Biografia

Monica Zumino e' nata nel 1965. Pur avendo noti ascendenti nell'arte pittorica e grafica, e' venuta scoprendo a poco a poco la sua vocazione artistica. Si e' inizialmente ispirata a varie correnti, alla ricerca di una sua personale collocazione. E' maturata nel suo itinerario artistico con vari risultati tecnici. Alla prima personale del 1987 ne sono seguite altre in alcuni centri del Friuli occidentale. Alcune sue opere sono state esposte in Olanda, Francia, Germania. Oltre agli oli su tela la Zumino si dedica con successo alla decorazione di materiali vari e alla decorazione muraria. I soggetti sono vari, paesaggi, figure, gruppi di oggetti, oscillanti tra astratto e figurato. Il cromatismo e' ora vivace ora sfumato. Monica Zumino coltiva pure il versante dell'arte pittorica religiosa in chiave di religiosita' popolare e ha contribuito alla rinascita delle antiche e nuove "ancone" della Val Cosa, Val Tramontina" e Val d'Arzino come si evince dal volume "Pieta' nell'arte popolare" edito nel 1990. E' diplomata in una scuola superiore. Domenico Zannier 1997

Il 24 maggio del 2003 e' stata inaugurata la personale di pittura dell'artista Monica Zumino. La vernice ha riscontrato subito un buon successo di pubblico che ha affollato la sala "Spazio d'arte Ciro di Pers", la presenza di autorita' comunali, provinciali e regionali, ha contribuito ad ufficializzare, non che ce ne fosse bisogno, la consacrazione di una grande artista. Da notare, le venti opere esposte sono tutte di proprieta' privata di majanesi e questo sfata il detto "Nemo propheta in patria" almeno per quanto riguarda Monica Zumino. Quello che colpisce è l'uso del colore, colore senza forma, ma che si fa forza nel momento che viene visto. Nei quadri esposti c'e' l'utilizzo di molti materiali diversi, si hanno tele dipinte con acrilico, altre con olio, altre ancora molto materiale per la presenza di gesso, alcune sono graffiante,  altre presentano dei collage di materiali vari. Questa etereogenita' di tecniche indica non l'anarchismo formale dell'artista ma un percorso basato sulle emozioni e non sulla forma. Non e' un caso che i lavori non abbiano un titolo e quindi non siano una rappresentazione di qualcosa. Monica, attraverso le sue opere, trasmette il suo mondo interiore nel momento in cui viene formato sulla tela, mondo che puo' repentinamente cambiare e far tracciare una linea grigia, quasi a cancellare l'opera, oppure far dipingere altre forme colorate sopra quelle appena prodotte. Il risultato e' un'esperienza unica di percezione sia visiva che emotiva. Certamente Monica ha qualcosa da dire, ma lascia molto spazio all'interpretazione. L'uso del colore nero con Monica non e' piu' un non colore, ma il colore che contiene tutti gli altri colori, non fa da sfondo alle opere ma fa da contorno, serve ad evidenziare gli altri, serve a risaltarli ma senza impoverisi. Ogni singolo colore ha una sua forma, una sua caratteristica, si trova bene li dove e', li ha il suo significato. Le sovrapposizioni di colori, il non delineare precisamente dei contorni non solo denotano un'ottima tecnica pittorica, ma sono le forme della sua arte. Ma l'artista non e' solo quello che era esposto in quella sala e' molto di piu', nella sua poliedricita', Monica, e' l'autrice di tutti i lavori di " festival e colori", e' pittrice di immagini sacre sparse per varie chiese e altri luoghi di culto ecc. Ma lei e' molto schiva non ama partecipare a concorsi o collettive di pittura, e quando lo fa non tiene traccia, in modo da rendere molto difficile ripercorrere la sua carriera. Non e' una buona propagandista di sé stessa, preferisce lasciare allo spettatore il compito di dare un'interpretazione ai suoi lavori piuttosto che definirli lei.

LE EMOZIONI DEL COLORE di Gianni Zamparutti 2003