G. C. Capritti
L'arte pittorica di Lorenzo Chinnici
Lorenzo Chinnici: un giovane pittore che potrà aprirsi, con il proprio esclusivo talento, un ampio varco in campo nazionale. Ha la stoffa dell’artista che potrà imporsi, scalzando l’interminabile teoria di pittoruncoli che affiorano dappertutto ma che si distanziano dall’arte come l’uomo da un astro lontano che occhieggia a malapena nella notte luminosa.
Un puro caso mi ha immesso tra i vari quadri del pittore, esposti in una sala a pianterreno della “Marina Garibaldi” in Milazzo: l’altra sera, verso il tramonto quando veli di nuvole scarlatte si allineavano in fondo al mare tranquillo, nella canicola di agosto, mentre camminavo distratto nella galleria degli alberi scuri in mezzo a trine vagolanti di luci vermiglie.
Lorenzo, preferiamo chiamarlo soltanto per nome, esprime poesia ed alto lirismo. Ama tutto ciò che è bello, buono e vero.
Un occhiata ai quadri mi palesano il suo animo, la sua indole, il carattere.
Egli ama profondamente la natura in tutte le sue espressioni più delicate, nei suoi più incantevoli panorami, nelle sue solitudini silenziose e tanto eloquenti.
Son gruppi di casupole a ridosso di colline degradanti dove non c’è anima: vibra soltanto lo spirito contemplativo del pittore.
Tetti di minuscoli villaggi, dalle tegole rose dal tempo e dalle temperie.
Donne scalze, dai volti logori dalla fatica per il tozzo giornaliero addossati al fianco di una barca.
Una bimba dal volto scoraggiato che si stringe alla mamma così accorata.
Casette sparse attorno ad un lago sereno.
Un uomo dai lineamenti disperati, con gli occhi serrati, che poggia l’occipite sul palmo della mano, in un dormiveglia tormentato.
File di alberi che si stendono accanto al mare e svettano le loro cime in un cielo sereno.
La pittura del Chinnici penetra nell’anima ed erompe con la voce misteriosa di un alta poesia: una poesia densa di note tristi.
L’artista sa cogliere i sublimi spettacoli della natura, le qualità sensorie delle forme, delle linee, del colore ed è in grado di strappare al vero ogni armonia.
Le sue sono tele misurate ed equilibrate nella composizione, nelle masse e nelle tonalità.
La pittura sgorga da una sincera emozione e possiede la forza di suggestione nel cuore di chi l’osserva.
La tecnica del pittore risponde pronta all’appello del sentimento.
I diversi quadri concretizzano pagine di commossa intimità che rimangono impresse nell’anima.
Egli riesce perché s’ispira alla REALTA’ della vita non già alle stravaganze delle teorie che perlopiù finiscono in “ ismi “, destinate inesorabilmente anche se hanno usufruito di apparenti, trionfali parentesi, alla totale SCOMPARSA del mondo dell’ARTE.
Al Chinnici possiamo applicare il motto dei Goncourt : “ L’ARTE E’ IL VERO PIU’ POESIA”.
La nota che più mi affascina è il silenzio suggestivo dei paesaggi, superbo di pace e di ampiezza.
Pittura purissima in purezza di anelito e di metodo, capacità di rendere sempre il contenuto lirico della visione e di porre in luce adatta i valori essenziali dei toni e dei volumi, dei chiaro-scuri e dei rilievi, fondendo in una palpitante unità le realtà contemplate ed i sentimenti sgorgati dalla ispirazione che nasce “da dentro”.