Barbara Gasser (collezionista, fondazione Gasser)
L'arte di Giuseppe Castelli è un percorso che parte dallo spazio definito dalla geometria e dalla linea, che regolano e rassicurano, e giunge all'abolizione di tale limite attraverso sensazioni (e non immagini, o rappresentazioni del reale fisico) che regalano quella libertà tanto stimolante, sia per l'artista che per lo spettatore.
Castelli, classe '66, ha iniziato con l'analisi della natura, ma sostanzialmente del proprio “Io”, riproponendola in versione scatolare, ovvero ingabbiando gli elementi liberi, dinamici e fluidi, quali acqua, nuvole, stelle e fronde, in parallelepipedi chiusi e definiti da una marcata linea nera a da nette campiture di colore, quasi a volerli controllare.
Da questa analisi, il suo lavoro è approdato alla ricerca del proprio sé attraverso la scomposizione di quelle scatole, delle linee e dei colori; i parallelepipedi hanno cominciato a liberarsi dalla disposizione statica, muovendosi nello spazio pittorico per essere poi smantellati, e le linee si sono fuse con il colore che diventa materico, annullando così la sua campitura liscia e monotonale. Infine, anche le forme si sono sciolte, diventando semplicemente riflessioni sotto forma di squarci, fori o accenni che materializzano pensieri e desideri, grazie anche all'utilizzo di diversi materiali applicati alle tele che danno forma e spessore alle emozioni. Il divenire dell'artista Castelli coincide così con il divenire della sua arte, dinamica e sempre in evoluzione, nonchè pervasa da percezioni contrastanti, quasi esplosive, palesate con lavori irrequieti che rivelano con forza il vissuto e gli stati d'animo dell'uomo.