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Biografia
Curriculum

Sono Berardino Galasso, nato ad Avigliano nell’anno 1973.

Sono autodidatta, da sempre alle prese con lavori di manualità e con una passione per il legno e per tutto ciò che ha una storia, un vissuto, mobili e oggetti antichi, che a volte restauro, altre trasformo per adattarli ad un uso quotidiano, altre volte ancora recupero per renderli semplicemente oggetti da arredo. Mi piace essere circondato da tutto questo, ed infatti il mio motto è “nuova vita ai tuoi ricordi”.

Ma tutto questo ad un certo punto non mi è bastato più. E la continua ricerca del “senso” in ogni cosa mi ha portato a trovare un mezzo per trasmettere ciò che Penso e Sento: la pittura.

Paradossalmente la pittura mi ha catturato per la prima volta con i suoi “odori”. Ricordo che da ragazzo, un giorno, entrai nello studio di un pittore Aviglianese e ciò che mi colpì immediatamente fu l’odore dei colori, dei vari medium e trementina che vengono usati per la pittura e che sono rimasti indelebili nel mio animo più profondo.

Dopo di allora non è successo niente, sono tronato alla mia vita, alle mie abitudini, alle mie “limitazioni”.

Ma di tanto in tanto riaffioravano alla mia mente quelle sensazioni ed emozioni che avevo provato, ma mi dicevo che non era “arte mia”, e lasciavo perdere.

Dopo diversi anni si è presentata la possibilità di frequentare un corso di pittura, organizzato dall’azienda per cui lavoro, e quelle sensazioni ancora vive in me mi hanno spinto ad iscrivermi e a frequentarlo.

Ma pian piano l’entusiasmo iniziale è andato scemando perché quella vocina interna continuava a ripetermi “non è arte tua”. In effetti non mi sentivo soddisfatto, appagato, e dopo alcuni mesi dalla fine del corso ho “appeso i pennelli al chiodo”.

Sono trascorsi ancora 10 anni e casualmente ho conosciuto una persona che ha risvegliato quell’interesse che era ancora presente nel mio Io più profondo. Nelle lunghe chiacchierate, pian piano qualcosa affiorava più nitidamente: il vero spirito, il vero fuoco che alimenta ogni passione, il senso dell’Arte.

Così il mio interesse è andato crescendo di giorno in giorno, la mia curiosità mi ha portato alla lettura di alcuni testi di uno dei più grandi pittori del novecento e finalmente ho capito ciò che l’Arte rappresenta per me: la “necessità interiore”, che Kandinskij spiega nel suo testo “Lo Spirituale nell’Arte”.

Imprimere su un supporto ciò che si ha dentro con tutte le possibili varianti, purché il completamento dell’opera o della composizione ci faccia finalmente sentire soddisfatti ed appagati.

Ma la mia ricerca non era ancora completa, avevo finalmente individuato il senso dell’Arte che condivido a pieno, ma qualcosa mi diceva di cercare ancora.

Ad un certo punto ho preso consapevolezza del fatto che la vita non può essere solo lavoro, famiglia, amicizie, rapporti sociali in genere. Della nostra esistenza conosciamo tanto, ma poco della nostra “Essenza”, del perché siamo nati ecc... Insomma, di quale sia la nostra vera “missione”.

Sono ancora alla ricerca della vera missione che mi è stata assegnata, ma il mio cammino negli ultimi tempi si è fatto un po' più chiaro. Coinvolge questa mia passione per la pittura che è un modo per comunicare, in questo caso, le mie di emozioni, influenzate da tutto quello che mi circonda, la società, gli affetti, le ingiustizie, la mancanza di meritocrazia, gli abusi di potere, ma anche la Ricerca di un qualcosa al di sopra di tutto e di tutti, il nostro Spirito.

