Critici vari
"...descrive nitidamente gli stretti e tortuosi vicoli, le case l'una all'altra addossate,i caratteristici cortili delle borgate carsiche... si accostaad alcuni aspetti minori della città... soprattutto l'ingresso del ricreatorio "Padovan" in via Settefontane descritto in una sapida veduta notturna... accende di vivaci colori la figura di un clown, colta sotto la luce deei riflettori del circo." (I,N,- Il Piccolo - 1967)
"dipinge con fresca immediatezza ed è efficace quando tratta i soggetti carsici, ispirandosi all'architettura spontanea dell'Altipiano... semplice fedeltà... estro coloristico.... versatilità disposta anche alla pittura di genere..." (G.Montenero - RAI - 1967)
La consuetudine di decorare rattorie e osterie con dipinti murali ha precedenti illustri a Trieste. Nuovo sembra i tema,,, si tratta di una nutrita serie di illustrazioni che ritraggono il momento culminante delle canzonette più popolari di Trieste." (il Piccolo - Mostre d'arte - 1969)
"M.Manfio con i tre "Carso" e con la scultura "Quid sit futurum cras fuge quaerere" si è rivelato un artista d'istinto e di fresca ispirazione." (C.Manga- naro - Il Trittico - 1970)
"...le sue tele esprimono il carattere dell'artista poetico e sentimentale... "Saulo sulla via di Damasco" imposta un senso di drammaticità non indifferente" (G.Passalenti -Il Trittico - 1971)
"...il trittico dei clown di Mario Manfio, dipinto con corposa evidenza..." (I.N. - Il Piccolo - 1971)
"...artista eclettico nelle tecniche e nei generi: pittore, disegnatore, scultoreed ora anche poeta con il garbato foglio d'invito... temperamento estroverso ed esuberante... ha perqueso maggior merito nell'essersi disciplinato producendo due realistici e composti ritratti ad olio... l'ovale perfetto dei volti... si integra alla morbidezza dgli impasti tonali e chiaroscurali tra il nero vellutato dello sfondo e la trasparenza dell'incarnato.... Molto ci sarebbe da dire dei molti disegni... e dei gruppi scultorei ... e dei dipinti di natura morta e paesaggio" (Il Piccolo -Rassegna delle Gallerie - 1975)
"...scorci paesaggistici ariosi e sereni, quasi sogni e memorie non inquinate di una realtà perduta, trattati con vigorosi colpi di spatola, che sanno però attenuarsi nella stesura degli sfondi, mentre i colori diventano diafani e bene danno il senso della profondità. Per quanto riguarda taluni ritratti, ci sembra di dover sottolineare che la ricerca della somiglianza fisica, già di per sé lodevole, non è i fine ultimo cui Manfio tende, ma viene spesso superata per cedere il posto a uno studio di carattere.. Purezza dei toni cromatici..." (Il Piccolo - Rasegna delle Gallerie - 1975)
"... solida base figurativa che si estrinseca in moduli piacevolmente calibratie strutturati di impronta classicheggiante... colore squillante e morbidamente disteso; l'estro, la vibrazione personale è in taluni assai convincenti impasti d'azzurro...., nei verdi.... Bravura istintiva.... ci si accorge che anche il soggetto "facile"... può caricarsi di nuovi, personali significati che vanno al di là della "bella" veduta... Discorso ancora più "classico" per le sculture di Manfio....nobile , penetrante busto di Virgilio Giotti... le fugurine... hanoo una fluidità di forme e uno scatto vitale..." (R.Cargnelli - La Voce Libera - 1980)
"...esuberante talento espressivo... è proprio da questa energica presa di contatto con al realtà rappresentata e con la materia della rappresentazione - la sostanza plastica delle sculture, il colore infiammato dei quadri - che viene il filone di continuità del suo operare. La statua di San Sebastiano realizza la sintesi fra la spasmodica torsione delle membra e la compostezza classica, l'eleganza della ben tornita figura dell'intero corpo... esuberante ed estroversa descrittività..." (G.M. - Il Piccolo - Rassegna delle Gallerie - 1980)
".. disinvolte e armoniose figurette di danzatori... sicuro e vivace colore delle nature morte.." (R.Cargnelli - La Voce Libera - 1981)
"...riversa sulla tela la sua esuberanza istintiva, il gusto per i paesaggi di casa nostra. Ma anche qualcosa di più: abilità di composizione, gioco di masse squadrate, di intimistiche case carsiche, ariosità di fondali e vivaci impasti coloristici nelle marine... toccante simbolica espressività che va al di là della serena e diligente lezione figurativa... bassorilievi, dove il già noto talento plastico di manfio si esprime al meglio..." (R.Cargnelli -La Voce Libera -1982)
