Mino Lo Savio - pittore contemporaneo
Durante il periodo bellico, a 18 anni, viene arruolato nella Marina Militare dove è impegnato in operazioni di guerra a bordo del cacciatorpediniere "Premuda" ( battaglia di Pantelleria 1942). Durante la guerra tra una missione e l'altra, ritraeva figure di marinai ed episodi di vita militare (opere perdute in seguito all'autoaffondamento della nave l'8 settembre 1943 nel porto di Sampierdarena ed al bombardamento della sua casa a Torino in Via Monginevro).
Nelle difficili fasi successive all'armistizio, segue la famiglia sfollata a Bollengo (Ivrea) dove conosce il pittore Attilio Corsetti con il quale stabilisce una amicizia culturale ed artistica. Partecipa alla resistenza nel Canavesano e dopo ritorna a prestare servizio in Marina. Al termine della ferma , assunto nelle Ferrovie dello Stato, continuando a coltivare la sua passione artistica di sempre, ricevendo numerosi riconoscimenti per le sue opere. Insieme con Andrea Zerbino ed altri artisti fonda il Gruppo culturale artistico Artemisia, diventa capo del Gruppo arti figurative del D.L.F. dove organizza mostre d'arte. E' presente alla 124^ esposizione della Promotrice delle Belle Arti di Torino e ne diventa socio.Nel 2002 aderisce all’ associazione culturale artistica Gruppo Torino.
Pittore autodidatta, sin da ragazzo si è dedicato al
disegno.
Uomo alieno da esibizionismo ha sempre lavorato in silenzio, appartandosi per
soddisfare una interna esigenza, un grande desiderio di comunicare attraverso
la pittura il proprio pensiero e le intime emozioni.
E' passato, negli anni, tra diverse esperienze dall'impostazione romantica di
prima maniera, alle immagini fortemente espressionistiche. Dal paesaggio alla
rappresentazione dell'umana fatica in una
limpida analisi della realtà e di una ben precisa dimensione del vivere
quotidiano.
" La mia pittura - afferma Lo Savio - è un dialogo rivolto a chi ha
dimenticato certi valori della vita di tutti i giorni,alla gente umile,
incompresa che vive del lavoro quotidiano”
In occasione di un viaggio in Puglia ad Ostuni, Lo Savio riscopre l'essenza
della sua terra, lo splendore delle case, delle piazze, delle strade, dei paesi
ridenti sotto il sole.
Questo mondo favoloso diviene stimolo a concepire una diversa pittura densa di
umori e di vicende della sua terra d'origine.
Il suo interesse si sposta verso la fatica dei lavoratori, dei mietitori, dei
contadini, dei pescatori, delle raccoglitrici di olive che lo fanno sentire
riallacciato alla sua terra e parte integrante del suo popolo. E‘ un colpo di
fulmine che gli permette di assimilare i caratteri duri di quella realtà o lo
indirizza a scegliere gli strumenti più consoni alla nuova esteriorizzazione.
Ne scaturisce un dipingere forte e volitivo che definisce le immagini di uomini
rotti dalle fatica e immersi nella natura e la campagna, le barche, le case
divengono il pretesto per un discorso più ampio sull'uomo e sui valori più
profondi dell'esistenza.
Lo Savio ci rivela i sentimenti, le lunghe e tristi giornate di un vecchio,
l'espressione di un contadino stanco dal lungo lavoro, ed in questa dimensione,
l'esistenza assume un carattere di rassegnata attesa, di dolorosa
partecipazione alle umane vicende.
Pittore consapevole della realtà in cui viviamo, Lo Savio si evidenzia in una
tavolozza completa, per una precisa presa di coscienza dei problemi della
società contemporanea di un mondo ricco di fermenti. La sua continua evoluzione
nella metodica, nella tecnica e nei soggetti che propone nelle sue tele, è di
conseguenza strettamente collegata sia al procedere della sua maturità
artistica sia ad un mondo in veloce cambiamento.
Diventa, così, narratore di storie antiche della sua terra in un'esaltazione
delle immagini concrete e vibranti. Disegnatore capace ed abile colorista, si è
anche dedicato alla scultura, per breve tempo, modellando preziose testine.
L'interesse per le arti figurative è tale che dedica il suo tempo libero
all'organizzazione di mostre e concorsi di pittura a Torino invitando in giuria
artisti come Micheletti, Balzardi, Resega, Ponte Corvo, Molinari, Corsetti con
i quali stringe rapporti di sincera stima.
La sua evoluzione nella metodica e nella tecnica già sopra citata, viene
commentata da critici ed esperti che seguono il procedere della sua maturità e
la validità dei suoi generi preferiti.
La rappresentazione di figure e paesaggi con l'uso di forme geometriche e forti
chiaroscuri, scelta negli ultimi anni, non muta la sua poetica ed il suo
raccontare: queste figure geometriche si accostano tra di loro sino a comporre,
in modo armonico, l'immagine, il racconto.
Le opere di Lo Savio ad un certo punto sembrano completamente modificarsi sino
ad assumere aspetti tipici dell'astrattismo dove le forme ed i colori si
intrecciano in modo da esaltare i propri sentimenti: è il rifiuto delle regole,
con una dichiarata voglia di modernizzarsi mantenendo nel contempo ben salda la
rappresentazione di immagini riconoscibili ed il suo linguaggio figurativo.
… attraverso questa elaborazione ed un sapiente utilizzo del linguaggio visivo,
l'artista vuole giungere al vero significato ed essenza delle cose: e ci riesce
con una disinvoltura inaspettata e con grande maturità
artistica…
Da segnalare la sua ultima mostra personale “Tra fantasia e realtà“
tenuta a Torino in Aprile 2010 nella prestigiosa villa settecentesca del Parco
Rignon che ha riscosso un apprezzabile consenso di pubblico. Alterna la sua
attività tra Torino, Carrara ( MS) e Taranto. Le sue numerose opere sono
visibili nel sito www.losavio.jimdo.com