Biografia

Vittorio Vallarin, ha ereditato dalla madre l'amore per l'arte.

Per questo ha scelto il casato di lei quale nome d'arte. CUSIN

Nato a San Pietro Viminario, Padova, nel 1940, attualmente vive e opera a Bellusco in provincia di MONZA DI BRIANZA, Cascina San Nazzaro, 21 - cell, 3396218046. – mail [email protected] – Facebook vittorio vallarin.

L'attività artistica di CUSIN è passata per varie tappe e anche per diverse tecniche pittoriche.

Nelle prime opere, che sono OLI, PASTELLO SU VELLUTO, ACQUERELLO, TECNICA MISTA, si nota già quell'interesse per il vero, per il reale che lo accompagnerà sempre.

Emergono inoltre la grande padronanza disegnativa e l'interesse per l'anatomia.

Tutto questo esplode nelle opere del periodo africano.

Nello Zaire, dove vive tra il 1967 e il 1972, si lascia incantare dalla bellezza del paesaggio esotico e ancor più dalla primitiva, naturale bellezza dei soggetti che egli sa osservare e costruire nei suoi dipinti. Ed è proprio qui, nell'Africa dove i colori sono più caldi e intensi che CUSIN sperimenta una particolare tecnica:

Il pastello su velluto rosso.

Una tecnica difficile ma che gli permette di riportare con tratto deciso e veloce l'atmosfera che lo circonda, la potenza della luce ma anche la sua partecipazione alla vita del luogo. Nascono così le figure realizzate sul velluto rosso: volti di anziani e giovani donne la cui bellezza e innocenza vengono trattate con grande poesia. L'attenzione per il reale equilibrata dal senso poetico saranno una caratteristica di tutta l'arte di Cusin.

Tornato in Italia egli perfeziona la tecnica del pastello su velluto:

Questa tecnica gli permette di sfruttare al massimo il colore nelle sue molteplici funzioni e abbiamo così un cromatismo guizzante, tonalità ricche e pastose, morbidi volumi, ombre e luci, tutto sottolineato dal sapiente uso del pastello. Questo è uno strumento che è già di per se stesso materia pittorica e la possibilità - e necessità - di stenderlo a volte con le dita direttamente sul supporto, permette quella particolarità cromatica che contraddistingue le opere di Cusin.

L'artista indirizza il suo interesse ai paesaggi e alle figure: la sua curiosità per il vero non è mai appagata, il suo però non è realismo analitico, preciso, quasi esasperato e non è nemmeno un verismo di tipo fotografico, quello di Cusin si potrebbe definire verismo poetico. L'intima partecipazione alla vita fa sì che l'artista ritragga senza descrivere, potremmo dire che egli osserva il suo soggetto, lo smonta e poi lo ricostruisce: quello che ne risulta sono paesaggi che partecipano Tutto questo esplode nelle opere del periodo africano.

Nello Zaire, dove vive tra il 1967 e il 1972, si lascia incantare dalla bellezza del paesaggio esotico e ancor più dalla primitiva, naturale bellezza dei soggetti che egli sa osservare e costruire nei suoi dipinti. Ed è proprio qui, nell'Africa dove i colori sono più caldi e intensi che Cusin sperimenta una particolare tecnica: del reale e del sogno nello stesso tempo, figure scandagliate nella loro anima come nell'aspetto esteriore.

E proprio la figura umana diventa l'indiscussa protagonista dell'opera di Cusin; la capacità grafica sostiene tutta una serie di opere in cui palpitanti figure vengono ritratte con candore e semplicità, e l'artista è attratto dal loro spirito e da una bellezza che diventa senza tempo, la figura diventa poesia senza sconfinare in sdolcinatura.

Sempre coerente con il suo modo di esprimersi Cusin si è cimentato anche in opere naturalistiche come fiori, animali.

 nature morte, inoltre ha realizzato riproduzioni di quadri d'autore.

Continua poi ad usare altre tecniche:

L 'olio L'acquerello L’acrilico

La tecnica mista, per opere di piccole dimensioni non realizzabili col pastello su velluto.

