Biografia
Lorenzo Chinnici
Lorenzo Chinnici nasce a Merì, in Sicilia, nel 1942.
Dopo regolari studi artistici, diplomatosi maestro d’arte nel 1962, si da all’insegnamento di materie artistiche presso la scuola statale dove rimarrà fino all’anno 2006.
Nella sua età giovanile, per vicissitudini ed eventi spiacevoli, la sua psiche, minata da nevrosi depressiva influenzerà i suoi primi lavori artistici: tele ed acquerelli che, a detta dei critici, non rimangono esenti da “ grigiori e cupezze cromatiche “.
Via via, l’imperante ed ossessiva atmosfera cupa stemperandosi, darà luogo ad una visione nuova della vita che appare meno angosciosa e più aperta a nuove speranze.
Ora i suoi colori sono più caldi, più comunicativi, più profondamente umani, proprio per la disponibilità di Lorenzo Chinnici ad aprirsi ad un discorso più lieto, più fiducioso con paesaggi e figure investiti da rasserenanti lampeggiamenti di colore.
La maturità artistica di Lorenzo Chinnici inizia però nel 1965, quando un critico d’arte di assoluto valore: S. Pugliatti, nell’estemporanea di centinaia di concorrenti, ammirato sicuramente dalla maturità espressiva di un pensoso paesaggio siciliano, rivelato dall’esordiente da segni decisi e marcati, gli attribuisce un premio molto ambito. Da allora il suo lavoro artistico non cambia se non nella perfezione del segno e del senso, e senza venir meno alla verità dell’arte, continua con mostre ed esposizioni che puntualmente, avvengono quasi ogni anno.
In Chinnici s’intravedono, come costanti della sua espressione artistica: l’essenzialità, la memoria, nonché la testimonianza di un mondo che affonda fra le cose: una terra promessa carica di concretezze e di segreti sensi.
Straordinariamente, proprio questo suo guardare ad essere partecipe dell’onda del tempo, lo allontana dai convenzionalismi di tanta arte contemporanea, per un certo naturalismo fisico e sociale rappresentato dalla figurazione della vita dura, dal lavoro di poveri diavoli, dalle malinconie e dagli incanti del vivere nella quotidiana commedia umana. La fisicità e l’accuratezza descrittiva sono, talora, una successiva penetrazione a scandagliare l’umano, il vissuto, in sintonia con i toni cromatici che come luce e spazio della realtà, rendono la felicità, l’angoscia, la tristezza, la speranza della coscienza del mondo.
Un artista Chinnici che con la sua cifra stilistica inconfondibile, originale per le traduzioni sulla tela, trova critici impegnati in referenze e consensi non azzardati ma congrui e meritevoli. Il suo gusto artistico, pur pregno del realismo mediterraneo dei grandi siciliani, di cui Guttuso ne è esponente, presenta un ordito particolare che, pur richiamando le suggestioni di tutta la pittura novecentesca, non tralascia però nè il vissuto nè la verità interiore, nè le fantasticherie della sua raffinata sensibilità artistica.
I paesaggi, i ritratti, le figure dei contadini e dei pescatori che egli ama scrutare ed osservare in silenzio, sono variazioni dell’effuso mondo di tutti i tempi, dei nostri tempi, di ogni epoca.
Insomma, il reale tra creatività ed emozionalità, ricompone nella pittura di Chinnici un mondo che, scavalcando stagioni, mode e date, riesce a rendere in valori espressivi sentimenti che sono propri degli artisti autentici.
Attualmente Lorenzo Chinnici, affetto da maculopatia e consapevole di veder sempre meno, trasferisce nell’arte il suo grande dolore e, senza neanche guardare la superficie sfiorata dal pennello, nelle sue creazioni, salta tecnicamente tutti gli equilibri, le convenzioni ed i parametri della pittura, per lasciar posto a schemi dettati dal panico o da energie ribelli miscelate a speranza e ad afflati di vita e di gioia.
L’artista vive e lavora in Sicilia.
Hanno scritto di lui critici: L. Barbera, M. Truscello, G. C Capritti, Maugeri, Nasillo, N. Billè, S. Greco, N. Ferrau, S. Pugliatti, E. Caruso, Nino Cacia, M. Danzè, G. Anania, N. Ferrara e tanti altri.
Il suo nome figura nelle più note e accreditate pubblicazioni d’arte italiana contemporanea.