Biografia
Dipingere è la mia tecnica di meditazione, nell'accezione che ne ha fornito Emil Cioran: "La meditazione è uno stato di veglia mantenuto per via di un'oscura turba, che è insieme devastazione e benedizione."
Ho iniziato a dipingere così, per tradurre in immagini alcune poesie che ho scritto, molte delle quali già pubblicate in raccolte di versi.
Superata l'iniziale necessità di riportare su tela ciò che le poesie mi comunicano, ora dipingo liberamente partendo dai temi che mi affliggono l'animo, oppure mi lascio influenzare da pensieri imponenti, sia lasciandomi attraversare dalle emozioni, che fluendo nella musica che mi accompagna nel viaggio pittorico.
Nel nostro essere e nel nostro sperimentare c’è una dimensione possibile, una realtà altra da quella visibile, questa diventa l’oggetto, l’espressione testimoniabile. Mondrian dichiarava: “Non voglio quadri. Voglio soltanto scoprire le cose”. Per lui - e ne condivido l'analisi - l’astrazione era necessaria per sottoporre le apparenze del mondo fenomenico ad un procedimento di semplificazione, come mezzo per manifestare una realtà assoluta.
Una pittura questa, che si sottrae alla rappresentazione, che non si riferisce alle cose nella loro oggettività, ma si delinea e si scopre definendosi nella realtà non oggettiva che è lo sfondo, il tessuto nel quale si muove l’esistente.
Sulla tela, lo sconvolgimento della realtà è un processo, una disciolta tensione verso la libertà. Trasformare le inquietudini, i desideri, i piaceri e l’estasi proiettandoli, decomponendoli, nello spazio rappresentativo della tela, ma superando la rappresentazione stessa, con una ricercata regressione dall’oggetto, per un processo di pura esistenza creativa.