Proprio ad acquerello esegue lavori che riproducono rustici e luoghi caratteristici dei posti che ospitano sue mostre, come quelli che vediamo qui oggi.

Il mondo del Cusin è quindi un mondo di serena contemplazione, quasi d’estasi, potremo dire, in cui le forme rappresentate si muovono come in un sogno, quasi ad indicare la tragica fatalità di un dissolvimento che incombe su tutti gli uomini e sulle cose.

Ecco quindi che in una situazione di questo tipo acquista importanza l'amore, anche per la vita, ma soprattutto l'amore materno, un amore che non potrà mai svanire e venire meno nel corso degli anni, ma che sarà sempre forte e che avrà sempre di che alimentarsi. Nell'opera "Amore materno", Vittorio Vallarin mette in evidenza tutto questo, ritraendo una giovane donna mulatta che tiene in braccio, con malta dolcezza, la sua creatura» I loro corpi si compenetrano, immersi in una luminosità che fa risaltare i loro visi, i loro occhi, mostrando a tutti noi come in un semplice abbraccio possano racchiudersi sentimenti molto forti e sinceri. Dalla poesia espressa nelle opere di Cusin nascono opere d’intensa emozione, quasi commoventi, dove la nostra mente e portata a pensare, a ricordare luoghi d’eterna bellezza, arricchendo così la sua opera, di mistero e di fascino.


VITTORIO VALLARIN (CUSIN)

Il piacere della pittura, la meraviglia per la bellezza della realtà, la fiducia nelle capacità spirituali dell'uomo, l'accettazione della vita con tutte le sue leggi, sono elementi principalmente costruttivi della pittura di CUSIN.

Nel mese di dicembre, si è tenuta a Bellusco una mostra del pittore grafico figurativo realista e ritrattista Cusin (Vittorio Vallarin). Nato a S. Pietro Viminario, in provincia di Padova, il 15 aprile 1940, risiede oggi a Bellusco in Cascina San Nazzaro, 21 .

Creatore fervido di trasparenze, valori ben rapportati, di visioni paesaggistiche romantiche e di figure maschili o femminili, Cusin si è rivelato negli anni particolarmente sensibile alla tecnica del pastello sul velluto. Questa ultima è certamente una pittura non facile, che tuttavia può racchiudere in sé tutte le caratteristiche della bellezza, della grazia nel variare delle luci e delle ombre. Il pittore utilizza un modo di dipingere che rispecchia sensibilmente il suo comportamento meditativo quotidiano dinanzi alle contraddizioni del mondo moderno. In questo modo, dipingendo egli vuole raccontare la verità di quello che vede, attraverso la rappresentazione su tela di vellutate superfici e sensuali atmosfere.

Trasferitosi nello Zaire nel 1967, sotto l’ispirazione del pittore Mulders, perfezionò la tecnica su velluto. Egli, in questo periodo della sua vita, diede ampio spazio alla raffigurazione di soggetti tipici di quell’ambiente. Nei suoi quadri è facile notare la totale immedesimazione del pittore con i luoghi da lui dipinti, testimoni diretti dell'armonioso rapporto tra l'autore e l'ambiente descritto. .

Un rapporto, questo, che culmina significativamente nei quadri di nudo. Per questo si può affermare che egli riesce, con tratti semplici e pacifici, a fermare sul velluto le miriadi di aspetti delle forme presenti in natura, senza ricami o inutili sdolcinature. Proprio per questo motivo, i suoi quadri possono suscitare, con la loro carica narrativa e psicologica profondi sentimenti in chi guarda queste immagini. Un esempio tipico e il dipinto a tecnica mista "Allegoria per l'anno del fanciullo". In esso la piovra rappresenta il pericolo, la malattia e la morte, che di continuo minacciano il bambino; la mamma è la persona adulta che può soccorrere e allontanare il pericolo. La donna incinta si può paragonare a coloro che rifiutano di soccorre-re il bambino quando è in pencolo, oppure ne accettano o provocano la morte.