"Dietro l'impressione di facilità istintiva, della gioia di "fare arte"..., di immediatezza spontanea ed esatta che danno le opere di Manfio, c'è un semplice, ma ragionato e profondo atteggiamento intellettuale, al limite una filosofia. La natura, l'ambiente, le entità che ci circondano, viste in termini pittorici e plastici, sono già d per sé beli... non solo l'artista non è autorizzato a snaturarli, ma deve farne partecipe l'osservatore... Manfio affronta e si lascia coinvolgere nell'antico e sempre nuovo tema del Carso. E lo rende con un verismo che pur tradizionale non è illustrativo né narrativo, ma si apparenta all'impressionismo per la sveltezza, la disinvoltura con cui ne fissa i tratti essenziali... senso d'intimità che il segno morbido ed esatto riproduce nella sua impalpabile suggestione. La stessa compiaciuta volumetricità che Manfio adotta nelle sue architetture carsiche si ritrova nei gessi... materiale "povero" che acquista la sua nobiltà espressiva dal corposo eppur delicato senso plastico... Nonm c'è alcuna frattura fra ilpittore e lo scultore. Perché scultura è anche la possente chiesa di Monrupino campata nel cielo sopra l'aspra ascesa del "tabor".... Sempre nel rispetto di quella verità naturale che, al di là delle mode, finisce sempre con l'informare l'autentica creatività." (R.Crgnelli - presentaz. della mostra al circolo "Il Carso" - 1984)
"...doti tecniche istintive dell'autore, di cui sono stati particolarmente ammirati i verdi intensi e luminosi e la corposità scultorea delle vecchie case... e la grazia la leggerezza, l'espressività delle piccole sculture..." (M.B. - La Voce libera - 1984)
"...teste e corpi umani severamente rifiniti.. Egli si distingue per una disciplinata motigeratezza che lo preserva da quello sdolcinato "romanticismo" di non pochi pittori di motivi carsici... Nei fogli di disegni in bianco e nero l'artista sa cogliere con tratti facili, veloci e sicuri le varie caratteristiche dell'architettura carsica. Una particolare attenzione meritano anche i suoi lavori plastici in gesso patinato bronzo" (M.Bambic' - Primorski Dnevnik - 1984 -trad. prof.C.Pauletti)
"...olii di corretta impostazione cromatica, di buon equilibrio di toni tra verde dei boschi e turchino dei cieli... possiede una bella sapienza tecnica e una fresca vena di sentimento.." (S.Brossi - Vita Nuova - 1984)
".. è del tutto comprensibile che un artista così multiforme (pittore, scultore, cantante...), per poter esplicare tutte le sue qualità, dev'essere idealista, innamorato di tutto ciò che mette in risalto la bellezza delmondo che ci circonda... non si abbandona all'ubriacante esaltazione dell'adoratore della natura: si lascia guidare da una certa disciplinata trattenutezza.... nel'osservare le sue distese ci sembra quasi di sentire anche il sapore caratteristico del terrano... Con mano facile e con tratti veloci e sicuri sa rappresentare i vari particolari caratteristici dell'architettura carsica... il tutto con palpabile realismo... I suoi lavori plastici..tendono... allamodellatura psicologicamente approfondita..." (M.Bambic' - RAI in sloveno - 1984 - trad. prof.C.Pauletti)
"...Manfio scultore è da lodare ancor più del pittore: specie per l'azzeccatissimo ritratto del poeta Virgilio Giotti (opera che, del resto, è stata lodata anche dalla figlia del poeta)" (S.Brossi - Vita Nuova - 1987)
"... con un così grande, molteplice amore verso tutto il bello che ci circonda, Manfio si spartisce nel trasportocreativo.... il raggiungimento di una più alta perfezione gli riesce nelle opere dove lui è il padrone del tempo, cioèin quelle che termina più presto. Queste sono dei folgi bianchi con disegni molto ben riusicti di pittoresche vedute sulle vie e case del nostro Carso... con tali linee nere e buona prospettiva crea vedute puiene di freschezza, come se la bora avesse ripulito l'atmosfera. E questi figli sono senz'altro degni di interesse da parte dei più esienti colezionisti di grafiche monotopiche." (M.Bambic' RAI 3 Cronaca Culturale [in sloveno] 1987 - trad. M.Valetic')
"...gentile e arguta vena di verseggiatore, che lascia il suo segno nel catalogo... mostra varia ed articoalta. Accanto ai paesaggi carsici, dove prevale la linea e il chiaroscuro in composizioni quasi monocrome, di un respiro severo e rigoroso sui toni grigi, ecco il vivace colorismo espressionista delle scene circensi, i delicati nudi femminili, i mniquadri di genere e soprattutto i ritratti. Psicologicamente centrati, lo sono ancora più per la resa coloristica e l'impianto classico ed incisivo dei soggetti... Il plasticismo vitalistico e spontaneo ha modo di esternarsi al meglio nella figura, sia a tuttotondo, sia nel bassorilievo--- in questa sede ilmovimento, realistico e modulato, si estrinseca in tonalità quasi musicali che ci riportano al Manfio cantante... Non dispersivo... ma composito e, sotto un'apparente semplicità, complesso, curioso si direbbe di compiere tutte le esperienze possibili nel campo delle arti. Con esiti a volte forzatamente discontinui, ma spesso molto convincenti e sempre simpaticamente interessanti" (R.Cargnelli - La Voce Libera - 1987)
