Liberaespressione - pittrice contemporanea
Il lavoro di Stefania Lima nasce dal bisogno di sanare una ferita d’anima: quella di tutti coloro che lasciano la Sicilia per cercare fortuna nel mondo.
Questa ferita porta un solo nome: isolanità. E’ qualcosa che “quelli del continente” non potranno mai capire: il senso di claustrofobia e di claustrofilia insieme, l’angoscia di essere prigionieri di una terra confinata tra le acque e la necessità di questa reclusione. Gli isolani nascono con i piedi palmati, come curiosi esseri anfibi figli di un’Atlantide neppure troppo sommersa. Hanno bisogno del mare per vivere, come della terra; a loro serve l’acqua per respirare, quasi quanto l’aria. Questo è il senso di appartenere a un’isola, pur lasciandola.
I quadri di Stefania Lima sono terra vulcanica, sono crateri, sono le isole sommerse ed emerse che bucano il Mediterraneo di fronte all’isola madre: la Sicilia. Sono fatti di fuoco non meno che di sale, perché tale è la natura dell’uomo che vive lì dove tutti gli elementi sono fusi in questa alchimia così prepotente. Nei suoi lavori ci sono le rugosità degli scogli, la lava colante, i crateri aperti, i colori abbacinanti di quella latitudine.
I suoi quadri, tuttavia, sono anche una sintesi intensa di questa natura prepotentemente insulare con l’altra sua passione, che è diventata lavoro: i polimeri. Sono le catene polimeriche, così simili al Dna umano nel loro svolgersi, a creare le basi dei suoi assemblaggi: fogli di polietilene figli di un processo di estrusione diventano tele, palcoscenici per cera colata che nel suo cammino incontra scaglie di Pet riciclato, pellet, vernici e acrilici, in questa ordalia di materiali che finisce per trovare, in una maniera che ci sembra quasi soprannaturale, un suo nuovo ordine e una sua ricomposizione.
Tra le abili mani di questa novello Efesto, forgiatore divino, non nascono fulmini per il supremo Zeus, ma pezzi di terra accecante, come probabilmente accade di osservare dopo l’eruzione di un vulcano, quando la lava, nella sua corsa senza freni al mare, rifonde il paesaggio circostante, ricreandolo.
Maria Luisa Pesce