L'opera del pittore Cusin si basa su particolari effetti e tecniche. Un filone della sua opera riguarda il mondo africano, mentre un secondo interessa il mondo europeo nella sua classicità figurativa. In entrambi i filoni, la figura è la parte centrale del quadro, non senza trascurare il singolare effetto dei paesaggi di fondo.

Caratteristica di parte della sua opera è la realizzazione di quadri su velluto rosso. Questo particolare tipo di tela, trattato con mano esperta e abile, permette di dare alle figure rappresentate dei caratteri somatici colmi di risonanze e di echi. Figure che si impressionano indelebilmente nella memoria del visitatore per la loro carica di dinamismo e realismo.

Paesaggio e figura non sono per Cusin un veicolo interpretativo di pensieri e drammi, ma realtà immediate e contingenti che ci riguardano più da vicino e con le quali noi misuriamo le nostre emozioni. Ciò che più colpisce della sua opera, ancor più della bellezza delle forme, del calore delle immagini e dei colori, e la verità delle immagini di vita descritte.

Il piacere della pittura, la meraviglia per la bellezza della realtà, la fiducia nelle capacità spirituali dell’uomo, l’accettazione della vita con tutte le sue leggi, sono gli elementi principalmente costruttivi della pittura di Cusin.

Nel mese di dicembre, si è tenuta a Bellusco una mostra del pittore grafico figurativo realista e ritrattista, Vittorio Vallarin (Cusin). Nato a S. Pietro Viminario. in provincia di Padova, il 15 aprile 1940. risiede oggi a Bellusco, Cascina San Nazzaro N° 21. Creatore fervido di trasparenze, valori ben rapportati, di visioni paesaggistiche romantiche e di figure maschili o femminili, Cusin si è rivelato negli anni particolarmente sensibile alla tecnica del pastello sul velluto.

 Quest'ultima è certamente una pittura non facile, che tuttavia può racchiudere in sé tutte le caratteristiche della bellezza, della grazia nel variare delle luci e delle ombre. Il pittore utilizza un modo di dipingere che rispecchia sensibilmente il suo comportamento meditativo quotidiano dinanzi alle contraddizioni del mondo moderno. In questo modo, dipingendo egli vuole raccontare la verità di quello che vede, attraverso la rappresentazione carta vellutata superfici e sensuali atmosfere. Trasferitosi nello Zaire nel 1967, ispirandosi al pittore Mulders, perfezionò la tecnica su velluto. Egli, in questo periodo della sua vita, diede ampio spazio alla raffigurazione di soggetti tipici di quell'ambiente.

         Nei suoi quadri è facile notare la totale immedesimazione del pittore con i luoghi da lui dipinti, testimoni diretti dell'armonioso rapporto tra l'autore e l'ambiente descritto. Un rapporto, questo, che culmina significativamente nei quadri dì nudo. Per questo si può affermare che egli riesce, con tratti semplici e pacifici, a fermare sul velluto le miriadi di aspetti delle forme presenti in natura, senza ricami o inutili sdolcinature. Proprio per questo motivo, i suoi quadri possono suscitare, con la loro carica narrativa e psicologica, profondi sentimenti in coloro che guardano queste immagini.

Un esempio tipico è il dipinto a tecnica mista "Allegoria per l'anno del fanciullo". In esso, la piovra rappresenta il pericolo la malattia e la morte, che di continuo minacciano il bambino; la mamma è la persona adulta che può soccorrere e allontanare il pericolo. La donna incinta si può paragonare a coloro che rifiutano di soccorrere il bambino quando è in pericolo, oppure ne accettano o provocano la morte. L'opera del pittore Cusin si basa su particolari effetti e tecniche. Un filone della sua opera riguarda il mondo africano, mentre un secondo interessa il mondo europeo nella sua classicità figurativa. In entrambi i filoni, la figura è la parte centrale del quadro, non senza trascurare il singolare effetto del paesaggi di fondo. Caratteristica di parte della sua opera è la realizzazione di quadri su velluto rosso.