Esprimere i propri pensieri oggi è ancora possibile, almeno così sembra. La Ricerca di sé stessi e l’attualità sono solo alcuni degli argomenti che tratto nelle mie opere. Il mio obiettivo invece è quello di lasciare una traccia di ciò che ho vissuto, affinché le generazioni future possano fare un’analisi di come l’uomo si sia evoluto o a volte, penso, “involuto”, di decifrare tutto questo con le tecniche più disparate, ed imprimerlo su tela, legno o qualsiasi altro supporto, destare l’altrui curiosità e metterla al servizio della riflessione e dell’indagine. Lo sconosciuto incute timore, ma attrae come qualcosa di meraviglioso ed appagante.

Credo che ognuno di noi abbia un sogno, ma distratti dalla vita frenetica, dagli impegni che ci impone la società, spesso resti tale, ma arriva il momento, se lo desideriamo con tutto noi stessi, in cui le cose iniziano a cambiare: credere fino in fondo in se stessi, nei propri sentimenti, può cambiarci veramente la vita.

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LARteVO (commento di Daniele Galasso)

LARteVO, ovvero Laboratorio d’Arte e Riciclo Vecchio Oggetti, nasce da una bellissima iniziativa di un umile pittore e artigiano lucano che un giorno ha deciso di raccontare le tappe del suo percorso introspettivo attraverso le inebrianti sfaccettature dell’arte.

Pittura e restauro: la prima dà vita a sogni, emozioni e pensieri, il secondo ne concede una nuova nel caso questi ultimi la smarrissero. Tela e legno: la prima per trascendere la pragmaticità della vita, il secondo per rendere immanente ogni attimo della propria esistenza. Pennello e scalpello, il primo per esternare con delicatezza le proprie sensazioni, il secondo per scacciare con forza le proprie insicurezze. Tanti dualismi, ma tutti complementari vicendevolmente e tutti riconducibili ad un’unica meravigliosa parola: Arte.

Ma cos’è l’Arte per LARteVO? Sicuramente non è mera rappresentazione del reale, ma indagine scrupolosa della stessa. È ricerca disinteressata del proprio Io, liberazione del proprio Es e annientamento del proprio Super-io, utilizzando termini tipicamente Freudiani. È scoperta ermeneutica del mondo e del proprio Spirito. È il mezzo attraverso il quale è possibile comunicare senza parole, è lo strumento che ci permette di tornare bambini, è la chiave con la quale si possono aprire tutti i lucchetti di quell’enorme gabbia sociale che si chiama “ignoranza” e che il sistema vuole imporci.

Il quadro o l’oggetto restaurato sono elementi in grado di interpretare un pezzo del mondo nel quale viviamo. Ma l’artista non vuole imporre la sua di interpretazione. Vuole invece innescare un meccanismo di esternazione delle proprie emozioni all’interno di ogni fruitore delle sue opere, in modo tale che ognuno di essi possa avere un’idea personale di quanto ha visto.

LARteVO si ispira ad un particolare genere pittorico? Assolutamente no, perché l’idea del pittore non è quella di omologarsi alla massa, ma rendere l’ideale per eccellenza, ovvero la libertà, un bene primario e inalienabile. Vi sono richiami al “papier collé” di Braque, al Futurismo di Boccioni, al concetto di “parole in libertà” di matrice Marinettiana e all’arte del “ready-made” di Duchamp. Ma tutto è trattato con estrema originalità, fantasia, dedizione e cura dei dettagli.

Ciò che il pittore vuole comunicare, infine, è che la vita è un viaggio, è un “panta rei” di esperienze, è l’insieme meccanicistico e causale di episodi che segnano lo sviluppo di ogni uomo. La vita è però anche riflessione, meditazione e superamento di ogni tipo di barriera socio-culturale. Insomma, attraverso il suo modo di fare arte, LARteVO si impegna a spingere ognuno di noi a percorrere questa vita con un unico obiettivo finale: ricercare il perché della nostra esistenza, capire qual è la nostra missione nel mondo e nobilitare il nostro animo.

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