Mario Piana - pittore contemporaneo
..Di origini piemontesi l’artista Mario Piana, classe 1949, è nato a Casale Monferrato, dove ha trascorso l’intera giovinezza.
Sotto la spinta di un talento naturale ed animato da una straordinaria passione per il disegno, sin dal principio la formazione di Piana è stata dedicata agli studi artistici che hanno determinato il suo trasferimento da Casale a Milano.
Negli anni Sessanta l’autore ha frequentato così il liceo artistico nel capoluogo lombardo, che per Mario Piana è divenuto la città di adozione senza tuttavia dimenticare il suo luogo natìo, con il quale ha sempre conservato uno speciale rapporto. Molte opere di Piana attestano questo particolare legame con il suo ambiente natale, dalle quali emerge il fascino del Monferrato con le sue peculiari atmosfere.
Dopo il diploma artistico, gli studi di Piana proseguono con un brillante conseguimento della Laurea presso la facoltà di Architettura a Milano. Ma è proprio con il suo ingresso nel mondo del lavoro che il distacco dall’attività artistica diventa tangibile, nonostante l’intramontabile interesse dell’autore per l’universo artistico in genere. Tale scelta è stata determinata da una consapevole scelta per il futuro con la finalità di costruire una solidità lavorativa: è in questo momento che la creatività cede il posto all’esigenza di sicurezza e certezze per il futuro. La parte razionale di Piana s’impone sulla spontanea inclinazione per l’arte.
In seguito alle sue prestazioni presso diversi studi professionali, Mario Piana si è trasferito nel Comune di Pavia, dove ha operato nella Pubblica Amministrazione per cinque anni. Successivamente torna a Milano, lavorando nella Regione Lombardia per gran parte della sua vita. Ha svolto funzioni correlate alla Conservazione dei Beni ambientali e nel Settore Urbanistica, divenendo persino Dirigente del Servizio Urbanistico Regionale fino al 2007, anno in cui si è ritirato in pensione.
E’ da questo preciso momento che in Mario Piana affiora l’antica passione per l’arte, un momento avvalorato dall’incontro con i suoi principali maestri: Ettore Maiotti e Luisella Lissoni. L’artista lombardo-piemontese inizia quindi a dedicarsi all’acquerello, soggiogato non soltanto dal fascino della complessità tecnica ma soprattutto dalle sue innumerevoli possibilità espressive nonché dal nobilissimo gioco di trasparenze.
Di grande stimolo per Piana, la difficoltà esecutiva ha sempre posto sfide continue e slanci emozionali nella rappresentazione del paesaggio, dove l’elemento dell’acqua assume una connotazione di risalto e di fondamentale comunicazione visiva. La memoria è ripetutamente chiamata in causa dalle rivisitazioni pittoriche dell’artista, che attua una vera e propria rievocazione dei luoghi legati alla sua giovinezza: le sue pitture proiettano con grande maestria ambientazioni lacustri, panorami collinari, le risaie, i paesaggi della storia d’Europa, l’emozionalità dell’atmosfera nordica (si pensi agli scenari della Bretagna e della Normandia) e, naturalmente, l’immancabile pianura settentrionale tra la Lombardia e il Piemonte.
La pittura di Mario Piana può, a pieno titolo, definirsi una ricerca di emozioni raggiunta mediante il mezzo tecnico, piuttosto che una trasmissione di messaggi. Le ragioni di una simile scelta sono da rintracciare nella convinzione che secondo Piana la tecnica sia una “necessità imprescindibile in grado di liberare risorse espressive”, collocandosi così come artista contro-tendenza, indipendente e anticonformista.
La pittura per Mario Piana, infatti, rappresenta un veicolo di conoscenza che lo ha avvicinato allo studio di grandi maestri della pittura dell’Ottocento e del Novecento, a partire dagli Impressionisti ai maggiori acquarellisti inglesi.