Biografia

Giovanni Boldrini nasce a Cascina (Pisa). Personaggio genialoide, è un’artista, prima di vita e in un secondo tempo creatore d’arte. Tecnica pittorica: Colore con aggregazione di materiali. L’artista interviene su superfici piane sia con colori, sia con l’apporto di oggetti, quali bottiglie liquefatte, pneumatici, cerchi di botti ecc. La superficie delle opere viene preparata, con ispessimenti, con materiali vari come tele compatte, balle, yuta, gesso, sabbia, ecc. Gli oggetti immessi nei quadri sono sempre ed esclusivamente materiali di recupero. Colore e materiali, genialmente disposti creano una sintesi di straordinario livello artistico. Boldrini supera di gran lunga il “Nouveau Realisme”, le sue tematiche sono più emozionali, evocative e passionali. La sua arte non è soltanto arte di mente, è anche e soprattutto arte di cuore. L’artista si interroga sui “perché” cosmici, indaga a fondo l’esistenza e la vita. Boldrini è un’artista assolutamente NUOVO, fuori e al di sopra delle corrente e “ismi”, un’artista d’impeto e nello stesso tempo un’artista globale: l’arte come tutto, l’arte come passato, presente e futuro dell’uomo. Federico Bellini Formazione artistica Membro del movimento Ipespazialista Italiano. Dopo quarant’anni gli artisti non possono continuare a ignorare un avvenimento così trascendentale come lo sbarco dell’uomo sulla Luna. E’ necessario che essi finalmente prendano coscienza che l’uomo è divenuto, oppure è ritornato ad essere, un viaggiatore cosmico, allo stesso modo di come lo è stato probabilmente in un remotissimo o più recente passato. E’ possibile che egli sia approdato sul suolo terrestre in momenti successivi arrivando da altri mondi, da altri tempi e da altre dimensioni; si sia stabilito sulla Terra, sia tornato al suo luogo di origine e sia di nuovo venuto sulla Terra una o più volte, per propria volontà o per necessità, mescolandosi a civiltà precedenti a somiglianza con quanto fecero gli europei quando sbarcarono in America nel XV secolo, scambiati dai nativi per uomini stellari. Il rapido trasporto della materia, la quasi istantanea e più reale trasmissione di immagini, suoni e comunicazioni, la tecnologia cibernetica, quella del “Full Color”, del video e della musica “Dolby Surround” sempre più a portata di mano e ovunque, offrono nuovi orizzonti alla creatività dell’artista visivo o non, con possibilità illimitate per la ricerca di nuovi linguaggi e per la realizzazione di un’arte totale iperspazialista che assommi in sé tutte le arti, adeguata ad una civiltà terrestre che si appresta a far parte delle civiltà stellari. L’Iperspazialismo rompe definitivamente il cordone ombelicale che per millenni ha tenuto l’arte legata alla Terra. Gli iperspazialisti si dichiarano precursori dell’ Era Cosmica; anzi, più che precursori, si dichiarano iniziatori dell’Era Cosmica nel campo dell’arte. Considerano l’arte non espressione di emozioni individuali, ma celebrazione di un rito di valenza collettiva e ritengono che il gesto dell’artista debba riacquistare un significato quasi sacro, solenne e eterno. Gli iperspazialisti si servono dell’arte per preparare lo spirito dell’uomo ad affrontare viaggi di esplorazione dello spazio cosmico e di ritorno tra le stelle. L’Iperspazialismo non è solo arte, ma movimento di pensiero fondato sulla tesi che l’umanità è destinata ad un erranza indefinita nell’universo, il cui scopo non è soltanto il raggiungimento di livelli superiori di civiltà ma anche il conseguimento di una spiritualità etica sempre più alta; pertanto è aperto a tutte le arti e non solo a quelle visive. Architettura, letteratura, musica, cinema, eccetera, dovranno affrontare, prima o poi, la realtà dell’uomo stellare, proiettarsi con l’immaginazione nel futuro, prefigurandolo come realtà di fantascienza, oppure attingere a ricordi sepolti in angoli remoti della memoria cosmica ancestrale dell’umanità, facendoli rivivere come flashback di un racconto filmico. Gli iperspazialisti ritengono che la pittura sia stata sempre e sia ancora l’espressione visiva più autentica dello spirito umano. L’opera pittorica iperspazialista, poiché improntata ad una proiezione dell’uomo verso l’infinito, non può essere circoscritta da una cornice. Le sue caratteristiche sono: • Sembra sospesa nel vuoto agravitazionale. Ciò perché non ha linee verticali e orizzontali contrapposte che, in quanto coordinate terrestri, suggerirebbero stabilità gravitazionale. • Ha contorno irregolare e spezzato, con una predominanza di angoli acuti dai quali linee di forza emergono per proiettarsi verso centri di attrazione esterni indefinitamente lontani. • Il complesso della figurazione è ristretto tutto da un lato così da lasciare, all’altro lato, ampi spazi aperti verso l’esterno dove è collocato lo spettatore, come per inglobarlo e renderlo partecipe della realtà rappresentata. • Si presenta come una porzione o come un assemblaggio di più porzioni di spazi enormi che hanno per struttura il vortice, l’elissoide, la sfera, il paraboloide, l’iperboloide, e qualunque altra forma adatta all’infinità dell’Universo, che mai potrà avere contorni che non siano curvi. • Ha la peculiarità di consentire allo spettatore, attraverso una parte, di intuire come è strutturato il tutto e di afferrarne la grandiosità. I temi iperspazialisti attengono al passato, presente e futuro cosmico dell’umanità. Se ne citano alcuni: • Paesaggi deserti, naturali o artificiali, di pianeti mai esplorati. • Distorsione della forme nell’attraversamento di confini spazio-temporali. • Disastri terrificanti, esplosioni stellari. • Incontri ravvicinati con ufo e extraterrestri. • Trasformazione di microcosmi in macrocosmi o viceversa. • Piattaforme spaziali e grandiose città artificiali. • Messaggi in codice di civiltà extraterrestri. • Architetture nuove di mondi nuovi. • Simboli spirituali e religiosi delle popolazioni cosmiche. • Umani terrestri spiati dagli extraterrestri o viceversa. • Esplorazioni tra i confini vita-morte dell’uomo cosmico. • Rappresentazioni allusive a forme non corporee. L’opera pittorica iperspazialista, per le sue caratteristiche strutturali e perché racconta di viaggi stellari, può essere definita “frammento stellare”. Gli iperspazialisti autenticano le opere, oltre che con il nome terrestre, apponendo su di esse un cosmogramma personalizzato, per testimoniare il loro essere