Questo particolare tipo di carta, trattato con mano esperta e abile, permette di dare alle figure rappresentate dei caratteri somatici colmi di risonanze e di echi. Figure che si impressionano indelebilmente nella memoria del visitatore per la loro carica di dinamismo e realismo. Paesaggio e figura non sono per Cusin un veicolo interpretativo di pensieri e drammi, ma realtà immediate e contingenti che ci riguardano più da vicino e con le quali noi misuriamo le nostre emozioni. Ciò che più colpisce della sua opera, ancor più della bellezza delle forme, del calore delle immagini e dei colori, è la verità delle immagini di vita descritte. Paolo Leone

Biografìa e personalità artistica.

Vittorio Vallarin ha ereditato quale nome d'arte, “Cusin”. È nato a San Pietro Viminario, in provincia di Padova, il 15 aprile 1940 e attualmente vive e opera a Bellusco (MB) Cascina S. Nazzaro, 21.

Creatore di trasparenze, di velature, di valori ben rapportati, di visioni paesaggistiche romantiche e soprattutto di figure maschili e femminili, Cusin si è mostrato particolarmente aperto e sensibile alla tecnica del pastello su velluto: una pittura non certo facile, che racchiude in sé tutte le caratteristiche della bellezza, della grazia nel variare delle luci e delle ombre.

Un modo di dipingere architettato con grande respiro in virtù della purezza adamantina delle forme e da una perfezione ideale appartenente a se stesso, vale a dire al suo temperamento meditativo.

È un campo dove l'impegno non certo facile della stesura e della finale rappresentazione coincide con la dedizione alla visualità realistica perciò egli, dipingendo, racconta con la consapevolezza delle superfici e dell'atmosfera la verità di quello che vede.

Trasferitosi nel 1967 nello Zaire, sotto l’influenza del pittore Mulders perfeziona la tecnica su velluto, dedicandosi a soggetti tipici di quell'ambiente. A contatto diretto con quelle popolazioni, con il loro modo di vivere e di agire, con lo stupendo paesaggio africano Cusin si immedesima in loro, si commuove degli atteggiamenti sereni delle giovani donne e delle quotidiane scene di vita, con senso poetico diventa egli stesso albero, cielo, terra. Creando così un rapporto pittorico e umano, verista e descrittivo affinché il suo equilibrio e la sua umanità abbiano modo di esprimersi in tutta la loro interezza.

Queste immagini raggiungono perciò risultati che s'impongono possono suscitare, e suscitano, con la loro carica narrativa e anche psicologica un’evocazione anatomica e caratteriale. Che col colore egli sappia penetrare con dinamismo e tempismo ammirevole nelle variazioni delle tonalità delle carni non può essere messo in dubbio. E evidente, ad esempio, nel dipinto a tecnica mista «Allegoria per l'anno del fanciullo». Cusin ci è di aiuto nella rappresentazione del dipinto. Chiarisce: la Piovra rappresenta il pericolo, la malattia, la morte che minacciano la vita del bambino. La mamma è la persona adulta che può soccorrere e allontanare il pericolo. La donna incinta si può paragonare a coloro che rifiutano di soccorrere il bambino quando è in pericolo, o addirittura ne accettano o provocano la morte.

Ne risultano visioni pure che la tecnica pastellata, pienamente sfruttata, sottolinea egregiamente. Si tratta, concludiamo, di figure e anche di paesaggi, non dobbiamo dimenticarlo sostenute dalla padronanza del disegno, sensibilizzate dalla materia pittorica, al di fuori del vacuo soggettivismo dell'angoscia esistenziale Siamo certi che egli saprà conservare sempre quelle dimensioni necessarie a suscitare nuovi pensieri e nuovi impulsi interiori. (Antonio Oberti)

ESTRATTO DA ARTE ITALIANA NEL MONDO

II supporto su cui Cusin lavora rientra tra le occasioni particolari è infatti, non la normale tela bianca, acquisibile nei negozi della città, ma un velluto rosso che può aggiungere plasticità se trattato da mano esperta, un guizzo di colore carico di echi e risonanze un rosso su cui passano una serie di figure, variamente atteggiate e che ti rimangono nella memoria per quel loro comporsi e raccogliersi in un cromatismo guizzante.

