Biografia
Nato a Aosta nel 1977, frequenta l’istituto superiore di formazione professionale con indirizzo arredamento d’interni questa scuola costituisce un primo avvicinamento al mondo del design e delle arti figurative che successivamente trova espressione in concomitanza con le attività lavorative intraprese nell’ambito artigianale. Vesan, operando nei settori della falegnameria, della realizzazione di accessori per una nota casa di abbigliamento e della vetreria, ha sperimentato le potenzialità espressive dei materiali, il legno, i tessuti, l’acciaio, il vetro. In particolare la sua ultima esperienza lavorativa in una vetreria artistica, incentrata sulla creazione di complementi di arredo (Il marchio Adamantia, presentato nel giugno 2005), gli ha consentito di dare forma concreta al suo immaginario, ispirato e nutrito dalle emozioni giovanili nella scoperta di grandi artisti del ‘900. La linea di orologi Adamantia è composta da pezzi unici realizzati in vetrofusione, talora impreziositi da citazioni di opere note. Il superamento di una concezione artigianale legata principalmente all’aspetto commerciale avviene nel 2006 attraverso le prime esperienze pittoriche, che abbracciano l’ambito figurativo e tendono alla rappresentazione di soggetti la cui intelligibilità trascende l’esperienza sensoriale: la spiccata sensibilità, la profonda spiritualità portano Vesan ad attente riflessioni sulla società e lo inducono a rappresentare su tela l’invisibile disagio dell’uomo nel comunicare e nel percepire le emozioni, gli stimoli, i messaggi dell’ambiente che lo circonda.
La cifra stilistica ricorrente per restituire questo disagio, attraverso raffinate sperimentazioni di tecnica pittorica, è l’algido riflesso dell’acciaio lucido che informa le rappresentazioni di tutte le figure, umane ed animali.Il pittore vede sulla tela ciò che la scena e le figure non possono o non vogliono comunicare; la causa è la repressione delle naturali pulsioni comunicative provocate dalle distorsioni del vivere contemporaneo. Resta la consapevolezza che idee ed emozioni da comunicare ancora esistono; la pittura altro non è che il mezzo per consentirne la lettura, per suggerirne una possibile interpretazione. Conseguentemente, la sua poetica è ambivalente: le asettiche superfici anatomiche, perfettamente modellate, cangianti sotto l’effetto delle mutevoli fonti di luce, le ambientazioni atemporali e aprospettiche, le enigmatiche relazioni visivo-spaziali tra oggetti e figure, i suggestivi accostamenti cromatici generano ad un tempo inquietudine e speranza. La serie di tele denominata “Alter Ego” definisce questo filone di pensiero. La superficie dell’acciaio, materiale che per perfezione e durabilità da sempre ha esercitato grande fascino sull’artista, costituisce una “seconda pelle” che riflette il mondo circostante ed impedisce ad esso di permeare i personaggi; di fatto è resa impossibile quella “osmosi” che è alla base di ogni processo di comunicazione. Ciò che viene rappresentato è una corazza impenetrabile, metafora dell’alter ego, di cui ciascuno si veste con un disegno preordinato e volontario (la profusione di dettagli ne è testimonianza) ora per nascondersi, ora per proteggersi, ora per farsi accettare. Le vere emozioni sono nascoste; in ogni tela l’artista suggerisce una chiave di lettura che stimoli l’ossevatore a riflettere per vivere, anche reinterpretandolo, il pathos del dipinto. Rêve de femme, Quiete e Tempesta, Ombromanto, Shadow Dance sono le opere in cui Vesan trova quell’equilibrio cromatico e compositivo che meglio riesce ad esprimere questo articolato pensiero.