Prof. Dott. Laura L.C. Allori
Ormai conosciamo il dipingere sull’acqua di Laura Tarabocchia, personaggio pubblico oltre che artista. Sappiamo che è una delle avanguardie artistiche con la sua “Emotionscolors”, perché con la sua innovativa e affascinante tecnica sta scrivendo, riscrivendo i manuali d’arte e può dirsi a pieno diritto coautrice dell’arte contemporanea.
La sua novità, non solo regala opere ricche di colore e di delicata armonia, ma suggella un sodalizio nuovo ed efficace tra l’arte informale, la competenza e la creatività, sfidando – e vincendo la sfida - del trovare una nuova forma per dire qualche cosa che si conosceva già, se ricordiamo una frase di Foscolo, a sua volta presa da Aristotele: «… la poesia non è che imitazione della natura, e che i poeti eccellenti sono soltanto quelli dà quali la natura è fedelmente imitata» e qui parliamo di poesia nell’arte figurativa. C’è un Meltin Pot, nel senso più nobile del termine, di forme artistiche oltre che di tecniche artistiche che arrivano a fondersi ed incontrarsi in un unico “momento” artistico. Calderone che, se vogliamo vederlo in modo un po’ “magico, è quello della tecnica, dell’acqua, dei pigmenti, dei solventi, dei collanti e di tutti i materiali che suggeriscono una sorta di alchemica composizione. Calderone sostituito dalle vasche in cui avviene la magia: la creazione dell’opera d’arte.
Lavori che hanno una radice nell’antico, hanno un sapore d’Oriente e quasi, nel «contemplarle» si fa riferimento a qualcosa di etereo e, contemporaneamente, se ne assapora l’odore. Odore di spezie, il sapore dell’Ebru, solo una delle tecniche cui Laura s’ispira; sapore dell’estremo oriente, della Cina, del Giappone e allora qui, la contemplazione diventa “meditazione”. Spezie, incensi e altri elementi che fanno sì che quell’estasi diventi trascendenza, che si raggiunga l’universalità del tutto, il “divenire”; perché, dal tesoro di quell’antico linguaggio si ascende o ci si edifica, in alcuni casi si guarisce. D’altra parte, Tommaso D’Aquino nel suo “L’alchimia, ovvero il Trattato della pietra filosofale” affermava, parlando dei corpi celesti, che esercitano la loro azione sugli elementi agendo per similitudine. Questi elementi partecipano per la loro stessa natura agli elementi terrestri, quindi, anche se i corpi celesti non possono essere prodotti materialmente, attraverso l'arte, invece possono. Soprattutto, in questo caso, è come se si incontrassero tra di loro e gli elementi celesti, trovassero espressione di sé stessi nella natura terrena, assumendo così corporeità non potendosi quasi più separare da essa. Quindi, se per artificio si possono separare gli elementi alchemici; allo stesso modo, nell’arte di Laura, i quattro elementi ritornano ad unirsi: così aria, acqua, fuoco e terra, diventano opera d'arte e riacquistano celestialità perché elevati dall’arte e l’uomo, facendo “Arte” partecipa alle perfezioni divine o esprime quella “Natura” di cui parlavano Aristotele e Foscolo. Un linguaggio antico e nuovo, che sposa l’affermazione della virtù della Prudenza, fondamentale nell’arte: memoria del passato, consapevolezza del presente e proiezione sul futuro. In questo caso, dell’antico abbiamo la tecnica, del presente abbiamo l’esecuzione nella performance; del futuro abbiamo la novità di questo linguaggio totalmente nuovo, dalla preparazione, fino al suo completamento. Antico, contemporaneo e futuro. Questa è l’arte di Laura Tarabocchia.
Prof. Dott. Laura L.C. Allori