In questo senso si afferma il linguaggio dei colori che diverrà pienezza dalla foga pittorica nel rapido distendersi del segno che segue contorni ben precisi, nudi in particolare di figure racchiuse in una zona di luce. Figure da cui risalgono intime inquietudini, trasalimenti di cupe mestizie, modellati a richiamare il loro ambiente la loro storia le dimensioni dello spazio di vita che non è solo crescita ma anche essere.

Su questi temi Cusin descrive la sua esperienza ed il significato del suo essere attingendo a culture avanzate o a inconsci residui di antiche sapienze». (Giorgio Falossi

«II paesaggio o la figura, prediletta da Cusin, non è un veicolo per interpretare pensieri o drammi generali o individuali, sono la realtà imminente che ci riguarda, che abbiamo dinanzi e con la quale misuriamo le nostre emozioni. La tecnica particolare del pastello su velluto è naturalmente assunta come lo strumento più adeguato per rendere il calore di questa partecipazione emotiva. Le ricche pastosità, i colori sempre molto accentuati ma non violenti, l'evidenziazione dei volumi, sono tutti elementi asserviti allo scopo di rilevare il significato delle azioni e dell'esistenza delle cose che ci circondano, il senso dei gesti quotidiani, del trascorrere del tempo, del mutare della realtà. Persino i dipinti dedicati allo Zaire, dove Cusin ha trascorso alcuni anni, riflettono questa disposizione a fissare momenti particolari di giornate qualsiasi che possono essere emblematiche però di tutta la vita.

Ciò che parla ai nostri occhi nelle opere di Cusin non è solo la bellezza delle forme, il calore delle immagini, la morbidezza dei colori, la pulizia del disegno, ma soprattutto la verità delle immagini di vita, la sincerità dell'atteggiamento dell'autore dinanzi alla realtà creata, la proposta ideale di una cosciente ricerca della soddisfazione delle più autentiche esigenze dello spirito». (Marco Pericchio).

«E dal 1967 è in Africa e colà nello Zaire si dedica appunto allo studio del soggetto esotico; anche se poi le tecniche sono diverse: l'olio, l'acquerello, il guazzo, e una migliore perfezione tecnica raggiunge nel pastello sul velluto.

Naturalmente Cusin si lascia attirare dalla visione realistica dei folklori etico esotici e ne fa motivo di un impegnato studio. Anche se la carica tonale spesso monocroma non gli ostacola la sua comunicativa, anzi, gli servirà a sveltire l'immediatezza del linguaggio. Il tratto è deciso e corre veloce e l'estro dimostra una scelta decisa e serena. Fattori questi che hanno permesso al Cusin la convalida di un nutrito curriculum di consensi nelle mostre effettuate in varie parti dell'Africa e dell'Europa. Sue opere si trovano in collezioni di vari paesi». (Giuseppe Martucci).

Biography and artistic personality.

Vittorio Vallarin inherited his love for art from his mother. For this reason her maiden name is now his name m art. He was born in San Pietro Viminario in the province of Padua, on 15th April 1940 and now lives and works in Bellusco (Milan) Cascina S. Nazzaro, 21

A creator of transparencies, of veiling, of well-accorded values of romantic landscape and above all of male and female figures Cusin has demonstrated that he is particularly open and sensitive to the technique of pastels on velvet: painting that is certainly not easy that encloses within all the characteristics of beauty and of erase in the variation of light and shade.

A way of painting architected with great relaxation due to its adamantine purity of form and an ideal perfection that belongs to him that is to say his meditative temperament.

It is a field where the in no way easy job of articulation and final representation coincides with devotion to realistic visuality so that he, painting narrates, with awareness of surfaces and atmosphere the truth of what he sees.

