nuova linfa di significato, sia spaziale che allusiva. Ed è con queste premes-se culturali
e psicologiche che devono essere letti i sintetici dipinti del pittore e scultore G. De Cesa-rio.
Le sue forme pittoriche e scultoree sono plasticamente nette, definite con un intendimento scul-toreo,
ma in esse l’aspetto che maggiormente affascina è l’organico slittamento figurale dello spazio del piano
nei suoi volti di porcellana, una interpretazione metafisica del corpo, del suo rapporto con l’anima.
Lo spazio in cui le figure sono presenti è chiaramente interiore,
un puro fondale senza ca-ratterizzazione prospettica o fisica.
Il colore, dalle tonalità pastello, verde acqua, azzurro,
nel suo potenziale a volte mono-cromatismo, annulla
ogni effetto di plausibile realismo.
La spinta artistica di Giorgio De Cesario origina e si orienta da quello
che esprime di necessità l’epoca contempora-nea. Vale a dire di penetrare la realtà nel contesto
di una interrogazione osmotica in cui la mente umana stabilisce un diretto rapporto con l’oggetto
del costume e la natura, addivenendo ad una sin-tesi cognitiva che motiva il caso particolare
del soggetto specifico con l’insieme dell’universalità poetica.
L’arte moderna subisce una radicale trasformazione dovuta, da una parte, alla stilizzazione
lineare della figura ridotta a spigoli, e dall’altra, all’avvicinamento delle culture artistiche
africane che fungono da confronto e da riferimento cui guardare come modello nella nuova estetica
proposta da Pablo Picasso e delle avanguardie artistiche del primo Novecento.
Il pittore Giorgio De Cesario non ha mai aderito ad alcun movimento codificato,
perché segue una propria strada istintuale. Il suo dipinto “Il nudo allo specchio”
diventa un monumento alla figura, pur avendo come debitore Amedeo Modigliani
ed altre parentele. Del resto, l’arte precede così le strane coincidenze
prendendo spunto per creare nuove forme diverse. L’enigmatica deformazione delle sue figure,
di valenza “espressionista”, penetrano le contraddizioni della vita nell’attuale ciar-pame odierno
della decadenza umana, per affermare una ricerca di sicurezza che,
consapevole o meno da parte del pittore, determina il suo evento artistico
come fatto di consapevolezza tra la men-te e la materia,
tra il desiderio e il tempo dell’attesa. Una pittura, quella di Giorgio De Cesario,
di condensata energia, un affascinante ed evocativo viaggio nel corpo e nella mente del pittore,
in cui la sensibilità della poesia emerge con pronunciata e lucida intensità.