Biografia

Pietro Labricciosa è nato a Penne, cittadina dell'Abruzzo in provincia di Pescara, il 6 maggio 1940. Attualmente vive e svolge la propria attività artistica a Roma in via Angelo Rocca n.9. Pittore autodidatta, ha iniziato a dipingere nel 1972 ma ha avuto sempre il presentimento di avere parte della pittura nel cuore. Sin dall'età scolare si è espresso con rapidi schizzi a matita, esternando le proprie emozioni per un tramonto di sole, la sua attrazione per una foglia secca caduta, grande entusiasmo alla vista di panorami di mare, di paesaggi, di nature morte quali melograni, mele cotogne, rose e calle con inserimento di bambole e drappi. Con l'intimo convincimento di poter ancora e sempre continuare quel lavoro artistico che gli da tante emozioni e gli permette di raggiungere tanti traguardi. Pietro Labricciosa ha frequentato a Roma, per cinque anni, la Scuola libera del nudo presso l'Accademia di Belle Arti sotto la direzione del maestro Avanessian. Predilige la virilità e il segno forte di Renato Guttuso, ama i colori caldi dei nudi di Modigliani come gli spazi immensi del cielo che esprimono in lui un senso di umiltà e di rispetto. Sente nel suo cuore la grandezza e la potenza del pittore impressionista Van Gogh nei suoi spazi e nei suoi colori. Rispetta tutte le forme artistiche, dall'astratto alle ultime ricerche della pittura d'avanguardia. Dice del suo lavoro: "Esprimo sempre il desiderio che i miei quadri siano frutto di intensa poesia, con colori veri versati sulla tela col vecchio pennello, colori che si amalgamano a seconda delle emozioni che voglio loro trasmettere". "La pittura di Pietro Labricciosa - scrive Antonio Oberti- non è una chimera e neppure un sogno passeggero ma una realtà, un rapporto dialogico con la natura nelle sue forme più disparate. Esperienze preziose che, filtrate attraverso il crogiolo della fantasia e dell'ispirazione, gli danno accanto alla misura fascinosa degli spazi, la certezza di poter vivere in simbiosi con il paesaggio, di rappresentare dal vivo le nature morte, di riempire la superficie del dipinto della irniente forza e destrezza dei cavalli e di ritrovare la purezza del linguaggio in un nudo femminile. Il primato del sentimento è il suo piacere visivo, il filtrare ogni giorno, senza deleterio concettualismo, il colore che l'afferra e l'affascina, la sua speranza e il richiamo a pensieri liberi da apprensioni. Si ritrova, nella poetica di Pietro Labricciosa, non un non so che di spavaldo, ma al contrario la consapevolezza di amalgamare al meglio la massa cromatica per dare ai suoi lavori, insieme alla globale percezione della realtà, la sensazione visiva di un'atmosfera libera da oppressioni. Paesaggi visti anche dall'interno di una stanza e pieni di luce, contadini intenti alla mietitura, fiori di campo, cavalli reinventati in un vortice blu e figure, scelti in conformità alle sue personali predilezioni artistiche, rendono più immediato e convincente il senso delle varie cromie. Colore che, rivestendosi di credibilità e fecalizzando l'evidenza della realtà e nelle situazioni particolari che lo costituiscono, rappresentano quello che per lui è motivo di serenità e conforto; colori profondi, solari e ricerca di dimensioni e spazi a risolvere pienamente la struttura d'ogni dipinto e richiamare fisicamente il senso della realtà e quell'armonia che all'artista appartiene in modo palmare".