Tempi Sospesi

La mostra che si inaugura il giorno 13 luglio alle ore 18,30 nelle sale dello spazio Arte del Museo Genti D’Abruzzo in Pescara, raccoglie una prima “antologia” del percorso artistico del pittore sannita Luigi Fuschetto. Il Titolo evoca non solo le opere esposte, ma anche il personale percorso artistico.

“Tempi Sospesi” è un titolo che evoca una pausa, un intervallo, un’attesa. Ed è stato proprio durante la sospensione provocata dal Covid che Fuschetto ha scoperto la passione per la pittura. “Ho iniziato a rappresentare le cose a me più vicine” ci dice, i paesaggi del Fortore, gli alberi, il cielo, l’erba, il grano, con colori forti e grassi con chi ha la voglia di plasmare più che dipingere.

Le opere hanno per tema la bellezza della quiete: Paesaggi senza tempo, silenziosi e abbacinanti, le piccole cose cui lo sguardo sembra ormai disabituato: la fragilità dei fili d’erba, la forza degli alberi, la spiga di grano, orizzonti innevati. Sensazioni ed esperienze così lontane eppure così vicine. La solitudine del pescatore rotta dal rumore del vento, l’intimità del seminatore e il lento cammino del pastore, i fili del telefono che corrono per il pendio, il lago di montagna avvolto dalla nebbia. Il desiderio è quello di dare voce a quei piccoli comuni dell’entroterra che fanno del “templo sospeso” il bene più prezioso.

Chi osserva le opere di Fuschetto, ci dice la curatrice della mostra Rosanna De Cicco, può solo leggere attraverso i tratti di quelle campiture di colore a volte pregne, a volte leggere, il cammino della ricerca dell’anima. Ogni artista ha la sola competenza nel raccontarti i propri sentimenti, ho incontrato Luigi in un bar affollato ma quello che mi ha trasmesso è stato l’amore per questa nuova passione arrivata in un tempo sospeso.

Fuschetto ricerca la rassicurazione di un luogo dove nulla può sfiorarlo ... i silenzi della neve, la serenità del cielo azzurro pulito, il sole caldo tra i covoni che hanno ancora un senso e lo gridano forte tra la forza delle pale eoliche. Tempo Sospeso per chi guarda e lo ri-scopre per la prima volta; un regalo per chi ha ancora forte la purezza del sentimento.

Ma “Tempi Sospesi”è anche l’angoscia del presente e il timore per il futuro. Non ci si sente forse “sospesi” di fronte alle tragedie del mondo. Non ci si sente forse sospinti verso una sorta di nulla, verso l’abisso? Come restare indifferenti verso la forza e la resilienza delle donne iraniane? Come non commuoversi guardando la donna palestinese accovacciata per terra mentre stringe a se il corpo avvolto nel sudario bianco della nipotina morta. Non sono queste rappresentazioni potenti a favore della libertà e della pace?

La mostra, continua la curatrice Rosanna De Cicco, è più che mai il labirinto da percorrere dove la sola consapevolezza è quella di una sicura via di uscita; ma i tempi che oggi viviamo hanno come sospeso questo arrivo...

Tutto è sospeso anche la vita di alcuni popoli ... i dolori della guerra sono incredibilmente forti e vivi, il Cristo prospettico di Dalì emerge dai disastri dell’uomo apparendo debole e sconfitto quasi sommerso e inghiottito dagli orrori; ma la luce che si intravede indica la strada e ancora una volta Luigi ne indica l’uscita.