"Manfio è un artista serio: lo rivela lo slancio sincero verso la natura e l'intonazione drammatica, a momenti persino tragica dei suoi paesaggi carsici. Proprio perché serio, sa sorridere, benché amaramente, di se stesso. Modella il suo autoritratto nell'inconsueta posa clownesca che lo raffigura schiena a terra e gambe all'aria.." (G.Montenero - Il Piccolo . 1988)
"...mette sulle tele tutto il suo amore per la natura e il paesaggio carsico, resi con l'immediatezza e la sicura tecnica che già gli conoscevamo. Di lui vorremmo soprattutto però, questa volta, elogiare le abilità didattiche: ha guidato con sicurezza i suoi allievi, ma senza imporsi ad essi nella scelta di uno stile e, più che alla conquista di tecniche e affermazioni, ha puntato sull'amore per quell'arte che è e deve essere, prima di tutto gioia di appagamento per se stessi." (M.B. - La Voce Libera - 1988)
"...felici scorci del Cadore, del Carso, della Sicilia... il senso volumetrico e la delicatezzza cromatica continuano a convincere. Da segnalare l'effetto intimistico e insieme il vasto respiro del portico della chiesetta con sullo sfondo il tristemente ricordato Monte S.Simeone, ormai scomparsa..." (Reca - La Voce Libera - 1990)
"...la "mano" del Manfio pittore è sempre la stessa, veloce, sicura, dichiaratamente e saggiamente figurativa, esperta ed efficace, robusta e "scultorea"... tematica più ricca, ispirazione più vasta e forse anche più approfondita... architetture spaziali, volumetriche, definite con cura e gusto plastico... sensibilità romantica, profonda e direi appassionata.... elementi arborei intensamente espressivi... ardito scorcio prospettico, ma è il mnuscolo dettaglio al centro ad attrarre (come in certi fiamminghi o in Piero della Francesca) immediatamente l'occhio e a fissarlo in una straniata atmosfera meditativa... il colore è sottomesso alla linea che si distende, scatta e si avvita nei quasi monocromi soggetti della danza classica, che pure rimanda imperiosamente allo scultore con lo slancio plastico delle figure... Paesaggio urbano dell'Umbria... sorta di viaggio tra sentimentale e artistico in un passato ben vivo... itinerario che coglie in modo semplice e convincente, nella totale assenza della figura, il fascino espresso dal tessuto architettonico senza tempo." (R.Cargnelli - La Voce Libera - 1991)
"...il suo approccio alla pittura è contrassegnato da uno spontaneismo entusiasta che lo chiama a misurarsi in prima istanza con il vero ein modo particolare con il paesaggio e con le vedute cittadine e dei paesi carsici e istriani alle spalle di trieste. Sono visioni silenti e meditate, rese con taglio netto, contrassegnate dal contrasto tra luce ed ombra. L'intento è quello di cogliere la poesia diretta e semplice di forme che si sentono amiche... Il linguaggio è chiaramente di derivazione postimpressionista, estemamente semplificato nelle linee e negli impasti, capace tuttavia di assolvere alla sua funzione anche grazie al disegno che sostiene e determina a priori l'esito delle singole opere, conferendo loro, a volte, un'accentuazione espressionista... verosimiglianza essenziale frutto anch'essa delle linee precise dell'ordito disegnativo... Nelle sculture emerge l'attenzione verso il naturalismo plastico.. soggetti e temi scelti in base al loro insito dinamismo..." (N.N. su "Il Mercatino" e "Trieste Oggi" - 2001
"...uno stile tradizionale e il senso della luce caratterizzano le numerose opere esposte... che toccano con delicatezza il temadella natura morta, del paesaggio dela nostra regione, dalla laguna di Grado a Sappafa e al Carso, di cui l'artista coglie con freschezza i particolari salienti..." (M.Accerboni - Il Piccolo - Mostre - 2001)
"...diversi settori della sua produzione - ritratto, paesaggio, disegno, nature morte - a testimonianza del suo entusiasmo creativo estrinsecato nell'ambito di un semplificato linguaggio di derivazionem postimpressionista che diviene di intento verista nella figura, Le opere di scultura testimoniano lo studio di Manfio sul movimento attraverso la realizzazione plastica di figure di atleti.." (C.H.Martelli - Trieste Arte Cultura - 2001)