Paul James Smith
Dipinto Chiesa di S. Andrea
Quest’opera d’arte, in tutta la sua magnificenza, si differenzia dalla precedente Crocefissione dipinta da Lorenzo Chinnici. Non è un atto plateale, svanisce la sofferenza legata alla tragedia greca, è una sequenza di dolore composto. L’artista s’immedesima trasferendo il suo grande dolore per l’evoluzione della perdita della sua vista, consapevole che lo porterà a vedere sempre meno. La rappresentazione teatrale ermetica di queste scene unisce il suo dolore a quello del Cristo. Molti gli attimi di panico durante la stesura della stessa, il tormento e la speranza dell’artista fluisce e s’interseca contemporaneamente a quello del Cristo, fino a trovarne un comune denominatore. Dipinge questo capolavoro da ipovedente, energia pura razionalizzata e catalizzata da propulsioni interne inspiegabili, un messaggio inviato non solo ai fedeli cattolici, al mondo e a tutte le religioni, a tutti quelli che soffrono e che dubbiosi sono alla ricerca di un perché. Quando sei nel vortice, tutto sembra annebbiato, pare ci sia una zona dell’anima unita alla speranza, dove forze ed energie non controllate, parzialmente legate e temperate dall’artista, si muovono e si contrastano armoniosamente. Senza neanche guardare la superficie sfiorata dal pennello, saltano tecnicamente tutti gli equilibri, convenzioni e parametri della pittura, gli schemi sembrano essere solo il panico unito a energie ribelli miscelate da speranza, coordinate da quei metodi acquisiti nel tempo dall’artista. Lorenzo Chinnici chiede ai suoi utilizzatori uno sforzo, di guardare oltre, immagina possano, tutti essere i migliori critici della sua arte.