After moving to Zaire in 1967, he perfected his technique upon velvet, under the guidance of the painter Mulders, and devoted himself to subject typical of the place. In direct contact with that population, with their way of living and acting, with the stupefying African landscape, Cusin immersed himself in that life, became affected bybehaviour-patterns of the young women and the scenes from daily life, and with a sense for poetry, he himself became a tree, sky, earth. Creating in this way a pictorial and human rapport, verist and descriptive so that his balance and his humanity had a way of expressing themselves in their entirety. Patiently he observed, noted, discovered, constructed, obeying a vital drive and it is with great amazement that the output of the Paduan artist is observed, the opportunities he has to orient himself towards a clarity and cleanliness of structural system, how he possesses a spatial, compositional and chromatic sense, how the bodies he paints, palpitating and poetically transfigured, become part of himself.

 It is above all with nudes that he assumes a lasting dignity. So that it can be stated that, with love and meditation, with a correct sense a/proportion he is able to halt the thousand different variations of form on velvet, without embroidery or mawkishness.

These images therefore achieve results that are imposing, can arouse, and do arouse, with their narrative and psychological charge, an evocation of anatomy and personality.

That, with colour, he is able to penetrate, dynamically and with admirable sense of rhythm, the variations of flesh tones, is not in doubt. It is clear, for instance, in the painting or mixed technique entitled «Allegory for the Year of the Child». Cusin is of help in the representation of the painting. He clarifies: the bloodsucker represents danger, illness and death that menace the life of a child. Mother is the person who is adult who can come to his help and make danger go away. The pregnant woman can be compared to those who refuse to help the child when he is in danger, or who even accept and provoke his death.

Pure visions result which the pastels-based technique, fully taken advantage of, beautifully underlined. We are dealing with, in conclusion, figures (and landscapes also, we must not forget) sustained by mastery of design, sensitized by the pictorial material, divorced from the vacuous subjectivism of existential anguish. We are certain that he will be able to always conserve those dimensions necessary to arouse new thoughts and inner impulses. (Antonio Oberti)

ALLA GALLERIA D’ARTE DI OSNAGO

. Alla Galleria d'arte del Cavallo 1 di Osnago s’è* aperta una mostra collettiva dei pittori Enrico Sala, Cusin, Patty, un'occasione per vedere a confronto stili diversi proiettati verso una comune ricerca di dignità artistica, un cammino che, stando alle parole dei critici, pare bene intrapreso.

Enrico Sala con i suoi graffiti e le sue composizioni con inchiostri colorati mostra di aver già raggiunto una tecnica notevolissima che non scalfisce, bensì esalta la sua sensibilità di artista.

1.- Presentazione del Critico Antonino De Bono,

2.- Musicista africano, Pastello su velluto

 Cusin (Vittorio Vallarin per l'anagrafe) dipinge paesaggi con serenità e pacatezza, sorretto da un tratto deciso e veloce, come afferma entusiasta il critico Giuseppe Martucci.

ACCADEMIA ITALIA DELLE ARTI E DEL LAVORO

Preg. Sig.

VITTORIO VALLARIN-CUSIN

Oggetto: PREMIO D'ITALIA

   Ci pregiamo informarla che la Giuria del Premio d'Italia, ha riconosciuto le caratteristiche di rilevante impegno personale, qualità formale e intrinseci contenuti testimoniati dall'opera da Lei inviata per la partecipazione ed ha convenuto che essa meriti di entrare tra le cento segnalazioni previste dal Regolamento, assegnandole la targa aurea del Premio d'Italia.

 Con la presente, La invitiamo a ritirare pertanto in forma ufficiale, il Premio, durante la manifestazione pubblica che si terrà al Palazzo delle Manifestazioni di Salsomaggiore, sede dell'Accademia, il 20 Settembre c.a.

 La Sua opera, sarà esposta, al pubblico come previsto lungo il mese di Settembre presso il Salone dei Palazzo anzidetto e potrà essere ritirata il 21 Settembre.

CED'ART Milano

CENTRO D'ARTE MONET

20148 MILANO - VIA BISLERI, 7

DECENNALE DEL PREMIO INTERNAZIONALE LA ROSA D'ORO PER LE ARTI VISIVE

ABBINATO ALLA ROSA D'ORO DEL SUCCESSO (RICONOSCIMENTO INTER-NAZIONALE).

