INTERVISTA A GIULIANO ROSSI
INTERVISTA A GIULIANO ROSSI
21 FEBBRAIO 2017
Quando e come nasce il tuo percorso artistico?
Tornando indietro nel tempo io vedo un bambino sognatore, incompreso, spesso solo e sempre con i pastelli sulle mani intento a disegnare.
L’arte nasce con me ed infatti la esprimevo in continuazione, intagliando rami di salice, scolpendo radici di olivo che mi avevano suggerito una forma, una favola, un’emozione.
Ricordo ancora la meraviglia di modellare la creta e poi il famoso “pongo”, le prime incisioni sfruttando strati di pastello grasso e poi graffiando la superficie per ottenere il disegno.
Ogni oggetto che poteva essere modificato rappresentava per me il modo di ”essere“ e di dialogare con il mondo.
Ricordo ancora con orgoglio come le maestre e gli adulti si litigavano i miei lavori.
Al liceo la professoressa di educazione artistica stravedeva per me, assegnandomi sempre i voti più alti.
Poi mio padre mi a voluto come farmacista per dare continuità all’azienda di famiglia e a nulla sono valse le proteste della professoressa che lo pregava di non sprecare il talento innato di uno dei suoi migliori allievi.
Chiaramente pur facendo il farmacista non ho mai abbandonato, né avrei potuto stante l’impellente necessità, abbandonare l’arte, e molti sono stati i premi e i riconoscimenti ricevuti.
Nel 2000 trovato il coraggio di seguire la mia personalità fondamentale ho abbandonato la farmacia e mi sono iscritto all’accademia privata d’arte di Terni che ho frequentato per due anni.
Ho iniziato il mio percorso artistico professionale, in una mansarda di Celleno in Viterbo, che ricordo con emozione, qui mi sono immerso nel lavoro sperimentando varie discipline e tecniche, come ceramica, pittura su tela, su tavola ecc.
La fotografia, le stampe, l’incisione, la scultura, insomma ogni forma d’arte che al momento mi dava gratificazione.
Lo scopo era quello di individuare una forma d’espressione con una tecnica individuale riconoscibile e mai banale.
Qui ho avuto le prime grandi soddisfazioni di vendita, grazie all’interessamento di un grande intenditore, amico e curatore d’arte che mi ha introdotto nel misterioso mercato d’Arte.
Quali persone,artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Certamente le maestre delle scuole e poi il collezionista e curatore Lamberto Celleno il critico Remo Piperno e tanti altri che mi hanno incoraggiato nei momenti di sconforto.
Ho studiato a fondo e sono stati fondamentali per la mia evoluzione artisti come : ”Picasso, Van Gogh, Marc Chagall, Klimt, Monet, Cezanne, Dalì, Goya, Mirò, Kandiski, e più recenti Basquiat, Pollock, Guttuso, Migneco, Ligabue.”
Cosa cerchi nell’Arte?
Il mio scopo, oltre ad assecondare la mia profonda natura, è quello di aiutare a creare un mondo migliore cercando di riportare l’umanità ed in particolare le giovani generazioni a riscoprire le proprie radici, quello che c’è di buono nella propria cultura che certamente non è tutta da buttare come sembra si voglia fare oggi per abbracciare culture aliene che hanno creato, un mare di inutili cose, ricchezza per pochi, povertà per molti ed inquinamento per tutti.
Intendo realizzare opere significative, originali, con tecnica portante personale e mai banale.
Opere che si fanno guardare a lungo e che più le guardi e più ti ”parlano”.
Cosi ho raggiunto lo scopo di realizzare opere con i tre requisiti che io reputo fondamentali per una vera OPERA D’ARTE primo, Tecnica portante, secondo originalità che non prevarichi la comunicazione di fondo, terzo appunto la comunicazione d’emozioni che crei affinità tra me e chi guarda l’opera.
C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Spesso mi accusano di sembrare, espressione artistica di autori diversi, non capiscono che almeno nell’arte mi riservo libertà incondizionata.
Fondamentalmente io mi diverto nell’eseguire ogni opera, perciò per quanto mi sia riuscita una tecnica espressiva, non mi lego mai a questa per molto tempo.
Io sperimento sempre, gioco con i materiali, spesso fondendo le diverse esperienze maturate nei vari campi dell’arte, ceramica, vetrate, bassorilievi pitture ad acrilico, olio, catrame resine, tubetti di piombo per vetrate, smalti ecc. usando indifferentemente e spesso entrambe le tecniche a pennello ed a spatola.
Comunque a ben guardare resto riconoscibile per gli occhi attenti di un vero intenditore.
Negli ultimi tempi mi sto concentrando su lavori che esprimano, accusa per questi tempi assolutamente privi di valori e scopi.
Per aiutare l’occhio del collezionista spesso faccio dei video inediti su YouTube intitolati : ”entra con me nel quadro”, alcuni sono veramente belli.
Qual è il tuo rapporto con il mercato?
Oggi il mercato sembra folle, non è più l’artista che crea il mercato, ma il mercato che crea l’artista e lo sanno bene i critici che sono diventati loro le prime donne ed hanno rubato il palcoscenico agli artisti veri.
Un mare di finte proposte e di finte critiche a pagamento, hanno creato enorme confusione nei comuni mortali ed anche nei galleristi che spendono fior di euro per acquistare prodotti risibili però alla moda.
Questa “finta arte” ha creato una bolla che prima o poi si sgonfierà, lasciando a mani vuote un sacco di bravi collezionisti abbindolati dal finto mercato.
Come diceva Andy Warhol :”Fare soldi nell’Arte è Arte!”, lui ha preso in giro tutti e sull’ultimo con questa frase si è fatto beffe di critici, galleristi, collezionisti pecoroni che non giudicano con il proprio cervello ma seguono la coda della pecora che hanno davanti.
Io intanto DIPINGO vendo quanto basta a persone vere, e dico .
”Ai posteri l’ardua sentenza!”
Cosa consigli ad un artista che vorrebbe vivere d’ arte?
La prima regola, amare incondizionatamente quello che si fa, avere volontà e fiducia cieca in se stessi, ma soprattutto armarsi di tanta, ma tanta, ma tanta pazienza.
Fondamentale è la presenza nei social ed aprire un blog interessante per coinvolgere più persone del settore arte.
Poi ci sono le aste on-line e le vendite su piattaforme come Pitturiamo.
Non scoraggiarsi se all’inizio si vende per poco,consideralo come una spesa di pubblicità per farsi conoscere.
Trova la tua “FIGURA”,una forma d’espressione originale e a te confacente e poi… poche chiacchiere e molto lavoro.
Oggi pittori, anche validi, lavorano poco, vendendo solo la propria immagine, anche questi saranno malamente giudicati dalla storia.
Attento alle gallerie che si stanno mantenendo affittando le pareti ed illudendo un mare di principianti, e fisso in mente il detto latino:
”Per Aspera Ad Astra”.
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Francesco Cogoni.