MUSEO NAZIONALE DELIA SCIENZA E DELLA TECNICA LEONARDO DA VINCI SALA

DELLE COLONNE MILANO VIA S.VITTORE 21, PREMIAZIONE 29 MAGGIO 197.

ILLUSTRE ARTISTA

Siamo lieti scomunicarle che questo COMITATO PROMOTORE, in occasione del decennale del premio in oggetto, (9° e 10° Edizione); su segnalazione di Critici d'Arte, di Gallerie, per Meriti Artistici, o per essere stato fra i premiati alle precedenti edizioni del PREMIO LA ROSA D'ORO, e LA BIENNALE DEL CED'ART; ha deciso di rassegnarle LA ROSA DEL SUCCESSO; (una targa a fusione di bronzo appositamente creata ). L'AMBITO RICONOSCIMENTO LE sarà consegnato, presenti LE AUTORITÀ INVITATE, la stampa e la T.V. in una solenne cerimonia che si terrà nel MUSEO LEONARDO DA VINCI il giorno e l'ora indicati in oggetto; in tale occasione saranno anche assegnate LE ROSE D'ORO DEL SUCCESSO, ad alcune personalità del mondo del cinema, del teatro della T.V. eco. ELLA VOLENDO, oltre a ricevere la targa, ha la facoltà di partecipare agli altri numerosi PREMI messi a disposizione da Enti Pubblici e Privati e dal COMITATO PROMOTORÈ; ivi comprese, LE ROSE D’ORO E D'ARGENTO, COPPE e MEDAGLIE. Per poter essere premiato una seconda volta, deve inviare da una fino a cinque opere di PITTURA, SCULTURA, o GRAFICA, (disegni, litografie ecc); per le sculture si consiglia la piccola dimensione; le altre opere, devono avere una base massima di cm. 70, tema libero. Un'apposita COMMISSIONE giudicherà e premierà quelle opere che risultino di indubbio valore artistico; ESALTANDO L'ATTUALE MOMENTO DELL'ARTE CONTEMPORANEA. Le norme che regolano questo secondo PREMIO, sono le stesse dei concorsi internazionali; non esclusa LA BIENNALE DI VENEZIA e LA BIENNALE DEL CED'ART; specialmente per quanto riguardano i rischi di incendio e furto, a cui sono soggette le opere durante i viaggi e le giacenze nelle sedi; per cui come il solito, non assumiamo alcuna responsabilità. La informiamo inoltre che è in preparazione il VOLUME DEL DECENNALE del PREMIO LA ROSA D’ORO e conterrà tutti gli artisti premiati anche ad altre nostre manifestazioni.

CUSIN (Vittorio Vallarin)

Pittore. Sopravvivono in lui sentimenti tali da sospingerlo verso una visione dell'arte che, nel suo dichiarato figurativismo, attinge ispirazione ai grandi esempi di una tradizione realistica. Trasferitosi nel 1967 nello Zaire, si dedica a soggetti tipici di quell'ambiente esaltandone gli aspetti umani sorpresi a diretto contatto col folclore.

Rivela una spiccata attitudine per il nudo femminile che tratta con sensibilità plastica e con levigata pastosità. Le sue opere pongono in rilievo le qualità perspicue di un pittore che abilmente inserisce in moduli stilistici conclusi le sue immagini ispirate a un personale efficace concetto di bellezza.

Maler. In ihm leben Gefùhle weiter, die ihn zu einer Kunstauffassung fùhren, die — in seinem erkiàrten Figurativismus — Inspiration aus den grossen Beispielen einer realistischen Tradition ziehen. Seine Werke zeigen insbesondere auch die darstellenden Fàhigkeiten des Malers, der seine durch persòniiches Schònheitsideal inspirierten Bilder geschickt in geschlossene stilistische Muster einreiht.

Peintre. Il se maintient en lui des sentiments capables de le pousser vers une vision de l'art qui, dans son option figurative déclarée, tire son inspiration des grands exemples de la tradition réaliste. Il manifeste une nette aptitude pour le nu féminin qu'il traite avec sensibilité plastique et un lisse moelleux. Ses oeuvres mettent en relief les qualities claires d'un peintre qui insère habilement dans des modèles de style precis, ses images inspirees par un conceptpersonnel et efficace du beau.

Painter. Sentiments survive in him which are such as to push him toward a vision of art which, in its declared figurativism, gains inspiration from the great examples of a realistic tradition. He reveals an unmistakable aptitude toward the female nude which he treats with plastic sensitivy and with smooth mellowness. His works bring out the perspicuous qualities of a painter who ably inserts, in settled stylistic modules, his images which are inspired by a personal and efficacious concept of beauty.

Esposizioni/Ausstellungen / Expositions/Exhibitions: 1979: Gall. del Cavallo, Savona; Gall. Gierre, Milano; Gall. Leonardo da Vinci, Imbersago. 1979: Premio P. Verri, Ornago (Segn.); Premio La Rosa d'Oro, Milano (Targa Med.). 1980: Pinacoteca dell'Accademia Italia, Salsomaggiore.

Bibliografia/Bibliographie / Bibliography: Comanducci, Milano 1978; II Quadrato, Milano 1979; Orizzonti d'arte, V. Castelli, Milano 1979.

Add.: Bellusco, Cascina San Nazzaro, 21.

IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA – FRANCO LEGROTTAGLIE

VITTORIO CUSIN-VALLARIN

Vive ed opera a Bellusco (MB) Casc. S. Nazzaro, 21

"Nella pittura di Cusin Vittorio Vallarin emerge molto chiaramente la concretezza di un discorso non prefabbricato per cui non è affatto difficile assaporare il brivido della commozione al cospetto dei suoi ritratti o dei paesaggi.

Un critico troverebbe le parole più opportune per 'dire' di Cusin e delle sue capacità espressive, io invece no. So solo esprimere le sensazioni che si provano di fronte ad una sua tela e, credetemi, è veramente bello, specie oggi, trasferirsi con la mente, con la propria coscienza, in un mondo che reclama la pace, dove tutti invocano giustizia, dove an-che i 'Pagliacci' di Cusin parlano d'amore..".

                     (L. F.)

CUSIN (VITTORIO VALLARIN)

ORIZZONTI ARTISTI CONTEMPORANEI

A CURA DI VINCENZO CASTELLI

Numerose esposizione ospitarono le sue opere: prima quella della capitale Kinshasa, poi quella di Lumumbashi e quindi in altre città dello Zaire. Espose a Banghi (Africa centrale), Bruxelles, Johannesburg.

Al suo attivo figurano importanti premi in campo nazionale e riconoscimenti della critica. È membro dell'Accademia d'Italia dell'Arte e del Lavoro. Cenni critici sono apparsi sul Corriere d'Informazione, su Artecultura e su numerosi altri periodici qualificati. Sue opere, sono in permanenza alla Galleria Leonardo da Vinci di Imbersago (CO) e alla Galleria Gierre di Milano.

« ...II tratto è deciso e corre veloce e l'estro dimostra una scelta decisa e serena. Fattori questi che hanno permesso al Cusin la convalida di un nutrito curriculum di consensi nelle mostre effettuate in varie parti dell'Africa e dell'Europa ». (G. Martucci).

I suoi lunghi soggiorni in Africa gli hanno dato quello stimolo creativo che rivediamo anche nelle opere più recenti. Cusin si avvale di quell'esperienza per svolgere un certo tipo di ricerca somatica e ambientale, in un recupero storico d’antiche tradizioni orientali. Un palpito d’umanità è sempre presente nella sua tematica, anche se a volte ci appare chiusa nel cerchio magico di una sua idealizzazione del reale. Tecnicamente preparatissimo, Cusin ha trovato nelle sue strutture una coerenza stilistica che lo porterà senz'altro ad una sempre maggior sublimazione della figura evocata.

(V. Castelli)